Il mito del capitano va sfumando.

“Il problema non sono le espulsioni, ma le decine di persone che se ne stanno andando da sole”. Per Salvini il vero fronte è la Lombardia: “Si sente blindato, ma non durerà”. Sostiene chi sa o vanta di sapere.

Matteo Salvini   https://notizie.tiscali.it/

Inevitabilmente si sta assistendo a un fuggi fuggi generale, da nord a sud di esponenti di spicco,  militanti, iscritti e semplici cittadini con diritto di voto.

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Non occorre chiedersi i motivi, dato che sono evidentissimi. Transito in corso verso Forza Italia  e verso FDI.  Mentre dissidenti leghisti  chiedono a Salvini di cambiare linea.

Esodo dal Lazio alla Puglia fino all’Emilia-Romagna e al Veneto. Ma soprattutto in Toscana ,dove la Lega perde  pezzi ovunque.
Con l’avvicinarsi delle elezioni europee, e con il crescente malcontento  capitalizzato all’interno del partito, ha risentito di un nuovo allungo.
“Il problema non sono le espulsioni, ma le decine di persone che se ne stanno andando da sole”, ha raccontato al Foglio l’ideatore della lettera dei 21 dissidenti, Cristian Invernizzi, ex deputato ed ex segretario della Lega nella provincia di Bergamo.  La situazione per Matteo Salvini e i suoi è tutt’altro che tranquilla.
Ha complicato la situazione la fronda nordista  che ha iniziato a farsi sentire più spesso, con la lettera scritta, appunto,  da 21 leghisti dissidenti e indirizzata a Salvini con il quale non tutti si accordano, non riconoscendo  i  principi e la  linea politica  della   primaria,  vecchia Lega nord.  Ma anche in quella più recente, alla quale si erano avvicinati o che avevano protratto. prolungato,  la propria attività politica.  Ma la fuga non è rimasta relegata   alle regioni settentrionali.  Infatti, la dinamica accomuna  tutto il Paese , dalle Alpi a Capo Passero. Accomunati, appunto ,   dal rifiuto della  nuova linea che il segretario ha  scelto e  ha inciso  nel  partito. Le divergenze degli esponenti locali,   con i vertici nazionali sono diventate, per alcuni, troppi,  insostenibili. Consiglieri, ma anche assessori come l’ex assessore alla Sanità dell’Abruzzo Nicoletta Verì, esemplare,   uscita all’inizio dell’anno. Nonostante abbia deciso comunque di appoggiare   il presidente  Marsilio  che, per altro è stato rieletto  alle scorse regionali di marzo. Inoltre, come  civica, potrebbe essere riconfermata nella prossima giunta.
Secondo alcuni quello salviniano “non è più il movimento del 2016 né il partito che insieme a Matteo Salvini abbiamo costruito e ciò mi lascia un grande amaro in bocca”.
  “Mi sentivo a disagio, ma non me ne andrò in un altro partito”, hanno  detto i tanti che in modo dignitoso  e, a mio avviso, corretto, sono approdati  al gruppo misto.

Italy\’s League Party leader, Matteo Salvini, wipes his face prior to the start of a press conference at the Foreign Press club headquarters in Rome, Tuesday, June 7, 2022. (AP Photo/Gregorio Borgia)

Se c’è una regione, più delle altre,  in cui l’emorragia leghista è evidente è la Toscana. Ovvero la regione di Susanna Ceccardi, europarlamentare, fedelissima di Matteo Salvini che sarà ricandidata a Strasburgo.  Modello esemplare,  Grosseto comune amministrato dal centrodestra, e provincia,  dove,   in un  giorno solo, hanno lasciato la Lega i consiglieri comunali Alessandra Bragaglia, Alfiero Pieraccini, Ludovico Baldi e l’assessore all’Istruzione Angela Amante, transitati tutti nel gruppo misto. Uno degli ultimi fuoriusciti è Andrea Ulmi, consigliere regionale. Anche Diego Cinelli, ex sindaco di Magliano, se n’è andato  in malo modo. Tanto per citare alcuni esempi.l

 Il caso di Cortona, in provincia di Arezzo, è un esemplare  eclatante. Nel 2019, alle ultime amministrative,  il centrodestra  aveva  espugnato questa storica roccaforte della sinistra. La Lega elesse cinque consiglieri. Fino a qualche settimana fa gliene rimanevano tre (Lucia Ripetti, Arianna Del Treggia e Santino Turchetti) che  hanno addirittura  stracciato la tessera dopo che il partito ha deciso di non riconfermare il sindaco uscente Luciano Meoni.   A Prato la Lega è passata da 6 a 2 consiglieri, a Firenze da 6 a 3. A Livorno da 5 a 2. E a Piombino da 6 a 3. Se non è declino questo….

Per Salvini il vero fronte è la Lombardia: “Si sente blindato, ma non durerà”. Sostiene chi sa o vanta di sapere.

Carla Ceretelli

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