Il nuovo fascismo alle porte? (terza parte)
IL NUOVO FASCISMO ALLE PORTE?
(Terza e ultima parte)
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IL NUOVO FASCISMO ALLE PORTE?
(Terza e ultima parte)
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Va pensiero sull’ali dorate va ti porta sui clivi e sui colli ove olezzano tepide e molli l’aure dolci del suolo natal Meno male che l’inno padano non parla di schiave a cui si tagliano le chiome, o di conquistatori d’Africa o di essere pronti alla morte, altrimenti davvero le sinistre ci avrebbero sommerso di accuse fasciste ben di più di quello che qualcuno ogni tanto si diletta a farci, come facevamo noi giovani comunisti negli anni 60 a quelli che avevano il grande torto di non pensarla come noi. In verità i nostri valori padani non sono né di conquista né di usurpazione di terre altrui, bensì di considerare sacro il nostro” suolo natale”, che, è vero, adoriamo tanto da ritenerlo sacro, come sacro riteniamo quel fiume che, partendo dalle Alpi e fluendo lungo tutta la pianura padana, ha creato quell’ambiente fertile e produttivo, dove sono nate le comunità che hanno contribuito al benessere non solo della Padania, ma di tutto il Paese. E’ davvero bizzarro sentirsi dare del fascista da persone che si vantano di essere di sinistra, quando tale sinistra nel dopoguerra e sino alla caduta del muro di Berlino, quindi non secoli fa, contrapponeva al l’inno nazionale italiano, che secondo loro era cosa da fascisti, l’Internazionale se non, spesso, addirittura l’inno dell’Unione Sovietica e nelle piazze le bandiere rosse si scontravano con i tricolori e dietro questi scontri vi sono state non poche vittime. Il nostro pensiero ci porta sui” clivi e sui colli “a dimostrazione che nostri valori sono i valori della antica civiltà contadina basata sul lavoro (clivi di vigneti e oliveti), sulla famiglia tradizionale, sul rispetto degli anziani e sul rispetto delle tradizioni locali, che erano fondate sulla onestà e moralità. Quando io ero bambino, come peraltro durante i secoli precedenti, le persone anziane erano rispettate e temute come pure gli insegnati e come pure le forze dell’ordine, non tanto perché vi fossero delle norme, ma perché i valori comuni erano il rispetto e la disciplina; la moralità e l’onestà dei nostri antenati poteva addirittura far fare loro a meno delle leggi. In Paradiso non esiste la Legge, in una società omogenea, in cui le persone che la compongono condividono gli stessi valori e hanno una comune mentalità e filosofia di vita, la legge quasi non servirebbe; tuttavia se da quando esiste l’essere umano, uno straccio di legge c’ è sempre stato, e con l’avvento della Magna Carta la Legge fu pure posta al di sopra anche del re, oggi, in una società complessa e sempre più multirazziale, come molti auspicano , a maggior ragione la legge e il suo rispetto sono imprescindibili , perché i nuovi arrivi apportano filosofie di vita e usanze spesso opposte alle nostre, che inevitabilmente creano frizioni e conflitti sociali. Negli Stati Uniti, terra di forte immigrazione e patria del “melting pot” la Legge è ferrea.
Quando mi trovo in quel Paese e vado a cena con clienti o con amici, mi duole il cuore non poter sorseggiare due bicchieri del buon cabernet californiano o dello shiraz australiano, ma dovendo poi guidare, il solo pensiero delle conseguenze se mi fermasse la polizia e mi trovasse solo un po’ di alcool nel sangue, mi frena al punto tale da rinunciare anche ad un solo bicchiere. Negli Stai Uniti se sgarri di un millimetro, prima ti mettono in gattabuia, poi discuti il giorno dopo con un buon avvocato, se sei in grado di pagarlo; la cosa sarà pure esagerata ma è un ottimo deterrente per non delinquere. Nel nostro Paese, al contrario, si gira senza patente, si ammazzano pedoni inermi sulle strisce, si ruba nelle stazioni, si usano i treni a piacimento senza pagare il biglietto, si schiamazza, si fanno maxi risse, come quella recente di Brescia, e nessuno osa intervenire e quando le forze dell’ordine intervengono, il giorno dopo i delinquenti sono nuovamente liberi di delinquere e se gli agenti esagerano nelle loro funzioni vengono accusati di essere torturatori. Le periferie delle città sono spesso nelle mani della delinquenza, che, guarda caso, è sempre più multirazziale, e spesso si sente dire che le varie delinquenze internazionali sono attirate dal bel Paese per il fatto che la legge qui è molto labile. Quando ero bambino, durante le afose notti estive nei quartieri periferici, mentre noi bambini giocavamo, le persone anziane chiacchieravano nei giardini o si portavano le sedie sulle spiagge per rinfrescarsi con la brezza, socializzando e passando placidi serate in piena sicurezza. Oggi tali abitudini sono rimaste un romantico ricordo, perché le persone anziane nelle periferie sono barricate nelle loro case e anche i giovani, specialmente le ragazze, spesso rinunciano a uscire di casa di notte per paura di essere violentate, cosa che avviene sempre più frequentemente e accade anche che certi media nascondono la nazionalità dei criminali per non essere accusati di razzismo. Non sono esenti dalla triste sorte anche le persone più agiate, mi riferisco a quella classe media, che dopo una vita di lavoro è riuscita a costruirsi la villetta, magari in collina, per godersi gli ultimi anni della propria esistenza circondati dal verde e lontani dal cemento della città dei casermoni e dei vicini chiassosi. Non passa giorno che non si sente di assalti alle villette con situazioni da “arancia meccanica”, che sono attuate da gente che hanno disprezzo per il più semplice sentimento di umanità, quella umanità che è sempre stata caratteristica dei popoli padani; basta notare la provenienza delle migliaia di missionari e laici che operano volontari in tutti gli angoli più sperduti e poveri del mondo. Sono anni che stiamo assistendo ad una invasione di migranti, i quali, senza alcun ritegno, infrangono la nostra legge sull’immigrazione, si rifiutano di dare le proprie generalità, di dare le proprie impronte digitali e spesso insultano i nostri uomini in divisa; la cosa è diventata quasi una cosa normale, tanto normale che, per sgravare i Giudici dal loro tanto lavoro, le sinistre vogliono addirittura eliminare tale legge. La legge Bossi Fini sull’emigrazione, che peraltro era stata, a suo tempo, molto annacquata dal partito di Casini, sotto la spinta della Chiesa, che è una legge improntata al buon senso e simile a tutte le leggi in vigore nei paesi civili, per la sinistra deve essere eliminata, affinché essere clandestino non sia più un reato; si vuole adottare la stessa soluzione realizzata con “lo svuota carceri”, sistema semplice per eliminare il sovraffollamento delle carceri, peccato che poi chi ne subisce le conseguenze sia la povera gente e non i” salottisti perbenisti” che dall’alto della loro saccente retorica accusano la povera gente di egoismo verso i più poveri di loro. Nelle indagini di opinione, che spesso vengono fatte sulle preoccupazioni della popolazione italiana, al primo posto viene sempre messa la disoccupazione e come secondo punto la sicurezza. E’ Salvini che “approfitta delle disgrazie della povera gente” o semmai, al contrario di chi si diletta a filosofeggiare nei salotti di argomenti importantissimi come le coppie di fatto o l’istruzione “gender”, è Salvini che vuole aiutare la povera gente? Salvini, non soffia sul fuoco, Salvini si occupa semplicemente delle disgrazie altrui e propone delle soluzioni, tra le quali, piaccia o no, quella di radere al suolo i campi abusivi pieni di immondizia, topi e contemporaneamente di Mercedes e BMW, dove neanche i vigili urbani osano avventurarsi, campi che, guarda caso, si trovano ben distanti dai luoghi dei salotti sopracitati. Purtroppo nelle società moderne i grandi nemici della giustizia sociale sono gli interessi delle lobbies, che sono variegate e rappresentano forti condizionamenti alle politiche dei partiti. La sinistra ha sempre avuto come fine il potere, potere che esercita da tanto tempo attraverso tutti i gangli vitali del paese che vanno dai Sindacati , alle cooperative , al grande apparato della scuola e alla burocrazia; questo sistema di potere ha bisogno di linfa e la linfa arriva con l’immigrazione di masse di persone che hanno bisogno di tutte le organizzazioni sopra citate (oneste e disoneste che siano), per cui le sinistre, per la loro stessa sopravvivenza attuale, stanno alienando il futuro dei nostri territori, il futuro della nostra civiltà , lo stesso futuro della religione cristiana. Noi non siamo xenofobi, noi siamo solamente realisti e crediamo, da una parte, che l’immigrazione debba essere regolata in base alle esigenze di lavoro e di sopportazione del territorio sia economico ma anche ambientale, dall’altra che ci sia la volontà di integrazione da parte di chi vuole fare parte della nostra comunità. Noi crediamo che chi è perseguitato per motivi politici debba essere accolto e protetto e aiutato a crearsi un futuro con pari opportunità di un autoctono, né più né meno. Altresì crediamo che chi non è perseguitato ma affamato debba essere aiutato nella sua terra d’origine con investimenti produttivi in loco; ad esempio i tanti insegnanti che bramano trasmettere il loro “sapere” potrebbero farlo direttamente nei paesi di provenienza dei migranti, anziché sotto casa ,dimostrando così il loro “amore per l’insegnamento” e nel contempo la loro solidarietà effettiva, almeno per un certo periodo della loro carriera. In poche parole noi non sfruttiamo il malcontento della povera gente per motivi elettorali, ma al contrario rappresentiamo le loro preoccupazioni e le loro paure e naturalmente cerchiamo di dare delle soluzioni secondo il buon senso, senza alcun interesse nascosto, come spesso accade. Roberto Maroni da ministro dell’Interno nel penultimo Governo di centrodestra ha avallato la regolarizzazione di 700.000 clandestini, semplicemente perché non avevano pendenze penali (a parte quella di essere clandestini ) e avevano un lavoro, perché sino a quell’anno l’economia tirava ancora, tant’è vero che tali clandestini, avevano un occupazione stabile. Dopo che le sinistre hanno preso il potere con un colpo di mano targato Merkel, oggi il lavoro è diventato una chimera anche per gli italiani, per cui come si può pensare di fare arrivare centinaia di migliaia di migranti economici in cerca di lavoro (per chi lo cerca davvero), andandoli a prelevare addirittura in Libia, se non ha lavoro neanche chi già vive nel nostro Paese? Chi accusa di Razzismo e Fascismo coloro che reclamano il rispetto della Legge, e vogliono usare il buon senso nelle politiche sociali, dovrebbe riflettere un pochino sul fatto che la libertà consiste nella Legge che ci si è dati, mentre la servitù nell’essere costretti a sottomettersi alla volontà di altri, ma soprattutto dovrebbe fare un bell’esame di coscienza sulla propria carità piuttosto pelosetta. Lega Nord |