FAC

SOLIDARIETA’
AI LAVORATORI DELLA FAC

 SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI DELLA FAC

Ancora una volta la più grande azienda manifatturiera rimasta sul territorio del nostro Comune si trova ad affrontare una grave crisi. A questo proposito già nel 2007 scrivevo:

“Da più di un decennio si è venuta affermando nella nostra Provincia una pericolosa tendenza, sia da parte di alcuni imprenditori sia di esponenti di una trasversalità politica che va da partiti di centrodestra ad altri sedicenti di sinistra (allora DS oggi PD n.d.r.), a dismettere in modo frettoloso e senza alcun riguardo per le maestranze il patrimonio industriale esistente sul territorio onde realizzare operazioni immobiliari spesso poco chiare ma ad elevatissimo profitto per gli imprenditori stessi ed i soggetti attuatori”. Successivamente l’affare Gavarry è stato emblematico di questa tendenza realizzando, con varianti del Piano Regolatore Comunale, volumetrie sovradimensionate che hanno significato imponenti guadagni per i privati a fronte di entrate praticamente inesistenti per l’Amministrazione Comunale.

Da allora si sono succeduti in Italia tre governi, due democraticamente eletti (Prodi e Berlusconi) e un frutto di una sorta di golpe della finanza internazionale (Monti). Tutti e tre hanno continuato l’attacco borghese allo stato sociale rendendo la situazione della classe operaia nel nostro paese sempre peggiore. Nelle realtà locali, come nel caso della F.A.C., la crisi è aggravata da politiche aziendali tanto miopi quanto sconsiderate che portano oggi a richiedere ai lavoratori sacrifici insostenibili.

Inoltre i ventilati interventi di fantomatici finanziatori hanno tutte l’aria di operazioni ‘pelose’ (anche al di là della folta capigliatura del capocordata) tendenti ad un accorpamento, con l’assenso dell’Amministrazione, della zona F.A.C.B a quella dell’ex Grandis e Sacier fornendo agli interessati una forma di ricatto sulla pelle degli operai sull’esempio dell’affare Gavarry. Oggi sono più che mai convinto che noi cittadini di Albisola dobbiamo essere al fianco di questi lavoratori per evitare che siano adoperati come ‘anime morte’ nel senso gogoliano del termine per ottenere vantaggi di scambio.

Infatti oggi svolgere un lavoro politico di sinistra non significa certo appiattirsi acriticamente sulla politica antioperaia del governo nella speranza di ottenere vantaggi di bottega (oggi liberalizzazioni pro COOP e domani una riforma elettorale ad hoc), ma lottare in difesa dei diritti (non privilegi) dei lavoratori, inclusi quelli ad un impiego sicuro e a durata indeterminata (sì, il posto fisso, presidente Monti), alla possibilità di andare in pensione a condizioni umane, alla difesa dell’ art. 18, all’abrogazione della Legge Biagi e delle successive “riforme” delle relazioni di lavoro incluso il famigerato art. 8 e molti altri.

Per questi motivi, nell’attuale particolare contingenza, la lotta dei lavoratori della F.A.C. è lotta per il lavoro e per la giustizia sociale e va, pertanto, sostenuta con il massimo impegno e la massima dedizione. 

Piero Corona  Iscritto al Circolo del partito democratico di Albisola Superiore 

Assemblea permanente alla FAC (dal SECOLOXIX) 

 

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