E’ CAMBIATA LA FIGURA DEL CONTADINO
Assistiamo ad un progressivo impoverimento economico e culturale del contadino DIALOGO COL MIO “ALTER EGO” (chiamato semplicemente “ALTER”) SESSANTADUESIMA PARTE |
Assistiamo, ormai, ad un progressivo impoverimento economico e culturale del contadino DIALOGO COL MIO “ALTER EGO” (chiamato semplicemente “ALTER”) SESSANTADUESIMA PARTE |
ALTER: Caro Aldo, noi, oggi, se ben ricordi, dobbiamo incominciare a discutere (in omaggio alla GREEN_ECONOMY) sulle MERCI DA PRODURRE nel nostro immediato avvenire, sulle innovative MODALITA’ DELLA LORO PRODUZIONE E DEL LORO SMALTIMENTO ed, in un contesto ancora più ampio, su possibili proposte per giungere ad una PIU’ ALTA CONCEZIONE DEL LAVORO UMANO. |
Come certamente ti sarai reso conto, io mi sono limitato, nell’introdurre la discussione odierna, ad utilizzare vocaboli, frasi e concetti che tu hai evidenziato al termine del dibattito della scorsa settimana. Di conseguenza, non puoi assolutamente contestare la mia odierna proposta! ALDO: Ma, io non ho nessuna intenzione di contestarti! Piuttosto…dimmi: da dove vuoi iniziare? ALTER: dalla PRODUZIONE AGRICOLA, Aldo, e la ragione è semplicissima ed, addirittura banale: da che mondo è mondo, la coltivazione agricola è stata alla base della vita e del benessere degli esseri umani di ogni angolo del Mondo! Inoltre, a rifletterci meglio, debbo dirti, Aldo, che la mia propensione a discutere prioritariamente questo argomento, rispetto ad altri, nasce dal fatto che, a mio modo di vedere, l’Agricoltura sta attraversando, in ogni Continente, una CRISI DI IDENTITA’ INEDITA nella storia dell’umanità, per cui risulta veramente difficile prospettarne l’avvenire. Il tutto, ovviamente, sarà destinato ad incidere non soltanto sull’economia mondiale, ma, addirittura, sulle ragioni di vita dei popoli e, soprattutto, sull’integrità fisica del nostro Pianeta. ALDO: Ma, nello specifico, in che cosa consiste questa inedita crisi di identità, da te, ora, evidenziata? Tieni conti, Alter, che la produzione agricola non è identica ad uniforme in ogni angolo del Mondo! Tu sai benissimo (ed è veramente inutile che io te lo ripeta ) che esiste una serie quasi infinita di PRODOTTI AGRICOLI; inoltre, vi sono notevoli differenze nelle caratteristiche dei SUOLI, all’interno di ogni Continente ed, addirittura dei singoli Stati ed, infine, esistono profonde diversificazioni, da zona a zona, sulle MODALITA’ DI LAVORAZIONE DEI SUOLI, ivi comprese le tecniche utilizzate per l’irrigazione e per le concimazioni. Quindi: tu non puoi fare d’ogni erba un fascio e, di conseguenza, tracciare delle regole valide ed attuabili da tutti, addirittura su scala planetaria! |
ALTER: Ma no, Aldo! Io non intendo fare tutto questo, anche perché non posseggo le doti (sacre ed inviolabili) dei profeti e, meno che mai, degli Economisti ! Mi riferisco ad alcuni fatti ed eventi che si sono verificati in questi ultimi sessant’anni e che ne hanno condizionato l’avvenire in gran parte del Mondo. Io credo che dovremo profondamente riflettere su queste negative innovazioni, intervenute in questo settore produttivo, meditare su di esse e proporre soluzioni alternative, armoniche con i principi e gli ideali della GREEN-ECONOMY.
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ALDO: Per ragioni di sintesi, fammi un breve elenco di questi eventi: ALTER: Ben volentieri, Aldo! Ma non so se potrò essere breve, anche perché ho copiato da Te molti dati e Tu sai benissimo che la capacità di sintesi non rientra certamente tra le tue doti migliori! Bene! Procediamo: 1) E’ CAMBIATA LA FIGURA DEL CONTADINO; proprio Tu, Aldo, in data 28 ottobre 2009, mi hai portato in visione su questo argomento una magistrale osservazione di Eva Benelli (che ovviamente, non sto più a ripetere, anche perché diffusamente conosciuta); 2) Assistiamo, ormai universalmente, ad un progressivo IMPOVERIMENTO ECONOMICO E CULTURALE DEL CONTADINO; 3) STA DIMINUENDO IL NUMERO DEI CONTADINI, anche perché la quantità delle persone che vive nelle Grandi Metropoli ha già eguagliato (se non addirittura superato) il numero di coloro che popolano le campagne; 4) Secondo i dati riportati da CONFAGRICOLTURA, LA SUPERFICIE DEI TERRENI DISPONIBILI NEL MONDO AMMONTA A 13 MILIARDI DI ETTARI; tra questi, soltanto 5 MILIARDI SONO DESTINATI ALL’ AGRICOLTURA; 5) Per di più, stiamo assistendo ad un crescente e quasi inarrestabile MONOPOLIO VIRTUALE DEL POSSESSO DELLA TERRA; esemplare, in tal senso, il Titolo del Servizio Giornalistico del Quotidiano “ LA STAMPA”, pagina 12 datato 13 Dicembre 2009: “LA GRANDE FINANZA HA FAME DI TERRA” Occorre evidenziare, in proposito, che gli insaziabili appetiti di questi benemeriti Signori non sono rivolti tanto verso l’incentivazione e la diversificazione delle produzioni agricole nei terreni acquistati, quanto, invece, verso la crescita quantitativa, in essi delle attività neo-edificatorie destinate ai settori edilizio e turistico, ma, anche, verso le coltivazioni di cereali, finalizzate alla produzione di bio-carburanti. Anche, in Italia, possiamo toccare con mano la crescita di questi neo-investimenti speculativi; non a caso, il costo d’acquisto di un determinato terreno è destinato ad aumentare (anche vertiginosamente), se, nel contesto di un determinato Piano Urbanistico, il terreno in oggetto modifica il suo futuro destino da area agricola ad area edificabile;
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6) Analogo discorso va fatto in merito al MONOPOLIO DELLE SEMENTI, il cui possesso è armai sfuggito dalle mani dei contadini, per diventare, invece Patrimonio, quasi esclusivo delle GRANDI MULTINAZIONALI; 7) Continuano ad essere attuate, in molte parti del Mondo, le TECNICHE PRODUTTIVE DEFINITE “RIVOLUZIONE VERDE” ed “ESCLUSIVA MONOCULTURA”, le quali, tra i tanti risvolti negativi, hanno condotto, in particolare a:
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. UTILIZZO MASSICCIO (E QUASI INSOSTENIBILE) DELL’ACQUA; . UTILIZZO INCONDIZIONATO DI FERTILIZANTI E PESTICIDI; . ECCEZIONALE MECCANIZZAZIONE DELLE PRATICHE AGRICOLE, CON CONSEGUENTE ABNORME UTILIZZO DI PETROLIO E DI COMBUSTIBILI FOSSILI; 8) Infine, continua a sussistere, in molte parti del Mondo, una malvagia ed irrazionale FILIERA DI VENDITA DEI PRODOTTI AGRICOLI. L’esempio in negativo viene a noi dalla nostra piccola ed amata Italia, dove, da tempo, assistiamo ad una CADUTA DEI PREZZI ALL’ORIGINE, LA QUALE NON SI RIPERCUOTE SUL PREZZO AL CONSUMATORE, CHE, AL CONTARIO, NON CALA. Il rapporto è di 1 a 3, oppure di 1 a 4 ; insomma, il prezzo finale è tre, quattro volte superiore rispetto a quello pagato al contadino. Caro Aldo, di fronte a queste situazioni (per le quali non trovo più aggettivi per correttamente definirle) quali SOLUZIONI ALTERNATIVE possiamo proporre, in armonia con i principi della GREEN-ECONOMY? ALDO: Debbo, ancora una volta, ripetermi ed, in tal senso, mi scuso in anticipo con te perché posso apparirti pedante e noioso. Ripropongo alla tua mente (e, se vuoi, alla tua lettura) quanto già avevo scritto, nel 2004, nel volume: SCIENZA E UTOPIA” pagine 134 – 135: Ecco le mie proposte: – RECUPERARE I VALORI DELLA POLITICA CHE DEVE SOVRINTENDERE ALL’ECONOMIA (E NON VICEVERSA); – RIPRISTINARE IL RAPPORTO UOMO/NATURA, NELLO SPIRITO DELLA VISIONE HEGELIANA DELL’INTERCONNESSIONE TRA LE DUE COMPONENTI ; – IN QUESTO CONTESTO, RECUPERARE LA FUNZIONE E LA SAPIENZA DEL CONTADINO E, CON ESSE, IL VALORE DELL’AGRICOLTURA TRADIZIONALE, PERCHE’ QUESTA E’ MEGLIO ATTREZZATA PER DARE UNA RISPOSTA POSITIVA ALL’ESIGENZA IRRINUNCIABILE DI PRODURRE ALIMENTI PER UNA POPOLAZIONE CRESCENTE, SENZA DISTRUGGERE, IN MANIERA DEFINITIVA, LE RISORSE NATURALI DI CUI ANCORA DISPONIAMO; – PARALLELAMENTE, CREARE UN MODELLO ECONOMICO AUTONOMO, IN CUI, ALL’INTERNO DI OGNI SINGOLO STATO, GLI AGRICOLTORI POSSANO ASSOCIARSI TRA LORO, IN MODO DA GARANTIRE LE MASSIME OPPORTUNITA’ PRODUTTIVE, ANCHE SOTTO IL PROFILO ECONOMICO, SPOSTANDO L’ASSE DELLA PRODUZIONE DALL’ESPORTAZIONE AL MERCATO INTERNO; – GARANTIRE ALLE POPOLAZIONI RURALI DI OGNI PARTE DEL PIANETA NON SOLTANTO L’ACCESSO ALLA TERRA, MA ANCHE ALLE TECNOLOGIE, ALLE NUOVE METODOLOGIE DI COLTURA ED ALLE SEMENTI, DI CUI L’AGRICOLTURA DELL’AVVENIRE HA FONDAMENTALE BISOGNO; IN ALTRI TERMINI, E’ NECESSARIO UN PERCORSO PARALLELO TRA CULTURA CONTADINA TRADIZIONALE ED INNOVAZIONE SCIENTIFICA E TECNOLOGICA, SOTTRAENDO L’ESCLUSIVITA’ DELLE NUOVE SCOPERTE AI MONOPOLI IMPERANTI |
Mario Capanna |
ALTER: Tutto questo mi potrà andare bene, caro Aldo, ma sul piano puramente teorico; fammi , per favore, qualche esempio concreto, perché, in caso contrario, rischio di entrare fatalmente in una terribile crisi vertiginosa, non trattabile con i farmaci attualmente in commercio, indirizzati verso questo tipo di patologia. ALDO: Ma il tutto mi sembra relativamente semplice, caro Alter! DOBBIAMO CONIUGARE L’AGRICOLTURA BIOLOGICA CON L’INNOVAZIONE SCIENTIFICA E TECNOLOGICA. |
ALTER: Continuo a non capire, Aldo! Ed allora dimmi, innanzi tutto, che cosa intendi per AGRICOLTURA BIOLOGICA. ALDO: Ma, Alter! Le regole di questo tipo di Agricoltura sono state definite da una Legge-Quadro dell’Unione Europea, risalente al 1991 (CE 2092). In sintesi, è possibile racchiudere tutto il discorso su questa materia in pochi ed elementari concetti: Per BIOLOGICO si intende un prodotto che, dal campo alla tavola, in tutte le fasi che vanno dalla Coltivazione e Raccolta alla Conservazione,Trasformazione e Confezionamento, rispetta regole ben precise, conformi alle Leggi della Natura. Quindi, è consentito soltanto l’utilizzo di SEMENTI AUTOCTONE, che possano favorire l’equilibrio ecologico delle campagne e, contemporaneamente, posseggano, al loro interno, principi tali da diventare antagonisti naturali dei parassiti. Le coltivazioni debbono avvenire su TERRENI NON ESAURITI (e cioè non coltivati intensivamente), sui quali non possono essere impiegati concimi chimici di sintesi, nè pesticidi o diserbanti, inquinanti e pericolosi per l’uomo e per l’ambiente. Sono consigliabili periodiche ROTAZIONI DELLE COLTIVAZIONI E CONSOCIAZIONI TRA PIANTE DI DIVERSA NATURA; è consentita la PACCIAMATURA (spargimento di foglie secche o paglia sulle colture per ripararle dal calore eccessivo del Sole. Per quanto concerne la CONSERVAZIONE DEL PRODOTTO è previsto, secondo le regole Comunitarie, un dosaggio molto ridotto di sostanze chimiche e l’utilizzo preponderante di sistemi naturali di sterilizzazione e refrigerazione a base di materie prime. Infine, per quanto si riferisce ai PROCESSI DI TRASFORMAZIONE è prescritta la Riduzione nell’impiego di additivi, conservanti e coloranti ed, in generale, delle sostanze chimiche. ALTER: Prendo atto, Aldo. Ma hai risposto soltanto alla metà dei quesiti che ti avevo posto! Ed allora ti rifaccio la domanda: Come puoi coniugare l’innovazione Tecnico-Scientifica con l’Agricoltura Biologica? Ti prego: fammi almeno un esempio a questo proposito! ALDO: Intanto, Alter, ti faccio presente che questo argomento è stato, già, da noi affrontato (sia pure fugacemente ed in maniera superficiale) in data19 Giugno 2009, allorquando io ho accennato alla TECNICA DELLA CISGENESI (altrimenti definita MARKER ASSISTED SELECTION-MAS). In allora, avevo cercato di precisare che questa tecnica consente di ottenere Piante Geneticamente Modificate, le quali però (a differenza degli OGM) sono del tutto simili a quelle ottenute per via riproduttiva naturale; infatti il gene o i geni inseriti sono “FAMILIARI” alla pianta donatrice dello stesso genere e, quindi, biologicamente compatibile. Ebbene, Alter: oggi, siamo pronti per utilizzare questa nuova metodologia tecnico- scientifica su vasta scala. Al riguardo cito integralmente quanto riferito da MARIO CAPANNA (PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE DIRITTI GENETICI): “Si tratta di un metodo non invasivo che, al contrario degli Ogm, non supera i confini di specie e consente di accedere alle risorse genetiche della biodiversità vegetale, accelerando alcuni processi di miglioramento. In questo modo si possono ottenere piante con caratteristiche preziose, resistenti a parassiti, malattie, alla siccità, più produttive e – all’opposto degli Ogm – senza ricadute negative per l’ecosistema, l’alimentazione o la salute. Le piante migliorate con la Mas, inoltre, non sono coperte da brevetto industriale, poiché le specie vegetali non sono brevettabili. Questa metodologia, alternativa agli Ogm, apre, dunque, la strada a una ricerca scientifica agroalimentare partecipata e questo sia nei Paesi sviluppati che in quelli poveri: il costo di ricerca della Mas, infatti, è contenuto e nemmeno paragonabile alle cifre impiegate per gli Ogm (dove i costi per l’immissione in commercio di ogni singolo evento transgenico variano tra i 0,4 e i 13,5 milioni di dollari).
Alter e Aldo Pastore 20 Maggio 2010
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