Gioco d’azzardo. Anche a Savona esiste il problema

L’Assemblea annuale di NOI PER SAVONA ha preparato alcune schede informative su temi cittadini (e non solo) di attualità. Ne pubblicheremo uno alla settimana
GIOCO D’AZZARDO

GIOCO D’AZZARDO

Noi per Savona-Verdi, nei mesi scorsi, ha presentato due interpellanze e un ordine del giorno sulla diffusione del gioco d’azzardo in Città. L’o.d.g. è stato approvato dal Consiglio Comunale il 13.6.2013.  Vogliamo fornire un breve approfondimento su questo scottante tema.

Art. 721 del Codice penale: “ Sono giochi d’azzardo quelli nei quali ricorre il fine di lucro e la vincita o la perdita è interamente o quasi interamente aleatoria” (quindi dovuta al caso più che all’abilità del giocatore).

Nel settembre 2012 è uscito il Decreto Balduzzi, (D. L. n. 158 del 13/ 9/ 2012) che tratta del gioco d’azzardo in due articoli. In sintesi:

1) nei Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria (LEA) vengono inserite anche le prestazioni per i soggetti ludopatici. 2) Sono proibiti: gioco on line nei pubblici esercizi, messaggi pubblicitari relativi al gioco in programmi TV/ radio ecc. rivolti ai minori, l’ingresso di questi ultimi nelle sale da gioco (bingo ecc). 3) E’ obbligatorio indicare le reali percentuali e  possibilità di vincita, mettere a disposizione nei locali del materiale informativo e evidenziare i rischi del gioco. Sono previsti: spostamento graduale  dei giochi dai luoghi sensibili, controlli più frequenti, creazione di un Osservatorio nazionale all’interno dei Monopoli di Stato.    

Sulle “Guide +”  de  “Il sole 24 ore”  novembre 2012, Matteo Iori commentava così il decreto:

“Da sempre il gioco d’azzardo è diffusissimo in Italia. Ma coinvolge maggiormente le fasce più deboli dei cittadini. Nel gioco investe di più chi ha un reddito inferiore: giocano il 47% degli indigenti, il 56% degli appartenenti al ceto medio- basso, il 66% dei disoccupati. Gioco d’azzardo non significa per forza gioco patologico: la stragrande maggioranza dei giocatori non ha alcun problema, ma le ricerche internazionali condotte per accertare il numero di giocatori patologici stimano dall’1 al 3%  la popolazione vittima del gioco patologico. Le ricerche esistenti, fatte in Inghilterra, Spagna, Nuova Zelanda, Canada, USA, riportano in modo concorde tutte gli stessi risultati percentuali. E tutte dimostrano che la maggior quantità di giochi a disposizione (sia come numero sia in termini di possibilità di accesso temporale) è direttamente  proporzionale a un aumento dei giocatori che diventano problematici o patologici”.

 Una ricerca nazionale sulle abitudini di gioco degli italiani finanziata dalla Fondazione Manodori,  Cassa di Risparmio  di Reggio Emilia rilevava nel 2011: dei minorenni, il 15,4 %  gioca d’azzardo più di tre volte  alla settimana, il 25% gioca più di tre ore alla settimana, l’11% sono stimabili come patologici.

In Italia: su 47,5 milioni di cittadini maggiorenni, si stima che il 71% di questi siano giocatori. Tra chi gioca, si stima che il 5,1% sia a rischio e il 2,1% sia patologico. Perciò  è  possibile stimare che in Italia vi siano un milione e 720 mila giocatori a rischio e ben 708.225 giocatori adulti patologici, a cui si devono sommare l’11% dei giocatori patologici minorenni, con la situazione  seguente: più di 800.000 dipendenti dal gioco d’azzardo e quasi 2 milioni di giocatori a rischio.


 

Il gioco d’azzardo in Italia, formalmente,  compare dal 1576, quando a Genova venne per la prima volta legalizzato il gioco del lotto. Dalle origini fino ad oggi il gioco d’azzardo è accompagnato da una forte ambiguità legislativa, che, pur mostrando la consapevolezza dei rischi insiti nel gioco d’azzardo per la popolazione, individua in questo un’occasione di facili  entrate economiche per lo Stato e per questo viene sostenuto e promosso.

20 anni fa in Italia erano legali 4 tipi di giochi d’azzardo (casinò, totocalcio, lotto e totip). Oggi sono diventati decine e ai precedenti si sono aggiunti: lotterie istantanee (gratta e vinci), apparecchi ( videolottery e slot machines spesso chiamate erroneamente videopoker), agenzie di scommesse (sia ippiche sia sportive),  bingo, giochi numerici a totalizzatore nazionale (dal superenalotto al win for life), giochi on line (dal poker alla roulette) e tanti altri.

Negli ultimi anni la spesa in Italia per il gioco d’azzardo è passata dai 14,3 miliardi di euro del 2000 ai 79,9 miliardi di euro del 2011, ai 94 milioni del 2012 (dati dei Monopoli dello Stato e proiezione per il 2012 del Conagga,  coordinamento nazionale  delle  associazioni che si occupano di gioco d’azzardo).

Giulia De Stefanis,  nei suoi articoli su “Repubblica”, ha puntualizzato così la situazione nella nostra regione:

“In Liguria  nel 2012 sono stati spesi 2 miliardi e mezzo di euro, 300 milioni in più del 2011 (è l’aumento più ingente in Italia dopo quello dell’Abruzzo). Si gioca di più alle slot machines  e alle video lottery ( 59% del giocato), i gratta e vinci aumentano dall’8% al 9,4%. Diminuiscono lotto, scommesse e bingo. Quei due miliardi  e mezzo di euro che i liguri gettano in gioco  sono potere d’acquisto che svanisce. Se gli Italiani spendessero  tutti quei soldi in generi di consumo, lo Stato incasserebbe di IVA oltre tre miliardi. Il Conagga ha applicato all’Italia uno studio svizzero. Le conclusioni  sono che lo Stato, a fronte di un guadagno annuale sul gioco di 8 miliardi (il resto dell’incasso del gioco va in vincite e agli operatori del settore), ne perde almeno altrettanti tra mancati incassi IVA, spese sanitarie per curare i giocatori patologici, costi sociali come lo scarso rendimento sul lavoro o i divorzi dei giocatori . La domanda è naturale: a chi conviene il gioco d’azzardo? “.

 

Anche a Savona esiste il problema. Numerosissimi esercizi commerciali  ospitano giochi d’azzardo, numerosi i giocatori patologici e le famiglie coinvolte. Tanti Cittadini vittime anche dell’usura a causa della ludopatia.

Il Comune di Savona ha approvato il 18 ottobre 2011 il Regolamento comunale che governa questo settore. Sono stati introdotti dei paletti per l’autorizzazione  a tali attività, per es. distanza di almeno trecento m. dai luoghi “sensibili”, obbligo di ampio parcheggio. Il 26/ 4/2011 è stato modificato l’art. 3 del Regolamento per impedire  l’apertura di sale gioco nelle piazze cittadine.

Ci sono stati dei risultati: non sono state avanzate richieste per nuovi esercizi e due pratiche già presentate sono state ritirate.

Il 29 novembre a Trento  c’è stato un Convegno nazionale sul gioco d’azzardo, “Davide contro Golia”. Il gioco è un moderno Golia con armi efficienti (pubblicità martellante, presenza delle strutture in ogni angolo, illusoria promessa di grandi vincite) e con una dura corazza: le leggi dello Stato e gli interessi dell’industria dell’azzardo. A Genova le due squadre cittadine sono sponsorizzate anche da gestori di sale da gioco.

Il Comune di Savona è in contatto con altri Comuni impegnati in questa lotta. Siamo però consapevoli che si tratta di una lotta impari, da affrontare non solo a livello locale, ma attraverso strumenti di legge.

Noi per Savona ha presentato due interpellanze e un Ordine del giorno sull’argomento. Quest’ultimo (votato quasi all’unanimità dal Consiglio comunale) impegna il Sindaco e la Giunta ad azioni concrete contro questa piaga:

1) incontro con Parlamentari locali;

2) Convegno sul tema;

3) Consiglio comunale dedicato;

4) azioni di informazione nelle Scuole, nelle Società, nelle Associazioni di giovani e di anziani, ecc.;

5) eliminazione delle pubblicità relative al gioco d’azzardo dagli autobus della TPL.

A oggi è in cantiere il Convegno (si terrà il 24 gennaio sul Priamàr). Per le altre iniziative stiamo sollecitando l’assessore Apicella e, con un’altra interpellanza nel prossimo Consiglio comunale ( 19 dicembre 2013) chiederemo di essere informati sulle azioni intraprese dall’Amministrazione per concretizzare quanto votato il 13 giugno di quest’anno.  

2. Continua.

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