IL DECLINO DEI NOSTRI PICCOLI PAESI

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
ventiquattresima parte
IL PROGRESSIVO DECLINO DEI NOSTRI PICCOLI PAESI

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO

 ventiquattresima parte

IL PROGRESSIVO DECLINO DEI NOSTRI PICCOLI PAESI

Il quotidiano “IL SECOLOXIX”, in data 31 Marzo 2011, ha pubblicato un interessante Servizio Giornalistico, a firma di Silvia Campese, così intitolato:

EFFETTO – GELMINI, A RISCHIO CORSI SERALI E PLESSI DELL’ENTROTERRA
 SCUOLA, ADDIO A 70 CATTEDRE
DAL PROSSIMO SETTEMBRE STANGATA IN PROVINCIA. CLASSI CON PIU’ DI 30 ALUNNI.

Nel contesto dell’Articolo, è possibile scorgere la seguente TABELLA:

A commento dei dati sopra citati, Silvia Campese, prendendo spunto dal drammatico quadro statistico, tracciato, in particolare, da Gianni Garino (Segretario Generale della CISL – SCUOLA PROVINCIALE) ha così affermato:

La temuta terza tranche dei tagli alla scuola, prevista dalla Riforma Gelmini, incombe sul prossimo anno scolastico.
Nella provincia di Savona gli effetti calcolati sono nefasti con una settantina di cattedre in meno, tra elementari, medie e superiori, e circa una sessantina di posti Ata perduti che determineranno, complessivamente, problematiche su un doppio piano: una crescente disoccupazione di docenti e impiegati nel mondo della scuola con inevitabili ricadute sul servizio. Classi sempre più numerose, chiusure dei plessi più piccoli dell’entroterra che gravitano, come gestione, sui rispettivi istituti dei comuni costieri, rischio riduzione dei corsi serali gli effetti immediati che si vedranno, nel savonese, già dal prossimo settembre.
 

Ma, a mio modo di vedere, il disastro più grave verrà ad interessare, addirittura, L’ESISTENZA SOCIO-ECONOMICA DEI COMUNI DEL NOSTRO ENTROTERRA.

Già al termine del Secolo scorso, un’approfondita indagine di SERICO-CRESME, condotta su 8.100 Comuni dell’intero territorio Nazionale, aveva evidenziato un progressivo spopolamento nei Borghi Periferici del nostro Belpaese; non a caso, Pietro Gentilucci aveva commentato i dati ricavati dall’indagine con il lapidario titolo:

“L’ITALIA CHE MUORE”

Ma, ancora più chiaro ed incisivo è stato il RAPPORTO, ELABORATO CONGIUNTAMENTE DA CONF-COMMERCIO E LEGA AMBIENTE NELL’AGOSTO DEL 2008.

Questo rapporto è tuttora attuale ed estremamente significativo; ne riporto i dati:

  • NEL 1996: i Comuni disagiati erano 2.830 (vale a dire: il 35 PER CENTO DEL TOTALE);
  • NEL 2006: sono diventati 3.556 (il 43,9 PER CENTO DEL TOTALE);
  • NEL 2016: saranno 4.395 (il 54,3 PER CENTO DEL TOTALE)

Gianni Garino
 

Questi Comuni sono ubicati prevalentemente nelle zone montane e collinari del Territorio Nazionale, ma, anche le aree pianeggianti non sono indenni dal disagio sopra citato.

Domandiamoci a questo punto: DA DOVE DISCENDE LA PAROLA “DISAGIATO”?

E’ presto detto; al DISAGIO concorrono diversi fatti; eccoli

A) FATTORI DEMOGRAFICI:

–  Quanti piccoli Paesi sono abbandonati dai Giovani ed ignorati dagli Immigrati; entrambi tendono ad ammassarsi nelle Metropoli (per ragioni di studio e per la ricerca di un potenziale lavoro);

–  La popolazione, ivi residente, è costituita, in parte prevalente, da Anziani sopra i 65 anni, lasciati, dunque, a presidiare paesini semivuoti;

   

B) FATTORI ECONOMICI

 – NEL SETTORE INDUSTRIALE ED ARTIGINALE, gli addetti al lavoro di questi piccoli Paesi rappresentano soltanto il 2,1 per cento del totale nazionale;

– NELLE ATTIVITA’ COMMERCIALI è attivo solo 1,5 per cento degli occupati nel settore in ambito nazionale;

– ATTIVITA’ AGRICOLA, fatti salvi alcuni settori di nicchia, tende ad essere abbandonata dagli abitanti di questi Paesini, perché, tradizionalmente, poco remunerativa.

Va doverosamente osservato, in proposito, che se è pur vero che i generi alimentari tendono, quasi quotidianamente, a salire di prezzo, è altrettanto vero che l’entità di quest’ultimo viene ad essere determinata e decisa dalla lunga ed articolata filiera commerciale che sovraintende al settore; dal dettagliato esame di questa filiera emerge che gli autentici beneficiari dell’alto prezzo al dettaglio sono i grossisti dei mercati ed i commercianti e non già i contadini produttori;

– IL TURISMO porta poche risorse, perché la promozione dei luoghi e delle bellezze locali è carente; inoltre, le strutture turistiche sono insufficienti per quantità e qualità.

Desidero evidenziare, in proposito, che nel Rapporto elaborato congiuntamente da Conf – Commercio e Lega Ambiente, viene riferito quanto segue:

L’Italia deve tutelare e valorizzare la Qualità del Contesto Territoriale ed Ambientale, che rappresenta non solo la risorsa-chiave in termini di attrazione delle destinazioni, ma anche la piattaforma entro cui allestire momenti di vita autentici e gratificanti, in grado di creare valore per gli abitanti del territorio e di soddisfare le attese dei turisti.”

 
La giornalista
Silvia Campese

c) FATTORI SOCIO-SANITARI:

IL SETTORE SANITARIO è estremamente carente, perché, da tempo, sono spariti i Medici e le Ostetriche Condotte ed, attualmente, stanno dissolvendosi anche i Medici di base.

Nella Scuola, da oltre un decennio, è scomparso il Medico Scolastico.

I Consultori Familiari si sono rarefatti.

Di fatto, oggi, la Sanità Italiana Ospedalo – Centrica non entra più nella Società, nelle Famiglie, nella Scuola.

Ma sono soprattutto gli Anziani, che rappresentano la grande maggioranza degli attuali Residenti dei Paesini, a dover sopportare il disagio della carente Assistenza Socio – Sanitaria e, quindi, a dover pagare in termini di Solitudine e di abbandono la loro condizione esistenziale.

–  A sua volta, il SETTORE SCOLASTICO si avvia verso l’estinzione; parliamo delle PRIMARIE (Asili nido e Scuole Materne), delle Elementari, vale a dire quelle più vicine alle Famiglie, quelle radicate e diffuse sul territorio.

Già nel rapporto precedentemente citato, si diceva esplicitamente che:

Le norme legislative, previste nella finanziaria 2008, ed il recente decreto – Gelmini comporteranno la scomparsa del tempo pieno, il ritorno del maestro unico (con la cancellazione degli insegnanti di sostegno) e, con essi, l’eliminazione di 104.000 classi funzionanti a modulo e di 33.000 classi a tempo pieno; in buona (o cattiva) sostanza, ci troviamo di fronte ad un attacco spietato al diritto dei bambini di avere una scuola più umana e più sufficiente.”

–  Sin qui, dunque, il DISAGIO DEI PICCOLI PAESI ITALIANI, fatalmente (o, meglio incolpevolmente) DESTINATI ALL’ESTINZIONE.

Ma , desidero aggiungere che il fenomeno diventa notevolmente più grave, se noi facciamo riferimento alla nostra piccola ed amata LIGURIA.

Già in data 9 Settembre 2008 avevo scritto per “TRUCIOLI SAVONESI” un articolo nel quale testualmente veniva riportato:

“ La Liguria, presenta, in negativo, il più alto numero di Paesi a rischio estinzione; infatti, su 133 Paesi collinari e montani della nostra Regione, la Densità Demografica è molto inferiore a quella Nazionale (MENO 8 PER CENTO), l’incidenza degli Under 14 sulla popolazione totale è del DIECI PER CENTO (la media nazionale è del QUINDICI PER CENTO), mentre la media di Anziani è del VENTINOVE PER CENTO (quella nazionale è del DICIOTTO PER CENTO); questi piccoli Paesi, inoltre, sono minacciati dalla Crisi Economica (vivendo, unicamente, su di una produzione agricola puramente settoriale: vedi olivicoltura, floricoltura, viticoltura, etc.) sono totalmente sprovvisti di Assistenza Sanitaria di Base e, per di più, corrono il rischio di perdere un consistente numero di Scuole Elementari (una ventina circa per la sola Provincia di Savona).”

  

Il Servizio Giornalistico di Silvia Campese (al quale avevo fatto riferimento all’inizio di questo mio Articolo) viene, purtroppo, a confermare le pessimistiche previsioni di allora; nella Parte Finale del Suo Articolo, è possibile, infatti, leggere testualmente:

“Le prime conseguenze ai tagli, infatti, saranno le chiusure dei plessi, già a rischio negli ultimi anni, cosiddetti “sottomontani”, quelli cioè ubicati nel primo entroterra, o anche quelli minori dipendenti, a livello amministrativo, dalla scuola del comune capoluogo. Situazioni già in sofferenza e a rischio, come ad esempio, le scuole primarie di Pero e Casanova nel varazzino o quella di Rocchetta di Cairo, potrebbero ricevere un colpo letale dal taglio agli organici se non si verificherà un alto numero di iscrizioni, con una chiusura non voluta dagli amministratori locali, ma determinata da una situazione ingestibile per la carenza di personale.”

  

Carissimi amici di “TRUCIOLI SAVONESI”, giunti a questo punto, consentitemi di ripetere, con profonda amarezza, la parte conclusiva dell’Articolo del 9 Settembre 2008: 

“Nella nostra Italia (e, soprattutto, nella nostra Liguria) l’ambiente che ci circonda non è soltanto un dono spontaneo della Natura, ma è anche frutto della cura e del lavoro dell’ uomo, protrattisi per secoli e secoli; quindi, l’abbandono delle campagne e la crescente urbanizzazione non  sono soltanto fattori negativi per il nostro ecosistema, per la nostra economia e per la nostra convivenza civile, ma sono, soprattutto, un’offesa etica alla nostra storia ed alla nostra tradizione, perchè sono destinati ad incidere sulla nostra identità civile e culturale.”

  

6 Aprile 2011               Aldo Pastore

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