IL CASO ITALIANA COKE

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
Quarantesima puntata
IL CASO ITALIANA COKE

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
Quarantesima puntata
IL CASO ITALIANA COKE

Le considerazioni di carattere generale, svolte, la scorsa settimana, sul Tema “IL CARBONE IN VALLE BORMIDA”, ci inducono, quasi fatalmente, a riflettere sul ruolo svolto, in passato e nel presente, dall’ ITALIANA COKE sull’economia e sulla condizione esistenziale dei cittadini dell’intera  Vallata.

Non v’è dubbio, al riguardo, che questo Complesso Industriale  è stato ed è tuttora un fondamentale punto di riferimento, a livello Nazionale ed Europeo, per la creazione e per la fornitura di Coke destinato agli impieghi di altre Industrie ed, in particolare, dei settori siderurgico, edile, automobilistico e, soprattutto, delle fonderie di ghisa.

 

Basti pensare che la Cokeria di Bragno ha, tuttora, una capacità produttiva di circa 480.000 Tonnellate all’anno di coke destinate, per oltre il 50 % all’estero.

A questo dato deve essere aggiunta la produzione di Energia Elettrica, attraverso l’utilizzazione del Gas di Cokeria all’interno di un avanzato impianto di co-generazione; è, inoltre, in fase di studio, il cosiddetto TRANSFER-CAR, vale a dire un nuovo sistema automatico di infornamento del coke, destinato a migliorare il processo produttivo e, presumibilmente, a ridurre le emissioni in atmosfera.

Su questo tema (vale a dire sull’importanza svolta dall’ITALIANA COKE  nell’ambito industriale) mi permetto di ricordare due brevi incisi di una intervista rilasciata da Massimo Busdraghi (Direttore Generale di ITALIANA COKE) al quotidiano “IL SECOLOXIX” in data 4 Dicembre 2010:

Esportiamo più del 70 % della nostra produzione, via terra e via mare. In Europa, tolte le cokerie degli impianti siderurgici integrati, siamo rimasti pochissimi produttori.

I nostri concorrenti si contano sulle dita di una mano: tre in Spagna, uno in Polonia ed uno nella Repubblica Ceca. Così siamo diventati i maggiori  fornitori di Francia e Germania.

Ed ancora:”Le miniere, in Europa, sono quasi tutte chiuse.

Però,  il dato più curioso è che abbiamo cominciato ad esportare anche negli Stati Uniti, ed è clamoroso, perché il carbone che lavoriamo arriva dagli USA in Val Bormida e vi ritorna come coke speciale per fonderia.

Quasi contro le leggi dell’ economia, se non ci fosse dietro un’alta qualità del prodotto e una forte determinazione aziendale. Lo stesso discorso vale per Taiwan.”

Non v’ è dubbio che questo notevole e, per certi versi, inedito boom produttivo ha avuto positive ripercussioni sul FRONTE OCCUPAZIONALE.

Secondo i dati a mia disposizione e riferiti al luglio 2010, sono impegnati, nella produzione 220 addetti diretti ed oltre 150 nell’indotto.

Inoltre sembra non emergere palesemente una contrarietà preconcetta della popolazione Valbormidese nei confronti di questo Complesso Industriale; con limpida sincerità Luisa Barberis, in un pregevole Servizio Giornalistico (datato 9 giugno 2011) ha testualmente scritto:

La paura di perdere il lavoro è più forte di quella di respirare la polvere del carbone ed, allora, tra correre il rischio di veder tramontare l’Italiana Coke (ultimo grande baluardo industriale di una Valbormida che, un pezzo dopo l’altro, ha visto morire tutte le sue fabbriche) e convivere con il nero del carbone, i cittadini di Bragno preferiscono armarsi di stracci e pazienza e continuare a vivere a un passo dalla cokeria, pulendo la polvere nera che ricopre strade, balconi e il bucato steso alla finestra.”

Ma, allora, carissimi amici, di fronte a questa drammatica e disumana situazione, vediamo di porre, nella nostra mente, qualche interrogativo e più precisamente:

. L’ITALIANA COKE, oltre ai pregi sopra descritti (riferiti ai temi della produzione Industriale e dell’occupazione)quali difetti possiede?

. E, per caso, questi difetti sono di entità tale da superare (ed in quale misura) i  pregi? 

Ed allora, cerchiamo di esaminare, sia pure sinteticamente, la NATURA  e L’ENTITA’ DI QUESTI DIFETTI:

A)  MASSICCIO INQUINAMENTO DELL’ ATMOSFERA E DEL SUOLO    

Sono ben note e crescenti le SEGNALAZIONI DEI CITTADINI sulla costante presenza nell’aria di fumi e miasmi, provenienti dall’ITALIANA COKE di Bragno.

Ma, domandiamoci: che cosa contengono, al loro interno, queste emissioni gassose? Vediamo il loro contenuto, attraverso le indagini condotte in questi ultimi due anni:

. INDAGINE DELL’ARPAL  (AGENZIA REGIONALE  PER L’AMBIENTE)  CONDOTTA IN PROVINCIA DI SAVONA NEL GENNAIO – FEBBRAIO 2010:

La concentrazione delle POLVERI SOTTILI PM10  (Massima consentita: 50 Microgrammi) è stata superata in 25 occasioni, ma quasi tutti gli episodi si sono verificati in Val Bormida; a Cairo Montenotte il picco si verifica alle ore 10 del mattino (90 microgrammi), ma anche nelle altre ore della giornata i valori medi si aggirano attorno ai 70 microgrammi.

INDAGINE  DELL’IST (ISTITUTO TUMORI DI GENOVA) CONDOTTA IN VAL BORMIDA SULLA QUALITA’ DELL’ARIA (ANNO 2011):

Nei pressi della cokeria di Bragno, la concentrazione di BENZENE nell’aria è pari a 12 Microgrammi al Metro Cubo (limite nazionale di concentrazione: 5 Microgrammi)

Pure il NAFTALENE supera di cinque volte il limite consentito.

Questi dati sono di per sé significativi e non necessitano di particolari commenti; va aggiunto, peraltro, che il grave inquinamento, determinato da queste ed altre sostanze, non si limita ad agire negativamente  soltanto sull’ATMOSFERA, ma viene ad interessare, in modo deleterio, anche il SUOLO, il quale viene impregnato in modo massiccio, con negative conseguenze sulla quantità e, soprattutto sulla qualità dei prodotti agricoli dell’intera Val Bormida (in ispecie su quelli a crescita e maturazione sotterranee: patate ad esempio).

B)  DELETERIO INQUINAMENTO DELLE ACQUE SOTTERRANEE

E’ noto che già nel 2005 la falda acquifera sotto Cairo – Reindustria presentava un inquinamento da ARSENICO 10 volte superiore alla norma e non mancavano all’appello nemmeno il NICHEL , il PIOMBO ed il SELENIO.  

Esiste, poi, sempre su questo tema, un altro decisivo problema, vale a dire LA PULIZIA  DEL GRETO  DEL BACINO ARTIFICIALE DI SAN GIUSEPPE DI CAIRO.

Secondo i più recenti rilievi, sul fondo del greto, vi sarebbero 72.000 metri cubi di melma, di cui 47.000 definiti “Fango Pulito”, 17.000 “Fango Sporco” e circa 8.000 “Fango Inquinato”.

Anche questi dati si commentano da soli; vi è da aggiungere soltanto che le cause di questo complessivo deterioramento idrico non risalgono unicamente ad ITALIANA COKE, riconoscendo altre origini a genesi industriale.

Non va, tuttavia, sottovalutato l’apporto altamente negativo di questo Complesso Industriale, viste le ripetute falle del DEPURATORE  AZIENDALE, sottoposto, addirittura, nel luglio 2010, a sequestro preventivo da parte della Procura della Repubblica per “sforamenti” ai parametri ufficiali in tema di depurazione delle acque.

Sorge spontaneo, a questo punto, un ultimo interrogativo, relativo alle CONDIZIONI DI SALUTE DEI LAVORATORI E, PIU’ IN GENERALE, DI TUTTI I CITTADINI DELLA  VALLE BORMIDA, A CAUSA DI QUESTO MASSICCIO DETERIORAMENTO AMBIENTALE.  

Non  mi soffermerò eccessivamente su questo argomento, avendo  già citato, nell’articolo della scorsa settimana, autorevoli fonti scientifiche (risalenti, addirittura, all’anno 1983) ampiamente esaustive sulla  genesi e sull’entità dell’intera materia.

Mi soffermo unicamente sui DATI comunicati dal Dr. Federico Valerio dell’ IST, durante il Convegno organizzato a Cairo Montenotte da LEGA AMBIENTE nel Settembre 2011 sul tema “AMBIENTE E INDUSTRIA  IN VALBORMIDA”.

I numeri sono impressionanti: SU UN CAMPIONE DI CIRCA 11.500 PERSONE SONO RISULTATI AFFETTI DA NEOPLASIE 564 PAZIENTI; IN PARTICOLARE , SI E’ EVIDENZIATO CHE IL 5 PER CENTO DEI CAIRESI E’ AFFETTO DA TUMORE.

Il Relatore non ha voluto commentare ulteriormente questi dati, lasciando ai cittadini, presenti al Convegno,  la libertà di interpretarli, informandosi.

Ritengo che questa precisazione vada positivamente apprezzata, in ragione del rigore scientifico, sul quale il Convegno era oggettivamente fondato.

Ma, mi permetto di aggiungere che l’approfondimento richiesto deve essere accolto dalle  Autorità Politiche, responsabili, a diverso titolo, di un ulteriore studio del problema.

Ritengo, in proposito, che vada immediatamente accolta anche la Proposta del Sindaco di Cairo, Fulvio Briano, rivolta ad effettuare  nuovi monitoraggi continui sugli Impianti di ITALIANA COKE, al fine di “fotografare” eventuali emissioni di polveri e miasmi; mi permetto, soltanto, di aggiungere che la procedura di monitoraggio sugli impianti va condotta simultaneamente  ed in perfetta armonia tecnico-scientifica   con lo studio epidemiologico sull’intera popolazione cairese (ed oltre), ipotizzata dall’IST .

Infine, mi sia concesso concludere questo articolo con tre brevi CONSIDERAZIONI ETICHE, che nascono dal profondo della mia coscienza:

. L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, ma il lavoro  non può essere causa di malattia o, peggio, di morte, perché una tale azione  viene a configurarsi come una palese violazione della Costituzione stessa (ed, in particolare, dell’Articolo 32).

. Allorquando si parla di costi  nella gestione di qualsiasi attività produttiva, occorre aggiungere, a quelli abitualmente previsti, i costi della malattie, delle sofferenze, delle invalidità transitorie e permanenti, che il lavoro inadeguato porta con sé; inoltre, occorre addebitare questi costi non già alla collettività nazionale ed ai bilanci della Stato (come, oggi, accade), bensì ai datori di lavoro, responsabili delle anomalie sopra citate.

. Infine, un cortese invito agli imprenditori industriali: cercate di guardare avanti e non già alle vostre spalle.

In particolare: incominciate a pensare alla fine del carbone.

Il mondo intero sta avviandosi verso la terza rivoluzione industriale, fondata sulle energie rinnovabili e su innovative tecnologie, coerenti ed armoniche con il progresso scientifico e con una moderna etica, fondata sul rispetto e sulla valorizzazione di ogni essere umano.

20 ottobre 2011    Aldo Pastore

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