Grazie Poste Italiane!

Grazie Poste Italiane!

Grazie Poste Italiane!

Morale. Per caso fortuito è addirittura possibile trarre soddisfazione finale da una situazione negativa in partenza. Una sorta di smentita della famosa legge di Murphy: «Se qualcosa può andar… male, lo farà.». Mi spiego di seguito.

 Mio padre, ormai scomparso, prestò 40 anni di onorato servizio presso le fu “PPTT”; da bambino ebbi pertanto occasione di conoscerne l’ambiente lavorativo e molti colleghi. Tutto questo mi rendeva fiero.

 In un certo senso, grazie alle Poste posso, quindi, affermare di essere cresciuto  e di aver potuto studiare, imparando persino a scrivere lettere (non solo a spedirle!), come la presente la quale mi pare doverosa appunto per dire: ” Grazie Poste Italiane!”.

Un altro buon ricordo è il breve incarico a tempo determinato negli anni ’80, con cui guadagnai – smistando corrispondenza e pacchi – un po’ di quattrini per finanziare qualche sfizio giovanile e, solo in parte, gli studi universitari. 

Con il trascorrere del tempo sono poi diventato utente (questa la definizione ricorrente: non cliente!) di questa Azienda, che non riconosco più per quella dei ricordi della più verde età. 

A prescindere dalle trasformazioni avvenute in termini di assetti societari, le Poste stanno ultimamente diventando un “mostro” che pretende di fare di tutto: la banca, la cartoleria, l’assicurazione, lo sportello di Polizia, l’immobiliarista, l’e-commerce …… Temo che si stiano infilando in un vortice che le porterà non solo a perdere la vocazione originaria (i servizi postali, telegrafici….) ma ad esplodere…!!!!!! 

Lotta ad una concorrenza spietata e miraggi di nuovi profitti hanno comportato drastiche ristrutturazioni, le quali pesano sotto forma di corposi aumenti delle tariffe e di tagli a servizi di pubblica utilità (ad es. riduzione orari di apertura e minore capillarità delle sedi sul territorio),…… 

In alcuni frangenti pure io ho subito i ben noti disagi, di per sé poco sopportabili per chi è in pensione o ha tempo libero, intollerabili per quanti devono svolgere pratiche in permesso da orario lavorativo. In conclusione le Poste hanno recentemente compiuto enormi passi da gambero rispetto all’epoca antica, in cui il cahier de doléances contemplava meri peccati veniali, quali cartoline smarrite o arrivate dopo lustri, mancanze di timbri o francobolli, con conseguenti oneri a carico del destinatario…. 

Italiche storie ordinarie di inveterato disservizio (ad onor di cronaca, per citare un caso non unico, le ferrovie sono altrettanto blasonate ….), laddove code interminabili, sistemi in avaria, bloccati per aggiornamento od altri misteriosi motivi, implicano tempi di attesa simili a 100 anni fa, quando le consegne si effettuavano con le carrozze a cavallo ed organizzazione sulla falsariga borbonica! 

Per rispetto di dipendenti comprensivi, i quali, sebbene privi di diretta responsabilità su siffatti inconvenienti, sovente si prodigano per porvi alla meglio rimedio, in alcune circostanze, limitandomi a sbuffare, ho evitato di indirizzare pistolotti di lagnanza; peraltro utili solo ad incrementare – non apportando un fattivo contributo alla soluzione dell’atavica questione – una copiosa “letteratura” sul tema, composta da articoli giornalistici, reportage radio-televisivi, vibrate proteste, corali od individuali, in carta da bollo e raccomandata con avviso di ricevimento …. 

Ordunque se ora mi va di scrivere il motivo è tutt’altro: la conferma della morale con cui ho esordito.  

Coinvolta nelle code e polemiche menzionate dall’ennesimo articolo sulla prima pagina dell’edizione savonese datata 17 aprile u.s. de “Il Secolo XIX”, è finita – in bella posa ed in primo piano – mia madre, Maria, vispa 76enne!!! Una casualità che l’ha celebre per un giorno tra le sue amiche, che tempestandola di telefonate l’hanno goliardicamente informata di prima mattina, appena risvegliata e del tutto ignara.

Consentitemi l’orgoglio di proclamare una volta di più: ” Grazie Poste Italiane!” …. Beh! In fondo a Napoli dicono: “Ogni scarafone è bello a mamma soia”

 

 P.S.: visto che questa mia prevede spedizione via email ometto l’affrancatura.

 

Antonio Rossello

 

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