In mezzo al guado

In mezzo al guado

 In mezzo al guado

 

È meglio scrivere su un quotidiano cartaceo di qualche prestigio o cercarsi un pubblico online? 

Chi di lavoro fa o vuole fare il produttore di piccole e grandi pensate ha ancora, come meta, collocare la propria firma su un giornalone, nella convinzione che chi conta esclami: ah, guarda questo, scrive sul Corriere, teniamolo da conto? O quel tempo è definitivamente passato e le pensatine come le pensate ormai conviene collocarle in rete? Difficile dire, siamo in mezzo al guado.

Forse il giovane che si fa notare online non vuole restarci per sempre, probabilmente sente la Repubblica come una promozione. Forse l’anziano bruciato da decenni di collaborazioni cartacee s’immagina di poter risorgere dalle proprie ceneri affidandosi all’elettronica. E non aiuta che la rete sia sempre più considerata il ricettacolo di tutti i mali: lì si mente, si falsifica, si sfregia, si calunnia, si odia, si sgrammatica. E sulla carta no?

Da sempre, anche sulla carta, il teppismo abbonda, i banalini banaleggiano sulle banalità altrui, al posto di schermire si scrive schernire, al posto di cerebralecelebrale, e un giorno sì e uno no si fa la guerra per bande stiracchiando menzogne per farne verità. Meno male che sia in rete sia sulla carta non mancano mai cose di pregio. Forse bisogna tornare all’idea che dare peso al mezzo va bene, ma ciò che fa la differenza è il messaggio.

 Domenico Starnone  Internazionale 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.