Guerra e ambiente: i conflitti distruggono, uccidono e inquinano per centinaia di anni i territori
Guerra ed ambiente. La guerra, oltre a distruggere e ad uccidere, inquina e avvelena raccolti, animali e uomini. I paesi in guerra devono e dovranno fare i conti con questi problemi: dovranno bonificare, se sarà possibile, i terreni, le pianure, i centri abitati. Oltre all’attuale conflitto Russia-Ucraina, in passato, tutti i paesi che hanno vissuto la guerra sono stati inquinati: già le guerre Napoleoniche hanno lasciato nel secolo XIX innumerevoli proiettili di piombo conficcatisi nei terreni che hanno compromesso le coltivazioni.
I danni ambientali causati dalla prima guerra mondiale portarono alla necessità di distruggere i prodotti della terra a causa di tonnellate di vecchi ordigni rimasti sepolti e che continuano, dopo più di un secolo, a rilasciare il loro carico di sostanze velenose. Il caso di residuati bellici è continuato con la seconda guerra mondiale e con le centinaia di conflitti grandi e piccoli scoppiati nel mondo dall’inizio del Novecento ad oggi.
Pensiamo al peso delle infrastrutture industriali, altamente inquinanti in caso di scoppio (vedi raffinerie, industrie chimiche, centrali nucleari). E le mine antiuomo, destinate a mutilare le persone anche dopo tantissimi anni? Per parlare solo delle munizioni, esse contengono piombo, arsenico, soventi, tutti pesantemente tossici.
Le prove di tutto questo sono difficili da ottenere in quanto le guerre sono sempre più “secretate”.
A queste sostanze, con la guerra in Jugoslavia, si è aggiunto l’uranio impoverito utilizzato nelle munizioni anticarro per sfondarne le parti corazzate; in questi giorni si parla di rifornire l’Ucraina di proiettili di questo tipo. Non si è pensato che sono radioattive e che hanno provocato centinaia di morti fra militari e civili.
Dalla fine della seconda guerra mondiale, in Italia, ci si è sbarazzati di migliaia di armi chimiche gettandole nei nostri mari Tirreno e Adriatico, con grave rischio per l’ambiente marino e per chi pratica la pesca; i ritrovamenti di bombe di aereo inesplose, ancora oggi, costringono migliaia di persone a spostarsi temporaneamente per permettere il disinnesco.
L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sostiene che nel dopoguerra più di 200 pescatori sono stati contaminati dal contatto con l’iprite a causa delle armi impigliate nelle reti.
La guerra Russia-Ucraina ci presenta ora anche il dramma dell’inquinamento: ci vorranno anni per disinnescare gli ordigni inesplosi, e bonificare dalle sostanze chimiche i depositi bombardati, per non parlare delle eventuali catastrofiche conseguenze dello scoppio di centrali nucleari.
Il 5% delle armi moderne rimane inesploso persistendo, per anni, sul territorio nel quale l’umanità dovrà vivere.
Sono innumerevoli i danni che il conflitto Russia-Ucraina infliggerà all’ambiente: emissioni venefiche dell’attività militare, nubi tossiche, contaminazione dell’acqua e del suolo, distruzione di colture e di fauna.
L’eredità delle guerre è terribile per l’umanità anche perché colpisce l’ambiente con ferite non rimarginabili.
Fonti: www.avvenimenti.it, www.scienzainrete.it,
Articolo pubblicato sul Blog “Alfieri dei Popoli” Diretto da Gabriella POLI