Ecco perché voterò Salvo Sorprese

“Salvo sorprese” è l’espressione che ci martella da quando le campagne elettorali sono dominate e influenzate dai sondaggi svolgendosi quasi esclusivamente in tv, sui giornali e sui social media. E che assolve da tutte le manipolazioni propagandistiche che ne conseguono. 

Per quel poco o niente che può interessare, dopo essermi trattenuto per settimane, faccio outing: il 25 settembre voterò Salvo Sorprese. Mi spiego: la mia gitarella al seggio è certa. Ed anche il mio ingresso in cabina, il ritiro della scheda, della matita e l’espressione della mia preferenza. Ed è proprio questa che sarà a favore di Salvo Sorprese.

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“Salvo sorprese” è l’espressione che ci martella da quando le campagne elettorali sono dominate e influenzate dai sondaggi svolgendosi quasi esclusivamente in tv, sui giornali e sui social media. E che assolve da tutte le manipolazioni propagandistiche che ne conseguono. I precedenti farebbero pensare che l’attendibilità delle rilevazioni demoscopiche non è esattamente inconfutabile. Eppure Salvo Sorprese consente di comportarsi come se già si fossero realizzate. Per esempio: i dati reali, cioè delle ultime elezioni tenutesi, dicono che i 5Stelle ebbero il 33% e Fratelli d’Italia il 4%. Ecco, il tempo dedicato dalle TV in questi giorni di campagna elettorale ai due partiti e ai loro leader è esattamente ribaltato. E, inutile dirlo, anche il tasso di benevolenza dei giornalisti verso i politici lo si indovina rigorosamente in linea con le sentenze dei sondaggisti.
Viene pronunciato con disgusto, invece, il nome di Salvo Sorprese nei debordanti e interminabili talk show televisivi. Si capisce che sarebbe un ospite indesiderato per la grande festa che si terrà la sera del 25 settembre, in occasione della grande riffa elettorale.
Eppure c’è stato un tempo, assai lungo, nel quale a Salvo Sorprese, tanto era discreto, nessuno nemmeno pensava. Per quarantacinque anni il risultato poteva essere scritto prima del voto, senza tema di errore: al primo posto DC, secondo PCI, terzo PSI e così via. Solo una volta, nel 1984, Salvo Sorprese uscì dal suo abituale riserbo. Anche lui coinvolto nella generale commozione che si diffuse nel paese per la morte del segretario comunista Berlinguer durante un suo comizio: e, dunque, primo il PCI e subito dopo la DC: invariato il resto della classifica. Trattandosi di elezioni europee, non accadde niente di particolare. Del resto, di grandi sconquassi in Italia, Salvo Sorprese non è mai stato capace di provocarne. Abbiamo un sacco di partiti che partecipano alla gran riffa ed un sistema proporzionale. Dove ci sono scontri diretti nei collegi ed un sistema maggioritario, Salvo Sorprese può decidere un sacco di cose. Ma qui non ci sono nemmeno le preferenze: deputati e senatori li scelgono direttamente i partiti, e per aumentare i voti è necessario arruffianarsi i direttori dei giornali piuttosto che gli elettori. Ed è anche questo un motivo, non secondario, che mi spingerà, il 25 Settembre, a votare Salvo Sorprese.

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