Ex Sede della Banca d’Italia
Uffici chiusi nel 2010, ma l’edificio dell’Istituto rimane inutilizzato
Banca d’Italia, l’ex sede resta vuota
c’è il rischio di un nuovo “san Paolo”?
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Uffici chiusi nel 2010, ma l’edificio dell’Istituto di Roma rimane inutilizzato
Banca d’Italia, l’ex sede resta vuota c’è il rischio di un nuovo “san Paolo”?
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Alla fine del 2010, dopo 144 anni, Banca d’Italia chiudeva la sua sede in piazza Mameli a Savona, dopo un anno e mezzo l’edificio è ancora lì, vuoto, in attesa di riutilizzo. |
Tornando alla decisione di lasciare la nostra città, questa, rientrava in un piano di razionalizzazione dell’istituto. Rispettando un atto notarile del 1870, Bankitalia ha indennizzato il Comune di Savona con 5,4 milioni di euro in dieci assegni non trasferibili da 500mila euro e uno da 400mila. “Un vero e proprio esempio di marketing territoriale ante litteram – commentava il sindaco Federico Berruti – un’iniezione ‘di denaro che ci permette di mantenere i nostri servizi sociali ed evitare di aumentare il carico fiscale nei confronti dei cittadini”. Sull’importante aspetto dell’utilizzo futuro del palazzo
Sull’importante aspetto dell’utilizzo del futuro del palazzo “Banca d’Italia – spiegava ancora il sindaco – ci ha assicurato, come è del resto nei vincoli del nostro accordo, che l’utilizzo di questo bene, dichiarato di interesse storico e artistico dal Ministero per i Beni culturali, sarà di prestigio e adeguato alla sua storia e alla sua posizione di quinta naturale dietro il Monumento ai Caduti di piazza Mameli“. Utilizzo che tuttavia, ancora oggi, non si è realizzato. Abbiamo provato a chiedere il perché alla responsabile della filiale regionale di Banca d’Italia, Letizia Radoni, la quale, però, “non rilascia dichiarazioni su argomenti non istituzionali“. Anche il Comune stesso non ha notizie in merito. “L’ultimo contatto è stato nel 2010 proprio in occasione della firma dell’atto notarile, dopo non abbiamo saputo più nulla – spiega il vicesindaco Paolo Gaggero – bisogna vedere quali sono le intenzioni della Banca d’Italia. Non è stata riscontrata alcuna situazione critica di ordine pubblico o igiene e, quindi, riteniamo di non dover intervenire, in tempi di crisi, su un patrimonio immobiliare che non è di proprietà del Comune”. “In ogni caso – tiene a precisare Gaggero – l’utilizzazione futura di questo bellissimo edificio dovrà essere adeguata al contesto in cui si trova, ossia una delle più importanti piazze del centro cittadino, ad esempio con uffici o come sede di società finanziarie. Una destinazione residenziale potrebbe invece avere un impatto urbanistico notevole”. Simone Pietro D’Angelo
Palazzo nato nel 1875
Il palazzo dove fino a poco tempo fa ha avuto sede la Banca Uno schema di convenzione tra Comune e Banca fu approvato con quattordici voti contro uno. Raccordo fu stipulato il 5 aprile 1870. Il Comune si impegnò a pagare alla Banca la somma di lire ventimila, in quattro rate annuali e consecutive, stabilendo un diritto di riscatto sull’edificio se la Banca avesse abbandonato Savona. g.g
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