ECCELLENZE CELLESI ‘FRANCESCO MONZINO’

Di ‘stranezza’, segnalataci dal Lettore in ulti- dove per le sue capacità e attività nel giro di un ma pagina, parrebbe essercene nell’evento delle tre assegnazioni di ‘Eccellenza cellese’ avvenute il 12 agosto alle 18:30, alla presenza di non tanti intervenuti, sparsi a bordo piscina del suggestivo giardino del prestigioso Hotel San Michele. Evento non pubblicato, nè annunciato, senza inviti, escluso forse quello al Sindaco, presente senza banda tricolore alla consegna degli attestati. Semplice passa-parola dell’organizzatore e conduttore, il Dott. Ivan Drogo Inglese, Barone di San Giacomo del Pantano, Frazione di Noto, in Provincia di Siracusa, che “ha scelto Celle come buen retiro quando non è impegnato a Roma quale Presidente degli Stati Generali del Patrimonio Italiano”, com’era citato nella presentazione della Pro Loco di Celle Ligure, l’1.4.2022 nella Sala Consiliare [v/ ‘a Ci- vetta’ n. precedente].
Ora, riguardo alla stranezza – che non può sfuggire anche per quanto rilevato nello scritto del Lettore–potevasi ritenere che l’evento dovesse essere d’inaugurazione dell’attività della Pro Loco Cellese, concomitante alla sua ufficiale costituzione per dopo metà luglio. Poi qualcosa forse non è andata come previsto e l’atto ufficiale pare rimandato al prossimo anno. E dunque, per quanto se ne può sapere, è stata realizzata l’ “iniziativa per ricordare innanzitutto la figura di Francesco Monzino e anche per ricordare l’attività di tre personaggi che con il loro impegno e le loro idee contribuiscono allo sviluppo economico e sociale anche di questa bellissima cittadina”.

Con tutto il rispetto per l’intestatore e per l’intestato, alla memoria, la scelta non parrebbe di grande cellesità, anzi, stante che il Monzino a Celle vi è solo nato. Che non è certo poco, non risultando avervi lasciato però alcuna traccia. Infatti non si trova citato in nessuno dei più rappresentativi testi di storia cellese: né in ‘Celle e Cellaschi’ di Vincenzo Testa e neppure in alcuno dei quattro tomi dei ‘Personaggi di Celle’ del Prof. Gianluigi Bruzzone. Ciò non vuole di certo sminuire la grandissima levatura di Francesco ‘Franco’ Monzino a livello nazionale e internazionale, orgogliosi di saperlo co-nativo a Celle. Persona e personaggio che ha fatto la storia della grande distribuzione in Italia: sino alla Standa, a Savona, nell’intero piano terra del grattacielo di Piazza Leon Pancaldo, dalla fine della guerra, i bambini gioendo per l’acquisto di tanti articoli per la scuola, per lo svago,… nello stesso luogo a prezzi modici, cosa del tutto nuova: anzi unica! Siamo perciò grati al Dottor Drogo di averlo scelto, che magari ce ne dirà di più e meglio. Noi per intanto ne approfittiamo per far conoscere ai Lettori, ai cellesi e çelaschi di avere tra i nativi un personaggio di così alto profilo..
Francesco Emanuele ‘Franco’ Monzino
nasce il 28 luglio 1891 a Celle Ligure da Guido e da Maria Pagani, entrambi di famiglia milanese, ‘nella villa in località Costa Ravezza’ [identificabile nella già Villa Testa, non essendovene altra allora ed ora in quella zona, divenuta Villa Giulia, residenza e studio del Maestro pittore Guglielmo Spotorno, ndr].
Compie gli studi a Genova, dove la famiglia si è trasferita e dove nascono i fratelli Italo e Virginia, e si diploma in ragioneria. Quattro anni di servizio militare sino alla fine della Grande Guerra, e nel 1919 si trasferisce a Milano, assunto presso i grandi magazzini La Rinascente, dove per le sue capacità e attività nel giro dio un anno viene promosso condirettore commerciale, in queto favorito dal rapporto dal rapporto di parentela con Ferdinando Borletti, marito della sorella

PUBBLICITA’

La svolta della sua carriera avviene dal 1927 con l’interesse della dirigenza a nuova formula commerciale di vendita sull’esempio di model- li statunitense Woolworth & Co e tedesco della Heape della Leonard Tietz per offrire i vantaggi dei grandi magazzini ad una clientela vasta e popolare, con gran numero ed elevata rotazione di articoli e un limitato ricavo sui singoli prezzi. Egli infatti rimane in Germania con il compito di studiare a fondo l’organizzazione dei nuovi negozi. Nel 1928 nasce il gruppo Rinascente UPI, poi UPIM (Unico Prezzo Italiano Milano) con gamma di prezzi estremamente moderata, da 1 a 4 Lire…) della quale assume la responsabilità tecnica, e che da quella della sede di Milano portò all’apertura di quasi una decina di filiali nelle principali città italiane.
Fu grazie a questa positiva esperienza che Monzino maturò l’idea di staccarsi dal gruppo Rinascente e di fondare una sua impresa di ma- gazzini a prezzo unico. Il 9 maggio 1931 a Milano fondò la ‘Standard Sams’ (‘Società Anonima Magazzini Standard’, che nel 1938 dovrà mutar- si in ‘STANDA’ a seguito dell’autarchia imposta dal Governo Mussolini per il termine inglese) con 50.000 lire: tre quote da 15.000 lire dei tre fratelli e 5.000 lire del suocero del fratello Ita- lo, imprenditore comasco. Capitale che fu quasi subito elevato a 700.000 lire e il 21 settembre 1931 aprirono i battenti della prima STANDA, nella centrale vita Torino, 400 mq (nel già noto Bazaar 33) completamente ristrutturati con sede e uffici.
Fu un successo rapidissimo che portò ad aprire filiali in tutta Italia, non senza frizioni con la ex Rinascente, giungendo a 22 nel 1941, all’accordo sottoscritto d’autorità che avrebbe potuto aprirne ancora 44 (76 a UPIM che ne aveva 38, e 33 la PTB (Per Tutte le Borse) che ne aveva 9.
Così è stato per poco. Tempo. Poi la guerra con molte filiali parzialmente chiuse o/e di- strutte ed i dipendenti ridotti a 1000 da 1500 che erano!
Danni ingenti e filiali e ridotte a 19. Ma il Monzino non si diede per vinto, e con sempre a fianco il fratello Italo quale Vice Presidente e amministratore delegato (più tardi, nel 1981, fondato ii e finanziatore del Centro Cardiologico Monzino, tutt’ora uno dei più validi ed efficienti a livello con solo nazionale), e nono- stante le difficoltà economiche di quegli anni nel 1951 riuscì festeggiare il ventennale della società con 35 filiali e 2000 dipendenti.
A sugello della sua straordinaria attività nel 1953 fu nominato Cavaliere del Lavoro. Non si godette la nomina, pochi giorni dopo, il 21 giugno 1953, morì nella su abitazione milanese, e per sua volontà, fedele fino in fondo alla sua missione, fu sepolto a Musocco, accanto agli operai ed agli impiegati della sua impresa, trattati sempre paternalisticamente, per i quali aveva stabilito incentivi economici, disponibilità locative, viaggi,…
Un grande, grandissimo a cui dobbiamo (chi scrive) la gioia di aver potuto scegliere in un solo posto cartelle, quaderni, gomme, matite, colori, addobbi vari e…qualche giochino.
Pierino Ratto da A Civetta

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.