Ilaria Salis: reazioni a catena

Ilaria Salis da https://www.tgcom24.mediaset.it

Il caso di Ilaria Salis, l’italiana di 38 anni detenuta in Ungheria con l’accusa di lesioni aggravate nei confronti di due manifestanti di estrema destra, ha scatenato una serie di reazioni a catena nel panorama politico italiano.

Salvini accusa, Schlein attacca

Matteo Salvini, leader della Lega, ha accusato Salis di essere una “violenta” e di non poter più fare la maestra se fosse colpevole. La leader del Pd, Elly Schlein, ha replicato accusandoSalvini di essere un “paternalista” e di essere lui stesso accusato di sequestro di persona.

Meloni media, ma rischia di scontentare la destra

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Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha cercato di mediare con il governo ungherese, ma rischia di scontentare la sua base di destra, che è vicina a quella di Orban.

Un caso di paciugo all’italiana

Il caso Salis è l’ennesimo esempio di come la politica italiana sia spesso dominata da reazioni a catena e da accordi politici dietro le quinte. In questo caso, Salvini ha cercato di
mettere in difficoltà Meloni in vista delle prossime elezioni europee, mentre Schlein ha cercato di capitalizzare l’occasione per attaccare Salvini. Meloni, dal canto suo, ha cercato di ampliare la sua base di consenso a sinistra, ma rischia di scontentare
la destra.

Un’occasione sprecata

Il caso Salis è anche un’occasione sprecata per riflettere sul tema della giustizia e dei diritti umani. In un’Europa che si proclama democratica e garantista, è inaccettabile che una
persona possa essere condannata in contumacia sulla base di accuse che non sono ancora state provate.

La speranza è che la vicenda possa avere una fine pienamente legittima in Ungheria oppure che Ilaria Salis possa tornare presto in Italia, dove potrà difendersi dalle accuse a suo carico.

Antonio Rossello       CENTRO XXV APRILE

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