Elezioni comunali a Savona

Elezioni comunali a Savona: qualche ipotesi di scenario
(ovvero del rischio di votare Qui, Quo o Qua….)

Elezioni comunali a Savona: qualche ipotesi di scenario
(ovvero del rischio di votare Qui, Quo o Qua….)
 

Savona, assieme ad altri comuni d’Italia, andrà al rinnovo del consiglio comunale e all’elezione del sindaco, domenica 15 e lunedì 16 maggio; in caso di ballottaggio si tornerà a votare due settimane dopo, precisamente domenica 29 dello stesso mese.

Questa è -per ora- la prima cosa certa.

Il resto è tutto da vedere….

Sì, perché sono cominciate le prime schermaglie e gli avvicinamenti tattici per le eventuali coalizioni e liste che si contenderanno il voto dei savonesi.

Tralasciamo per un momento la possibilità di elezioni nazionali, per cui potrebbero esserci posizionamenti diversi e candidature “a sorpresa”, e la situazione non felice del centrodestra locale, anche se la ipotizzata candidatura del duble-face Marson (uomo molto interno ad un certo sistema di potere) potrebbe portare ad uno squilibrio interessante.

Nel centrosinistra le cose sono oltremodo intriganti: assistiamo infatti ad una sorta di coalizione ormai molto coesa e alla prova dei fatti banche omogenea, composta da PD, IDV e Rifondazione comunista, oltre ai Socialisti.

Una coesione forte (?) di cinque anni di mandato elettivo e di governo della Città che si è espressa nella maniera più anodina possibile: era evidente l’impossibilità (ovvero la non volontà) di questa coalizione di uscire dai binari obbligati dell’amministrazione precedente, quella governata da Ruggeri, emigrato anzitempo verso i lidi regionali.

Il sindaco attuale si è rivelato assolutamente adeguato al mandato che gli era stato assegnato: proseguire in modo acritico e senza alcuna verve frizzante una politica amministrativa senza sbocchi, senza idee, ma soprattutto senza alcuna capacità di assumere posizioni politiche degne di nota. Forse l’elemento che più lo ha caratterizzato è stato quello di assumere come salvifica la possibile riforma di stampo federalista, cavallo di battaglia (non dimentichiamolo) della Lega.

Il debito pro-capite del cittadino savonese è schizzato ben oltre i livelli di guardia, c’è un rischio tracollo delle finanze locali, mentre non si vede all’orizzonte una qualsivoglia idea di rilancio dell’economia savonese. A questo proposito non deve sfuggire che abbiamo in Città una anomalia di rilievo a dir poco imbarazzante: la direzione degli istituti e organizzazioni più importanti in questo campo sono in mano ad un solo uomo, che assume la dirigenza della Camera di Commercio, della Cassa di Risparmio e dell’Unione Industriali.

Di converso, com’è ovvio, la partecipazione democratica al processo di decisione delle scelte pubbliche ha subito una feroce debacle e non soltanto per la prossima cancellazione delle Circoscrizioni (già ampiamente snobbate) per la quale si stanno pensando interventi del tutto risibili e inutili. È stato evidente infatti che l’assemblea elettiva competente, il consiglio comunale, non ha mai avuto capacità di elaborazione autonoma, dato che le più importanti decisioni sulle scelte cittadine si sono realizzate al di fuori degli ambiti istituzionalmente deputati, riducendo così il consiglio a mero ruolo ratificatore.

Passata la sbornia della cementificazione a tutti i costi (anche se importanti interventi potrebbero ancora trovare spazio nelle disastrate aree dell’ex squadra rialzo, oltre ad altri interventi attualmente in itinere, per i quali la non realizzazione potrà dipendere da eventi esterni come la non “convenienza”, stante anche l’aria di pesante recessione), cosa resta??

Apparentemente solo i cocci……

E su quei cocci sembrano avventurarsi con modalità assolutamente deboli -in termini di proposta politica “forte”- i soggetti politici che si stanno fronteggiando in queste ore.

Rispetto a cinque anni fa le forze in campo possono contare indicativamente sullo stesso potenziale elettorale, con una differenza.

Rifondazione comunista ha subito una scissione importante a livello nazionale, dando vita alla formazione capitanata da Vendola. Presenza politica che ha mietuto interessanti risultati alle elezioni regionali (eleggendo un consigliere, stabilmente collocato nel centro-sinistra) ai danni proprio di Rifondazione, e che oggi potrebbe passare all’incasso e verificare le proprie capacità di attrazione.

Capacità di attrazione che sta rischiando di non essere pienamente efficace. L’avvio delle schermaglie, a mio parere, non è stato dei migliori, sul piano politico.

Troviamo pochi elementi pregnanti. Al di là della questione “cemento”, importante certamente, ma che non può essere risolta semplicemente chiedendo una “riduzione” degli interventi magari a favore della costruzione di case per i meno abbienti (a Savona abbiamo un patrimonio residenziale immane, vuoto e in decadimento, che andrebbe rivalutato e restaurato)….

Perché il problema non è “il cemento” tout court ma gli interessi ad esso collegato, e quindi la mefitica collusione che si è venuta a creare, ed il sistema di potere che si è venuto a consolidare!! E quindi risulta evidente che la richiesta di “riduzione del cemento” non pare -forse per difetto di vista della scrivente- si ponga in termini di una istanza di radicale e profondo (certamente traumatico) mutamento dei rapporti di forza e dello stesso sistema di potere extra-istituzionale.

Ebbene: al di là della questione “riduzione del cemento” resta ben poco:

La richiesta reiterata di “primarie” (sulle quali il giudizio che posso esprimere è assolutamente negativo, ma sarebbe un altro capitolo…) sembra fatta per essere bocciata e accantonata senza neppure profferir parola: è del tutto inusuale che si chiedano primarie quando vi è la possibilità di rinnovare la candidatura a sindaco (fino a due mandati, prevede la legge), ancorché si ampli la coalizione di appoggio (a meno che le elezioni nazionali aprano scorci di possibili promoveatur ut amoveatur ….).

E tra l’altro questo costringe il soggetto proponente, per una coerente inclinazione, a promuovere le primarie comunque…..anche solo per scegliere “il” proprio candidato di sinistra…..con quali risorse, forze e organizzazione affinché siano minimamente credibili, partecipate e capillari è tutto da inventare.

C’è da dire però che la presentazione autonoma di una coalizione che vuole collocarsi a sinistra dell’attuale coalizione PD-IDV-PRC-Socialisti, così come apparso sui giornali (che comprenderebbe la stessa aggregazione che fa riferimento a Vendola, Noi per Savona, i Verdi – attualmente costituente ecologista e Partito Pensionati) potrebbe portare la consolidata coalizione di centrosinistra al ballottaggio. Non solo per una

propria capacità di raccogliere voti, ma anche perché è presumibile, anzi certo che vi saranno altre due formazioni in lizza con i rispettivi candidati sindaco che “pescano” grosso modo nello stesso bacino elettorale: il Pcl e Il movimento 5 stelle.

Questo dell’eventuale ballottaggio è un elemento assai delicato.

Vediamo in sintesi, con qualche approssimazione, gli scenari possibili, tralasciando la questione dei contenuti programmatici che al momento non vedo come dirimenti o qualificanti (e che come tutti sanno rischiano, nella migliore delle ipotesi, di far sprecare carta e inchiostro solo agli esperti dell’algebra della parola).

1) l’attuale centrosinistra, magari allargato all’UDC, chiude le porte alla possibile alleanza con Sel, Noi per Savona, Pensionati e Verdi, sia al primo che all’eventuale secondo turno, lasciando poi in quest’ultimo caso il proprio candidato sindaco a vedersela al ballottaggio, con l’arduo compito di portare (anzi ri-portare) gli stessi elettori al voto dopo due settimane, nella speranza che lo spauracchio della destra smuova comunque gli elettori di sinistra la cui rappresentanza politica si fermerebbe alla designazione dei soli consiglieri comunali, senza eventuale premio di maggioranza e senza alcuna possibilità di presenza nell’esecutivo di governo. Dall’altra parte, cioè dal punto di vista dell’attuale centrosinistra, c’è il vantaggio che la spartizione delle poltrone conterebbe meno pretendenti….e scusate se è poco!

2) L’attuale centrosinistra, sempre con l’ipotesi dell’UDC all’orizzonte, esibisce la faccia dura ed intransigente al primo turno ma lascia libero il proprio candidato sindaco di concludere l’alleanza con la coalizione alla sua sinistra all’eventuale secondo turno.

Qui si apre uno scenario interessante: la prima cosa da ricordare è che a realizzare gli accordi al secondo turno sono -per legge- esclusivamente i

candidati sindaco.

La seconda è che la coalizione di sinistra -se mantiene le stesse presenze oggi date come possibili- contiene al suo interno una componente non omogenea al resto, Noi per Savona, che nel passato si è sempre presentata autonomamente e che non ha mai cercato abboccamenti col centrosinistra.

Questa ipotesi di collegamento al secondo turno porterebbe la coalizione selnoixsavona- verdi alla presumibile designazione di uno o più membri in giunta (più qualche ente di secondo grado) ma potrebbe causare una lacerazione al suo interno piuttosto dolorosa.

3) L’attuale centrosinistra, sempre ipoteticamente allargato all’UDC, ingloba il movimento vendoliano, forse anche i Verdi.

Presumibilmente non Noi per Savona, che si presenterebbe, come tradizione, autonomamente, e con il proprio 3% (a spanne) potrebbe collegarsi con il Movimento a 5 stelle, per scongiurare il rischio di rimanere fuori dal consiglio (che tra l’altro non dobbiamo dimenticare è ridotto a 32 consiglieri….).

Il ballottaggio è archiviato, il candidato sindaco Berruti tira un bel sospirone di sollievo e la meravigliosa macchina da guerra macinerebbe un risultato che potrebbe bissare il risultato del 2006 con una maggioranza di consiglieri “rimpolpata”, e quindi al riparo da eventuali stropicciamenti politici…..

Tutto qui? Assolutamente no!! Rimangono da verificare gli elementi di novità che potrebbero realizzarsi in questa settimana, esaminare la posizione del centrodestra, tirare le fila e verificare se vi è spazio per il lancio di una proposta di governo della Città, partendo da presupposti e contenuti politici schiettamente di sinistra, e non di facciata o politicisti, e meno che mai ambigui o che lascino intendere una variante della “politica dei due forni”.

Per chi ne ha voglia l’appuntamento è alle prossime settimane….

Patrizia Turchi

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