Il lato B [Il Flessibile]
Sono lontani quei tempi.
Mi recavo in centro città, entravo nel negozio di fiducia, sceglievo il 45 giri che più mi appassionava, lo preascoltavo e poi – con la medesima felicità di uno che ha vinto un terno al lotto – concludevo l’acquisto e rientravo a casa per consumare letteralmente il vinile sul piatto del giradischi o nella bocca del mangiadischi.
Davvero lontani quei tempi.
Il 45 giri era uno scrigno prezioso, conteneva un segreto nascosto.
Eggià, perché se la canzone del lato A aveva un fascino immediato, era la hit delle super classifiche, la canzone più gettonata nei juke-box e maggiormente programmata in radio, la vera sorpresa era rappresentata dal lato B.
La scoperta avveniva qualche giorno seguente, a volte addirittura settimane dopo.
Intendiamoci, ci sono canzoni da lato B insulse, meri riempimenti giusto per fare la coppia (il disco mono-lato sarebbe stato fisicamente impossibile e allora commercialmente improponibile).
Esistono però B-canzoni che nella memoria sedimentano e risultano dopo decenni ricche di significato, quasi da preferirle alla distanza.
Questi pensieri mi inducono a riflettere.
Molte tecniche di comunicazione – oggi più che mai – concentrano il focus sul lato A e gettano nella penombra la gran parte delle informazioni.
È ormai consolidata l’abitudine di indurre l’utente non a fruitore delle notizie ma a prodotto, con lo stesso meccanismo degli spot pubblicitari esteso però ai programmi giornalistici: bombardamento mediatico su quel che deve passare, occultamento di tutto il resto.
Il lato A è palese, bello, patinato, spendibile, auspicabile, soddisfa il desiderio animale, ti fa sentire libero.
Il lato B è silenziato, fa male ma è vero e dunque rende libero il pensiero.
Il lato B tuttavia va guadagnato.
Il lato B richiede ricerca, pazienza e tempo.
Il lato B non è per tutti.
Non lo è mai stato e ancor più non lo è in questo scorcio di storia, in questi primi anni Venti del terzo Millennio che somigliano in maniera preoccupante a quelli del secolo scorso.
Faceva dire Cervantes a don Chisciotte che “…non è possibile che il male e il bene durino a lungo: dal che ne consegue che, essendo durato molto il male, il bene è ormai vicino.”
Se ciò è vero, sarà pur vero anche il contrario.
E a quel punto non avremo il tempo per arrivare ad ascoltare il lato B.
Peccato.
Dario B. Caruso da Corriere AL