Il libro del mese

 

IL LIBRO DEL MESE:
“ROVINA” e “FUOCO!”
Ecologia e speculazione edilizia in VerdeNero, una collana legata a Legambiente e interamente dedicata a noir di ecomafia.
Uno spunto contro la cementificazione in Liguria (e perché è meglio che abbia vinto Burlando.)

IL LIBRO DEL MESE:
“ROVINA” e “FUOCO!”
Ecologia e speculazione edilizia in VerdeNero, una collana legata a Legambiente e interamente dedicata a noir di ecomafia.
Uno spunto contro la cementificazione in Liguria (e perché è meglio che abbia vinto Burlando.)

“Rovina” di Simona Vinci. Il titolo dice già tutto: questo romanzo breve tratta il tema della speculazione edilizia, cioè di gente priva di scrupoli che per i propri biechi interessi è disposta a distruggere l’equilibro naturale e a lasciare il mondo, per l’appunto, in rovina. “Rovina” appare per VerdeNero, Edizioni Ambiente, collana di scritti noir sul tema delle ecomafie, i cui autori devolvono parte delle loro royalties al progetto SalvaItalia di Legambiente. Come trascrivono i curatori sul frontespizio dei vari volumetti:

“…Avete presente l’ecomafia? Per farla breve è tutto quel giro di soldi e potere che ruota intorno alla speculazione sull’ambiente. Per raccontarlo Edizioni Ambiente ha chiamato a raccolta narratori da sempre impegnati a esplorare il lato oscuro.” (Pietro Cheli).

“…VerdeNero è una campagna di mobilitazione contro l’ecomafia e il silenzio che l’avvolge, un’occasione concreta per affermare nel paese una nuova cultura della legalità a difesa dell’ambiente.” E aggiunge infine Filippo La Porta:

È davvero indispensabile trattare temi sociali e civili attraverso il noir? Forse sì, se si vuole raggiungere un pubblico ampio, a patto di farlo con intelligenza e misura. È questo il caso di VerdeNero, la nuova collana di Edizioni Ambiente. Al progetto hanno aderito diversi autori. Schierati contro la mafia, assaggiano la vita e ne raccontano la straziante ambiguità morale.

Rovina, la storia di Simona Vinci, quasi più una tesi romanzata che un romanzo breve vero e proprio, non si presenta come un racconto unitario, ma come un resoconto enunciato da tante singole voci, le quali espongono i fatti in cui sono state coinvolte in riferimento a una serie di palazzine costruite in Emilia aggirando i regolamenti. I vari personaggi si riservano un capitolo a testa monologando come se stessero spiegando la loro tragedia personale al proprio avvocato oppure la loro posizione al magistrato incaricato di istaurare il processo. Costoro parlano in ordine. Prima è il turno della testimone di un delitto. Poi di uno dei tanti illusi che acquistarono un appartamento del complesso in costruzione solo per vedere infranto il proprio sogno. In seguito parla la proprietaria terriera che si lasciò inopinatamente convincere a vendere la sua terra per scopi speculativi. Tocca quindi al titolare di una delle imprese edili minori coinvolte nell’operazione. Il successivo a esprimersi è uno dei manovali salariati dalla grande azienda motore primo dell’operazione e controllata dalla mafia. Infine la parola passa a una vittima fisica della speculazione e all’autrice stessa, Simona Vinci, la quale racconta in prima persona la propria esperienza.

Una collana di denuncia funziona se funzionano le storie in essa presentate e a onor del vero il racconto in oggetto lo si legge sì con interesse, ma risulta un po’ troppo arido per avvincere davvero e non è tra i più riusciti della collana. Se nonostante ciò abbiamo scelto di trattarlo qui è perché Truciolisavonesi è legato alla Liguria, regione che i rischi di cementificazione incontrollata e di speculazione edilizia li vive ogni giorno, benché non al livello limite del meridione e Rovina può contribuire ad aprire gli occhi sull’orrore in cui si vanno lentamente trasformando la riviera ligure e l’Italia tutta: colata di cemento dopo colata di cemento il panorama diventa di anno in anno sempre più inguardabile. Sia però ben chiaro che chi scrive non è contrario a ogni piano edilizio in sé e anzi, lo deve confessare, non è orripilato dagli edifici già terminati o in costruzione presso la darsena savonese: benché in quel contesto essi magari stonino, le città sono pur sempre la sede naturale dei palazzi, no? Ben vengano quindi anche altre realizzazioni cittadine, a patto che non danneggino edifici storici. Il sottoscritto è semmai fermamente contrario a progetti dannosi per l’ambiente. E quello della Margonara sarebbe uno scempio che va impedito a ogni costo. Per fare un altro esempio, si può capire il desiderio dei torinesi e dei milanesi di possedere una seconda casa fronte a mare nel verde di Bergeggi e di Torre Del Mare, ma vedere certe mostruosità spuntare come funghi velenosi in mezzo alla natura un tempo incontaminata mette tristezza.

Tornando alla letteratura e alla collana VerdeNero, convince molto di più “Fuoco!” di Giancarlo De Cataldo, un riuscito romanzo incentrato su alcuni incendi dolosi appiccati dalla criminalità organizzata per scopi assai contorti. E questo degli incendi boschivi è un altro tema purtroppo di attualità e assai ricorrente anche qui in provincia di Savona e nella Liguria tutta, dove ogni anno bruciano ettari ed ettari di foreste, anche se per fortuna, come  racconta Legambiente nella postfazione, “in Toscana e in Liguria, che in passato erano tra le regioni più colpite dagli incendi boschivi, il numero dei roghi e la superficie percorsa dal fuoco si sono praticamente ben più che dimezzati”.

Fuoco! è scritto da un magistrato che per via del suo lavoro ha avuto modo di conoscere fin troppo bene questo come tanti altri crimini. La storia è ambientata in Puglia, terra natale di De Cataldo, e offre una splendida galleria di personaggi, da Lu, rabbioso adolescente in crisi in cerca di una propria strada, a Cecilia, ragazza intelligente e sensibile ma con la sfortuna di avere un padre, Leonardo, tanto a lei affezionato quanto indissolubilmente schiavo della mafia, fino a Petruzzo Godigodi, indovinato killer della camorra, tanto spietato quanto fascinoso nel suo costante desiderio di imparare e migliorarsi.

Fin qui la fiction, come si è però già accennato, ogni volume è corredato da una postfazione curata da Lega Ambiente in cui viene fornito qualche dato sul problema trattato. Riportiamo di seguito due brevi passi tratti da Rovina:

“…Nel 2006 in Italia sono stati accertati dalle forze dell’ordine ben 7038 reati, sono state denunciate 8943 persone, arrestate 6 ed effettuati 1888 sequestri. Le infrazioni alla normativa ambientale comprendono sia l’abusivismo edilizio che le attività estrattive illegali. Un trend sempre in crescita, che anno dopo anno fa scempio del nostro territorio, lo sottrae pezzo pezzo alla libera fruizione, ne compromette la stabilità ideologica, ne inficia le potenzialità turistiche, semina brutture e cemento dove prima c’era bellezza e natura (…) a Roma, Milano, Genova, Napoli e Catania imperversa la Società Generale Immobiliare, che in 25 anni costruisce interi quartieri entrando in aperta polemica con chi – come Camilla Cederna e le prime associazioni ambientaliste – in quegli anni tenta di salvaguardare il territorio dall’assalto dei palazzinari…

Speriamo di avervi stuzzicato. VerdeNero tuttavia non si esaurisce qui. Infatti, oltre a Simona Vinci e a Giancarlo De Cataldo, anche altri autori noir italiani partecipano all’iniziativa editoriale, da Sandrone Dazieri a Carlo Lucarelli, da Eraldo Baldini a Piero Colaprico. Leggere le opere di questa collana può essere un utile esercizio per aprire gli occhi su alcuni dei tanti, troppi orrori in atto nel nostro paese.

 Massimo Bianco

 

P.S. Vorrei approfittare dell’occasione per rispondere, anche se molto tardivamente, a quell’articolo in cui Patrizia Turchi invitava a non votare alle elezioni regionali. Pur con tutto il rispetto per il suo punto di vista, che dopo tutto è stato anche il mio (in precedenti elezioni suggerii proprio su Trucioli agli elettori di stare a casa), in questo caso non sono d’accordo. Patrizia Turchi dimostra nel suo intervento di avere a cuore il problema della speculazione edilizia in Liguria. Ebbene, le assicuro che se avesse vinto Biasiotti la nostra terra sarebbe stata molto più in pericolo di quanto già non sia. Lei forse non ha avuto modo di ascoltare alcune sue interviste rilasciate durante la campagna elettorale alle tv locali, io invece sì e perciò le domando: si poteva permettere che diventasse governatore un personaggio contrario alle associazioni ambientaliste perché esse non vogliono la costruzione di nuove strade all’interno di territori protetti o perché, preoccupandosi per i fondali di Posidonie, rifiutano nuovi inutili porti turistici? Io credo di no. Dopo tutto la giunta Burlando ha bloccato il piano Margonara e qualcuno su La Stampa ha perfino indicato proprio questo come il principale motivo della sua lieve perdita di voti a Savona città. Benché tra destra e sinistra effettivamente non si veda una gran differenza, la coalizione che stava intorno a Burlando forse qualche garanzia in più la offre e dunque la sconfitta di Biasiotti mi sembra un buon motivo per brindare.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.