I compromessi sposi ovvero …

 

 I compromessi sposi ovvero 

l’ambiguo destino della politica spicciola

 I compromessi sposi ovvero
l’ambiguo destino della politica spicciola

 Difficile per molti da metabolizzare, ma la politica non può essere partitica, a seconda della libertà e della dignità personale di ogni interessato. Destra e sinistra fanno quasi parte dell’immaginario politico, con centristi (senza un centro) che vagolano come nulla fosse a dritta e a manca arrampicandosi e illudendosi su escamotage patetico-semantici.

La politica vera è pertanto frullata da una comunicazione più che ambivalente, ambigua, la cui filigrana è la  scarsa considerazione  dell’elettore medio che (purtroppo) vota di regola come tifa, per un marchio. Il bipolarismo mai decollato, più esattamente decollato, si trova sen- za testa non solo per gli ingestibili individualismi di ogni direttorio ma per l’inettitudine di una vasta schiera di semplici servitori. La pluralità di contenuti e pro- grammi è sul pallottoliere degli interessi privati, con il micidiale contorno di indifferenza e/o assuefazione. Il dominio della politica è snocciolato e inibito a un tempo da un numero in(de)finito di dirigenti e presidenti che hanno tutto l’interesse a mantenere uno stomachevole status quo. Nessun setaccio a livello qualitativo, nessun interesse al di fuori del proprio (partito). Eccezioni subito eliminate, in ogni modo.


                         Mauro Cosmai

 Gli accadimenti politici, visti da fuori, vidimano un pesantissimo retaggio pseudo-ideologico da caserma, dunque immarcescibile. Accantonato ormai il vecchio argomento degli estremi(smi) che si toccano, ci si industria non per il bene della res publica ma per il primato del potere più spicciolo. Significativo il connubio fra i due partiti al governo laddove il sistema viene attaccato e difeso a un tempo, a seconda delle “peculiarità” delle compagini. Un classico rapporto amo- re/odio, attrazione/repulsione.

 

Anche se il cammino pare in positivo, quanto dureranno i compromessi sposi malgrado le reciproche, continue attestazioni di fedeltà coniugale?

La prima domanda è se prevarranno gli uomini liberi. Senza entrare in merito a chi sia più o meno sinceramente interessato alle sorti del Paese, siamo in ogni caso di fronte a una sorta di schizoidismo politico che si addiziona ad altri di vario genere già esistenti. Chi prevarrà? Ai poster, specie elettronici, l’ardua sentenza.

Una volta imperava la locuzione “vergognarsi come un ladro”; nel tempo avrebbe dovuto essere soppiantata da “vergognarsi come un politico”. L’auspicio è che il prossimo aggettivo riguardi i lacché, tutt’oggi celebrati.

MAURO COSMAI Psicoanalista – Sessuologo   Libero

 

 

 

 

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