EXTRAVAGANZA

In un mio recente articolo [VEDI] commentavo la deriva dell’arte, misurata ormai in termini di quattrini, cioè del loro valore alle aste. Una deriva cui ha fatto eco la stupefacente disponibilità dei direttori dei più prestigiosi musei mondiali, a prestare le opere esposte ai big della pornografia online, purché paghino un adeguato compenso. Un’opera di Piero della Francesca può accoppiarsi ad immagini di una pornostar in costumi discinti o nulli, se ciò serve a far cassa.
Ciò premesso, leggo con ormai decrescente stupore che niente meno che il Metropolitan Museum of Art di New York ha ripreso, dopo il “buco” nel 2020 causa Covid, a patrocinare L’Evento, solo pudicamente accennato dai “giornaloni” seri, per non turbare l’equilibrio mentale della plebe, quanto sbandierato sui giornali di moda, gossip o, per rimanere saldamente in, da riviste femminili, che lo commentano con fierezza, certi che si tratti della ennesima conquista sulla strada dell’emancipazione femminile e gay. Un’occasione ghiotta per le penne di IO Donna e Vanity Fair, con commenti del tipo: “Matteo Berrettini [unica presenza italiana], non solo tennis, orgoglio italiano al Met Gala 2021”.
Met Gala è da anni il luogo di ritrovo, un must, per quanti necessitano di una fresca conferma di essere sulla cresta dell’onda: quelli che gli americani chiamano, con termini culinari, the upper crust (o meglio il lato appariscente, al servizio della vera ricchezza). E quale miglior discrimine dei prezzi di ammissione, per essere ben certi che il popolo mainstream resti fuori dai cancelli a guardare ammirato, jaw dropping, tanta esibizione di ricchezza ed extravaganxza? Un posto a tavola per la serata: $ 35.000, che salgono a 200.000 per un tavolo. Più chiari di così!
Questo evento è un misto tra Carnevale e Halloween, in quanto è l’occasione migliore per sfoggiare il proprio status con l’esibizione di abiti –se possiamo chiamarli tali- di cui riesce difficile valutare quanto possano esser costati. Di certo, sono altrettanti pugni in un occhio, se visti attraverso una residua lente di eleganza, nonostante siano il frutto di famosi stilisti, emuli di quelli che un tempo sembrarono puri eccessi, perdita del senso del limite, accozzaglia di stoffe e colori ribelli: questo l’impatto di alcune collezioni di lancio di Jean Paul Gaultier, Vivienne Westwood, John Galliano, che peraltro dimostrarono, in successive collezioni, di avere il talento creativo dei più acclamati maestri couturier, come Valentino, Armani o Prada. Un percorso contrario a quello di Picasso e tanti altri, che prima dimostrarono la loro valentia pittorica e poi, forti della conferma, si lanciarono nell’arte più astratta e meno godibile all’occhio tradizionale. Nota comune di tutti gli abiti sfacciatamente esibiti: l’eccesso. Iconica fotografia della decadenza morale e intellettuale del mondo d’oggi.
Proseguo questo articolo sottraendo spazio al testo per lasciarlo alle immagini, più eloquenti di mille parole.

Michael Urie interpreta perfettamente lo spirito aleggiante sull’evento: la parità, o meglio l’ambivalenza uomo-donna

Gli influencer (qui James Charles) sono davvero influenti, se oggi hanno diritto d’ingresso a questo gala. E, come tutti gli uomini sotto i riflettori, dovevano accentuare il loro lato femminile, per assecondare i gusti dell’élite.

Anche il mondo dello sport ha voluto esser presente, come testimonia il pilota di F1 Lewis Hamilton, rigorosamente in gonna trasparente sopra i pantaloni. L’Italia era presente col tennista Luca Berrettini, dopo la gloriosa sfida di Wimbledon

Un’altra conferma del gender blurring d’obbligo per la serata: Darren Criss

Jared Leto va in giro con la propria testa mozzata, simbolo del suo alter ego, quasi a confermare il titolo del mio ultimo articolo [VEDI ]

Il massimo dell’irriverenza religiosa, in un mix di sacro e profano (la scritta sul dollaro “In God we trust”, sostituendo Gay a God (Dio). Ormai, come sparare sulla Croce Rossa

La provocazione massima: incitare a “Tassare i Ricchi”, in un meeting di ricconi.

Hunter Schafer è un transgender qui in un look satanico: due temi del gala molto richiesti. In una precedente edizione Madonna aveva voluto strafare, con un look da messa nera

Kim Kardashian arriva al party in tenuta di lattice e poi in passerella ancora in nero, come un manichino. Sarebbe demodémostrare l’esuberante bellezza di una Donna come lei, dai fianchi e seno prosperosi, riservati ad altre occasioni

Non poteva mancare la cantante teenager Billie Eilish, con trucco alla Marilyn Monroe e un’enorme gonna dal kilometrico strascico. Se non altro, una ragazza in abito femmineo

La rivista IO DONNA ha parole acclamanti per l’evento, osannando la deputata Carolyn Maloney, che lancia un “messaggio potente”: pari diritti per le donne. Mission accomplished: siamo quasi al matriarcato. Prossimi slogan¨: più diritti per gli uomini

Toh, Irina Shaik, vestita da donna. Un po’ fuori luogo…

Concludo con lo sfregio massimo al maschio ostentato da Cara Delevigne : “Sodomizziamo il patriarcato”. Peg è un termine del porno a indicare una donna che sodomizza un uomo con un fallo artificiale. Se penso alla ridicola pruderie di Facebook, Youtube et sim., se sullo schermo spunta un capezzolo…

A fianco di riviste dall’encomio scontato, come IO Donna e Vanity Fair, non sono mancate le (rare) critiche: ad es. Neovitruvian’s [VEDI], titola “L’ennesima dimostrazione della follia elitaria”, etichettando tutti i presenti come docili burattini dei veri padroni dello show business, che in questa occasione li vogliono istrionici. “Questo evento è un perfetto riflesso dei modi ingannevoli dell’élite: sotto le spoglie della “creatività” si nasconde una cultura di estrema sottomissione. […] Queste pedine d’élite sfilavano in costumi ridicoli, imbevuti di un immeritato senso di importanza. Come negli anni precedenti, molti ospiti sembravano molto a disagio e quasi traumatizzati.”
L’esistenza di ambienti così lontani da un mondo in affanno è emblematica della distanza siderale tra una sempre più un’esigua élite di straricchi vs il resto dell’umanità, che paga la loro forgiatura di un mondo perverso, in quanto contro natura, con la miseria e fatica del vivere che ormai contraddistingue strati sempre più ampi della popolazione. Lo spreco dei pochi contro le ristrettezze dei più è il risultato dell’abolizione di ogni regola ai piani alti di contro alla fitta rete di leggi e divieti che soffoca la base della piramide sociale.

Marco Giacinto Pellifroni              19 settembre 2021

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