Intervista a Milena Debenedetti e Daniela Pongiglione

 

A un anno dal debutto a Palazzo Sisto,
incontro con Milena Debenedetti (cinque stelle)
e Daniela Pongiglione (noi per Savona)

A un anno dal debutto a Palazzo Sisto,

incontro con Milena Debenedetti (cinque stelle)
e Daniela Pongiglione (noi per Savona)

Le elezioni amministrative di un anno fa  portavano a Palazzo Sisto due forze politiche  guidate entrambe da candidati Sindaco donna. Il Movimento 5 stelle – capeggiato a livello nazionale da Beppe Grillo e autentico boom dell’ultima tornata amministrativa – con Milena Debenedetti e Noi per Savona  al ritorno in consiglio comunale, con Daniela Pongiglione. Dodici mesi dopo “Il Letimbro” traccia con queste esponenti politiche  un bilancio della loro attività.

Milena Debenedetti con Grillo

 Debenedetti, la sua lista è rappresentata in consiglio comunale a Savona da un anno. Quale bilancio può fare di questa esperienza?

 “Positivo senz’altro, conside­rando che non siamo professio­nisti della politica. Puntiamo alla trasparenza e al contatto coi cittadini: lì informiamo di quel che avviene nelle sedi consiliari e riceviamo le loro critiche, proposte, segnalazio­ni. Vorremmo continuare così ed essere sempre più attivi ed efficienti”.

Come sono i rapporti con le altre forze politiche, di mag­gioranza e di opposizione?

 

“Con un fondo di disagio per alcuni, dovuto al non riuscire a inquadrarci esattamente o pre­vedere come agiremo. Il fatto è che non siamo legati a vincoli ideologici o di coalizione: va­lutiamo proposte e decisioni in termini di ricadute positive o negative sul cittadino e sul territorio, di costi e trasparen­za. Senza compromessi: quan­do occorre siamo opposizione dura, altre volte collaboriamo o facciamo proposte, specie se ì temi coincidono con quelli del nostro programma, come il wi-fi libero o la democrazia parte­cipata. Ci sembra di riuscire, poco alla volta, a farcì capire e a trovare il nostro spazio”.

 

Durante il dibattito promosso da II Letimbro lo scorso anno avete ribadito il no alla cementificazione e il sì a rispar­mio energetico, aree verdi e spazi abitativi a prezzi ragio­nevoli. A che punto siamo sa questi temi a Savona? Qual­che vostra proposta è stata accolta?

 

“La strada da fare è lunga. Ciò che abbiamo alle spalle, il Puc approvato, i tanti progetti già avviati, vanno in direzione op­posta e li abbiamo trovati già confezionati a inizio manda­to. La sensibilità, però cresce e purtroppo bisogna sperare nella crisi per fermarli. I cit­tadini soprattutto sì stanno ri­svegliando come si è visto nel recente incontro di Open space technology: sono molto attenti, informati e propositivi. Quanto più questa voce si farà sentire, anche con il nostro contributo ad amplificarla, tanto più riu­sciremo a migliorare il futuro di questa città”.

 

L’ambiente, altro tema per voi importante, che livello, d’attenzione riceve dall’at­tuale amministrazione? Qua­li sono le vostre proposte?

“Il livello di attenzione non appare molto elevato, ma noi contiamo di insistere su punti importanti e davvero sentiti, come ad esempio le piste cicla­bili, gli orti urbani, la mobilità pubblica, una più attenta politi­ca dei rifiuti”.

 

Una domanda politica: il vo­stro movimento ha ottenuto una notevole affermazione alle recenti amministrati­ve, secondo lei quali sono le ragioni di questo successo? Contate di incrementare an­che il buon risultato savone­se?

 

“Il motivo del successo credo sia essenzialmente da ritrovar­si in una combinazione di fat­tori: disaffezione e discredito per la vecchia politica, la nostra capacità di fornire propo­ste concrete e speranze nuove, entusiasmo genuino e buona volontà. Certo, tutto questo è amplificato dal “megafono” di Beppe Grillo, ma senza falsa modestia, credo che anche un pochino il buon esempio dei già eletti abbia contribuito ad accrescere la stima e il consen­so. Oso pensare che, se conti­nueremo così, senza abbassare la guardia e senza diminuire serietà e impegno, le premesse per giocarcela da protagonisti nelle prossime elezioni ci siano tutte. Naturalmente da protagonisti intesi come Movimento, non come singoli. Per esempio io potrei non candidarmi più e comunque dopo un massimo di due mandati ritornerei alla vita di prima: sono i programmi e le idee di base che contano, non i personaggi!”

Pongiglione, che bilancio può fare di questo anno in consi­glio comunale?

“Un’esperienza politica e cul­turale di grande interesse, per­ che dà la possibilità di vedere i problemi in modo diretto e comunicarli all’esterno. Prima di tornare in Consiglio comunale, il nostro gruppo non era considerato.

 Mi sono imposta di preparare un resoconto in cui descrivo quanto avviene nei consigli e nelle commissioni e le decisioni che prendiamo. Affrontiamo i problemi in modo oggettivo: sono in una posizione privilegiata, quella di chi non dipende da nessuno. Tutta­via la mia sensazione è quella di essere tagliati fuori da molte decisioni, perché non tutta la politica si fa in Consiglio, ma in ambiti economici, “paralegali” e sui giornali, mentre i problemi dovrebbero essere discussi e poi trasmessi ai media, non il contrario. Manca la trasparenza in alcune questioni: ad esempio

ho chiesto chiarimenti sugli stanziamenti per lo sport e mi è stato risposto che non esistono criteri precisi. Credo, invece, che ci debba essere una tabel­la condivisa di valutazione per evitare che chiunque attinga a fondi e che la gente pensi che il denaro sia spartito in modo non equo. Sono molto disponibile a collaborare con tutti, ad esempio sul regolamento della
vita del Comune. Inoltre su ar­gomenti come quelli del carce­re e delle case da gioco mi sto impegnando molto, c’è poi il problema dei giardini del Prolungamento con due progetti per cui ho chiesto la convocazione urgente della commissio­ne che ci spieghi qual è quello da realizzare, perché la gente è confusa”.

 

Lei aveva parlato di rendere ma una città gradevole, da cui i giovani non abbiano  voglia di andarsene. Secondo lei si sta andando in questa direzione? 

“Per i giovani non mi sembra che ci siano molti sbocchi, a parte il progetto del centro culturale al porto. Riscontro scarsa attenzione, ai problemi del lavoro in generale. Come Comune dovremmo offrire le infrastrutture, che invoglino le imprese a venire a Savona, perché ai giovani non si può offrire solo la movida. Per i ragazzi dovrebbero esserci poi spazi per praticare sport, più simili ai vecchi cortili. Tornan­do alla “gradevolezza” c’è il tentativo di rendere più abita­bili e vive alcune zone. Resta poi il problema della viabilità del porto, occorre individuare le vie d’uscita: ad esempio si parla di ripristino della ferrovia che potrebbe portare il traffi­co in uscita fino a Vado e di lì passare su gomma ed entrare in autostrada. Questo perché quando ci sono più navi il traf­fico è bloccato, senza, parlare poi dell’inquinamento prodotto dalle navi Costa, sia atmosferico sia acustico, perché tengono il motore acceso”.

Che considerazione ha il tema dell’ambiente nell’at­tuale amministrazione?

“C’è un forte inquinamento in città e un’alta percentuale di morti premature superiore di gran lunga alla media regionale e a quella nazionale. Il Comu­ne dovrebbe prendere decisioni più nette ed essere parte attiva nella difesa dei cittadini; do­vrebbe pensare ad un progetto lungimirante che preveda parcheggi fuori dal centro della cit­tà, come quello del Sacro Cuo­re, cominciato moltissimi anni fa. Bisogna limitare il traffico della città, con l’ampliamento
della zona a traffico limitato, favorendo i collegamenti con i mezzi pubblici. Berruti ave­va firmato il patto dei sindaci europei per l’energia sui cam­biamenti climatici, per cui si sarebbe dovuto fare anche un censimento delle emissioni sul nostro territorio. Non è stato fatto nulla, tanto che il Comu­ne di Savona è stato espulso da questo patto. Io ho votato contro il bilancio perché se non
si lavora per l’ambiente non si contribuisce in piccolo al be­nessere di tutto il mondo. Dob­biamo cercare di fare azioni di risparmio energetico almeno
dal punto di vista amministrativo

 

Eliana Biagini da IL LETIMBRO

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