Farmaci scaduti e miti da sfatare

 
PILLOLE DI SALUTE di Giorgio Menardo
Da Il Letimbro

Farmaci scaduti e miti da sfatare

 

PILLOLE DI SALUTE di Giorgio Menardo
GIORGIO MENARDO da Il Letimbro
 

Farmaci scaduti e miti da sfatare

 

 

Non raramente qualcuno con un improvviso mal di testa o dolore alla schiena o accesso febbrile o altri problemi corre a cercare un rimedio nell’armadietto delle medicine e, trovando il farmaco che aveva pensato di assumere scaduto da qualche mese, vi rinuncia tenendosi il disturbo che aveva sperato di alleviare con quel prodotto. La grande domanda è se le medicine hanno davvero una data di scadenza e se l’aver preso un’aspirina scaduta voglia dire aver commesso un errore fatale o semplicemente significhi che si continuerà semplicemente ad avere la febbre o il dolore che si voleva alleviare con il farmaco scaduto. Chi ha fatto molti anni di pronto soccorso, ricorda certamente persone che sono corse in ospedale di notte terrorizzate da pensiero che avendo assunto un farmaco scaduto da mesi o da qualche anno potesse far correre loro rischi mortali. 

 Un recente articolo pubblicato su Psychopharmacology Today ci offre preziose informazioni in materia. Negli Stati Uniti una legge del 1979 obbliga i produttori a indicare su ogni farmaco la data di scadenza. Entro tale data il produttore garantisce la piena efficacia e la sicurezza del farmaco.

 La maggior parte delle nostre conoscenze sul tema deriva da uno studio condotto dalla Fda (ente federale Usa preposto alla regolamentazione dei farmaci) per conto dell’esercito americano.  L’interesse delle forze armate statunitensi per la data di scadenza dei farmaci deriva dal fatto che nei loro magazzini sono conservate imponenti scorte di medicine e rinnovarle comporta una spesa notevole. Il risultato di questo studio ha dimostrato che oltre il 90% dei farmaci era in condizioni perfette e utilizzabile anche 15 anni dopo la scadenza. 

 Quindi la data indicata sulle confezioni dei farmaci non significa che questi non siano più efficaci o addirittura pericolosi. Una rara eccezione a questa regola possono essere gli antibiotici appartenenti alla famiglia delle tetracicline, ma su questo punto non tutti gli studiosi sono concordi. Quello che è vero è che la potenza dei farmaci può diminuire con il tempo, ma la maggior parte della loro efficacia originale rimane anche decadi dopo la scadenza. Fanno eccezione a questa regola la nitroglicerina, l’insulina, e gli antibiotici liquidi: questi dopo la data di scadenza possono perdere efficacia quindi non vanno usati se scaduti. La maggior parte dei medicinali ha una durata quale quella dimostrata nello studio per le forze armate americane. 

Qualcuno ha obbiettato che le condizioni nelle quali sono conservati normalmente i farmaci in casa delle famiglie normali, non sono quelle dei magazzini dell’esercito americano. Questo è vero, ma altri studi assicurano che le condizioni ambientali delle normali abitazioni sono adeguate, raccomandando magari di non conservare le medicine nel bagno e nella cucina, ambienti soggetti a più importanti variazioni di temperatura. Quindi fatta eccezione  per nitroglicerina, l’insulina, e gli antibiotici liquidi e per prudenza anche per le tetracicline, nessuno dovrebbe tenersi un  fastidioso mal di testa, la febbre o la diarrea solo perché  il relativo farmaco che ha in  casa  è scaduto da qualche mese e soprattutto non temere di essersi avvelenato se inavvertitamente  ha  ingerito  una  medicina che ha poi scoperto  essere scaduta, nella  peggiore  delle ipotesi  potrebbe  aver perso un poco  della  sua  efficacia, ma  certo  non  sarà diventata un veleno.  La perdita di efficacia è invece pericolosa nel caso dell’insulina perché, come tutti i diabetici sanno curarsi con  un’insulina  inefficace è come non curarsi e le conseguenze  in  questo  caso possono  essere  fatali;  altrettanto dannoso è assumere un antibiotico che ha perso parte delle sua efficacia, ma questo fortunatamente  avvien solo con le formulazioni liquide e forse con le tetracicline.  La nitroglicerina, anch’essa, se inefficace espone a rischi.

Giorgio Menardo da IL Letimbro

 


 E’ in edicola Il Letimbro di ottobre

Nei giorni scorsi è uscito il numero di ottobre de Il Letimbro con in omaggio un grande poster a colori con il Cenacolo di Savona, custodito in Seminario. In apertura un’intervista esclusiva al vescovo Calogero Marino sulla sua ultima lettera pastorale “Una zolla del Regno” e sull’ormai sempre più vicino Sinodo diocesano. A margine anche gli ormai imminenti ingressi dei parroci nelle parrocchie con un approfondimentosu tre sacerdoti stranieri che andranno a ricoprire il ruolo di “vice” in altrettante comunità. In primo piano anche un’inchiesta sulle scuole del territorio, per sapere qual è il loro stato di salute anche in rapporto al calo demografico e degli iscritti. Nelle pagine d i città un focus sulla grave crisi dell’apicoltura che però non scoraggia nuovi appassionati del settore, ma anche l’intervista a giovani campionesse, gli ultimi sviluppi su due casi “caldi” ovvero Tirreno Power e i viadotti autostradali.

Ne “Il Leggio” due pagine speciali sulle numerose stagioni e iniziative teatrali al via con un’anteprima sugli spettacoli dell’Opera giocosa, ma anche il ricordo di un’amica di Mike Bongiorno, la finale del premio Cronin, l’intervista al pittore Bruno Gorgone e le  iniziative degli Amici del San Giacomo. Nella pagine di chiesa in esclusiva la grande novità che sorgerà al porto, le numerose iniziative dell’Ottobre missionario e la visita pastorale che riprende nell’Oltreletimbro.

Queste e numerose altre notizie da scoprire su Il Letimbrosi trova in edicola, in molte chiese della diocesi e alla libreria Paoline o si può ricevere ogni mese in abbonamento.

 


 

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