Il volto della memoria (Trentottesima parte)
IL VOLTO DELLA MEMORIA
(Trentottesima parte)
LE ENERGIE RINNOVABILI
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IL VOLTO DELLA MEMORIA
(Trentottesima parte)
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COME ANNUNCIATO LA SETTIMANA SCORSA PUBBLICHIAMO, CON IL CONSENSO DELL’AUTORE ALDO PASTORE, IL SEGUENTE ARTICOLO INCLUSO NELLA PUBBLICAZIONE: “TRUCIOLI SAVONESI SPAZIO DI RIFLESSIONE PER SAVONA E DINTORNI” EDITA DA: “MARCO SABATELLI EDITORE” (anno 2008)
LE ENERGIE RINNOVABILI
Numerose sono le ragioni che sollecitano una svolta nelle politiche energetiche, capaci di portare il mondo fuori dalla dipendenza dal petrolio e, più in generale, da tutti i combustibili fossili. Vediamo quelle più importanti: 1) Portare il pianeta Terra fuori dal petrolio e dalla dipendenza dalle fonti non rinnovabili favorisce la PACE. E’ largamente condivisa la convinzione che sia il terrorismo stragista che le risposte belliche ad esso conseguenti (guerra preventiva) siano alimentate dal “problema petrolio”, cioè dalla pretesa di entrambi i contendenti di possederne il controllo; 2) abbandonare i combustibili fossili permette di governare e proteggere il CLIMA DEL PIANETA. Come ho già avuto modo di evidenziare in un precedente articolo, i fatti dimostrano, con chiarezza, che il Pianeta subisce oggi (e non in un futuro imprecisato) le conseguenze del riscaldamento del suo suolo; 3) le fonti rinnovabili sono presenti su tutto il Pianeta in modo diffuso e le tecnologie (sempre più sofisticate) consentono di produrre energia senza emissioni inquinanti e negative per il clima. Inoltre esse possono garantire il DIRITTO ALL’ ENERGIA a miliardi di donne e uomini, ai quali, oggi, questo diritto è negato; 4) uscire dai combustibili fossili consente di ridurre l’ inquinamento dell’aria che respiriamo, realizzando, così, forti risparmi nelle SPESE SANITARIE ed in quelle di disinquinamento; 5) infine, la svolta energetica potrà consentire la creazione di una NUOVA ECONOMIA, attraverso una straordinaria occasione d’ INNOVAZIONE TECNOLOGICA. E’ certamente miope continuare a considerare il protocollo di Kyoto come un vincolo allo sviluppo, anzichè cogliere la straordinaria opportunità che esso può mettere in moto. Quali sono le energie rinnovabili? In sintesi, possiamo includere, in questo contesto, le seguenti fonti energetiche: a) la solare o fotovoltaica; b) l’eolica; c) la geotermica; d) l’ idroelettrica ed , inoltre, quella derivata dall’utilizzo delle maree e delle onde marine; e) quella derivata dalla combustione delle biomasse e della componente secca (non inquinante) dei rifiuti solidi urbani; f) quella derivata dall’ utilizzo delle fibre vegetali e della frutta di scarto, con conseguente produzione di bioetanolo; g) quella fondata sull’ utilizzo dell’idrogeno. Andrea Massullo, in un suo articolo giornalistico comparso sul mensile “APRILE”, ha evidenziato che “queste fonti energetiche hanno, teoricamente, un potenziale annuale di circa 10.000 volte i consumi energetici mondiali.” Questa valutazione potrà apparire eccessivamente alta e, quindi, non credibile; ma i recenti dati dell’ANEV, sulle prospettive future dell’Italia, confermano questa futuribile previsione ( dati pubblicati in data 4 maggio c.a.). Infatti, se nel 2015 l’Italia raggiungerà il 25% di fonti rinnovabili (obiettivo assunto dal Governo in sede internazionale), si potrà giungere, attraverso di esse, alla produzione di 37.300 megawatt; quindi, il risparmio stimato potrebbe raggiungere i 380 milioni di barili di petrolio per un controvalore di oltre 22 miliardi di euro ( sulla base dell’ attuale valutazione di 72 dollari a barile). Inoltre grazie all’ eco- energia, sono previsti risparmi anche sul fronte del consumo di gas naturale: circa 9, 2 miliardi di metri cubi in meno, per un controvalore di 1,8 miliardi di euro (considerato un costo medio di 0,2 euro a metro cubo). Tutto ciò premesso, occorre intervenire sollecitamente per la soluzione di due decisivi problemi: 1) Il primo è quello TECNOLOGICO, nel senso che debbono essere analizzate tutte le opzioni per raggiungere contemporaneamente la più alta funzionalità e il più basso costo possibile. Esiste in tutto il mondo (e non soltanto in Europa), un fervore di lodevoli iniziative rivolte ad affrontare razionalmente il problema. Desidero citare, in proposito, IL PROGETTO ARCHIMEDE di Carlo Rubbia che verrà realizzato prossimamente ( in tempi brevi) in Spagna; questo progetto utilizza una tecnologia capace di concentrare, attraverso un sistema di specchi parabolici, la luce diretta del sole e di accumularla in un fluido salino, in modo da sviluppare calore ad alta temperatura (fino a 550 gradi) in ogni momento della giornata. Il calore, così realizzato, può, successivamente, essere utilizzato per la produzione continua di energia elettrica; la centrale sarà capace di produrre 20 megawatt di energia, tali da soddisfare i bisogni di una città di 20.00 abitanti, evitando di conseguenza, emissioni di biossido di carbonio per 40.000 tonnellate all’anno. Va, inoltre, sottoposto all’attenzione dei lettori il PROGETTO DELLA TORRE DEI VENTI, che verrà realizzato a Fuente del Fresno (Spagna, nella mitica Mancia dei mulini a vento, cantati da Cervantes nel ” Don Chisciotte”); il progetto assolutamente pioneristico nel vecchio Continente (due simili sono in costruzione in Arabia saudita ed in Australia) fornirà energia che soddisferà la domanda annuale di una popolazione di 120.000 persone, impedendo, contemporaneamente, l’emissione in atmosfera di 78 tonnellate di biossido di carbonio, risultante dal consumo di 140.000 barili di petrolio, che si dovrebbero utilizzare per produrre lo stesso quantitativo di energia; 2) Il secondo PROBLEMA è di NATURA POLITICA ed, in quanto tale, appare di più complessa e difficile soluzione, perchè viene ad investire temi di straordinaria importanza, che rispondono al nome di POTERE ECONOMICO e DEMOCRAZIA. Il mercato dei combustibili fossili (e delle risorse nucleari) è oggi controllato da una decina di grandi compagnie, che godono, quindi, di un enorme potere politico, essendo in grado di influenzare le economie ed i governi di tutto il mondo. Poichè le fonti rinnovabili di energia potranno essere disponibili, in diversa forma, in ogni angolo del Pianeta ed, in particolare, nei territori a bassa concentrazione di popolazione, il loro utilizzo avrà bisogno del passaggio ad un sistema energetico decentralizzato. Ciò comporterà l’esigenza di un controllo locale delle fonti energetiche ed un coinvolgimento diretto e responsabile dei cittadini e dei governi locali; questa scelta politica, di difficile ma indispensabile realizzazione, potrà, finalmente, portare ad un riequilibrio energetico, superando l’attuale, iniquo sistema che vede un cittadino dei paesi dell’ OCSE (dove vive circa un sesto della popolazione mondiale) consumare annualmente circa 4,75 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio) a fronte degli 0,98 TEP di un cittadino del resto del mondo. In questo mio ragionamento non ho toccato (scientemente) il tema dell’ Energia Nucleare; mi riservo, dunque, di trattare questo argomento nel prossimo articolo. Aldo Pastore
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