Processo G8

 

Penso a Genova, così vicina eppure così lontana e alle canzoni di De Andrè e le sue parole mi sembrano così attuali da farne inno nazionale
Processo G8 “Un altro mondo è possibile”?

Penso a Genova, così vicina eppure così lontana e alle canzoni di De Andrè e le sue parole mi sembrano così attuali da farne inno nazionale
Processo G8 “Un altro mondo è possibile”?

 

Mi sembrava semplice parlare dell’argomento della settimana. Facile individuare i buoni e i cattivi e schierarsi; qualsiasi fosse il lato scelto della barricata.
Senza scomodarmi troppo ho aperto internet certa di riuscire a identificare il lato dei “giusti”.
I video che ancora si trovano in rete mostrano persone a terra o con le mani alzate percosse  o meglio aggredite da 3 o 4 agenti contemporaneamente e benché mostrino anche sassaiole e danneggiamenti non si può, o almeno un paese civile non dovrebbe, dimenticare le Convenzioni di Ginevra.

Il 12 agosto 1949 sono state stipulate la III e la IV. La prima riguarda il trattamento dei prigioni nemici, la seconda il trattamento dei civili in tempo di guerra. Comunque vogliamo considerare gli atti di commessi a Genova l’art.  1 è comune ad entrambe e così recita:1)Le persone che non partecipano direttamente alle ostilità, compresi i membri delle forze armate che abbiano deposto le armi e le persone messe fuori combattimento da malattia, ferita, detenzione o qualsiasi altra causa, saranno trattate, in ogni circostanza, con umanità, senza alcuna distinzione di carattere sfavorevole basata sulla razza, il colore, la religione o la credenza, il sesso, la nascita o il censo, o altro criterio analogo. A questo scopo, sono o rimangono vietate, in ogni tempo e luogo, nei confronti delle persone sopra indicate:

a) le violenze contro la vita l’integrità corporale, specialmente l’assassinio in tutte le sue forme, le mutilazioni, i trattamenti crudeli, le torture e i supplizi; …

I video in rete mostrano ingiustificabili atti vandalici in città a cui fanno eco le urla inumane che si alzano nella notte, testimonianza di una raccapricciante violenza.

Violenza così atroce e ingiustificabile, al punto che si vedono funzionari delle forze dell’ordine (solo un funzionario può uscire da quella situazione in giacca e cravatta) che nascondono il viso alle telecamere lasciando  la Diaz. Eppure era un bliz contro i famigerati Black Block, un’operazione di ordine pubblico dove erano state trovate molotov, almeno stando alle primissime dichiarazioni rese alla stampa, eppure loro, per vergogna o opportunità, si eclissano.

A schermo spento sono una cosa è emersa chiara, un dubbio lancinante: “Cosa è realmente successo  a Genova in quei giorni?”

Domanda che si somma agli infiniti interrogativi che affollano la mente di noi Italiani “Cosa è successo a Piazza Fontana? E nella stazione di Bologna? E ad Ustica? e in via dei Georgofili? E a….

Anche per Genova non conosceremo mai con esattezza chi abbia curato la regia dell’orrore e perché ma, per certo, sappiamo che sul palco ha meritato l’oscar dell’intolleranza, onorificenza che ha fatto il giro del mondo e lasciato un segno più delle promozioni turistiche del nostro attuale ministro.

Con questa premessa il ribaltamento della sentenza di primo grado mi pare cosa da nulla.Per sapere cosa realmente è successo non basterà attendere il giudizio definitivo della Cassazione.

    Ma chi erano i protagonisti di quelle giornate?  Cos’è il movimento no global? Il suo manifesto è condivisibile? O, al contrario, erano solo un gruppo violento ed estremista?

Il movimento no global è un insieme di organizzazioni non governative, eterogenee dal punto di vista politico, accumunate  dalla disapprovazione all’attuale sistema economico.

La critica principale è volta verso le multinazionali. Secondo gli aderenti il loro potere è così forte da condizionare le scelte dei singoli governi verso politiche non sostenibili da un punto di vista ambientale ed energetico. Politiche non rispettose delle peculiarità locali e dannose per le condizioni dei lavoratori.

  Quanti di noi possono davvero pensare che queste idee siano deprecabili e non condivisibili?

Il Genoa Social Forum, rappresentanza italiana del movimento no global, era un gruppo che raccoglieva associazioni dall’ ARCI all’ACLI, partiti, sindacati, associazioni ambientaliste, centri sociali e nuovi soggetti quali l’ATTAC (associazione orientata all’azione per l’affermazione dei valori della dignità umana e della protezione dell’ambiente) e la Rete Lilliput nata su ispirazione di Padre Zanotelli e che ha nella nonviolenza la basa del suo agire.

Possiamo davvero credere che i manifestanti fossero un gruppo di violenti sabotatori dell’ordine pubblico, votati alla violenza?

Gli ospiti nella scuola Diaz, per la maggior parte stranieri, rappresentanti del così detto “Popolo di Seattle” meritavano quello che Michelangelo Furnier,  (assolto in primo grado e ora condannato)  ha definito “macelleria messicana”?

Non basta il qualunquismo per scegliere il lato giusto della barricata; bisogna conoscere anche i protagonisti dell’altro lato e, se avete ancora la pazienza di leggere per poche righe, ci arriviamo.

Due per tutti.

Francesco Gratteri e Gilberto Caldarozzi, rispettivamente capo della Direzione anticrimine centrale e del Servizio centrale operativo.

    Sia Gratteri sia Caldarozzi sono considerati due punti fermi del Dipartimento di Polizia avendo segnato alcune delle pagine più importanti della storia della polizia negli ultimi anni. Il primo con un passato di superpoliziotto nell’antimafia ( fu lui ad arrestare Leonluca Bagarella e Giovanni Brusca; sempre lui era nell’Ucigos quando furono arrestati i brigatisti che uccisero Biagi e D’Antona.) Anche Caldarozzi ha un curriculum di tutto rispetto: fece parte del gruppo che catturò il boss Nitto Santapaola e nel 2001 arrestò Michele Profeta. Ma, soprattutto ha coordinato le indagini che hanno portato all’arresto di Bernardo Provenzano.

Ora concorderete con me che le cose si complicano parecchio.

Possiamo davvero credere che professionalità così elevate abbiano potuto ordinare il massacro della Diaz?

  Ancor peggio: dobbiamo avvalorare la tesi del Viminale  secondo cui la catena di comando non c’entra nulla con quanto avvenne quella sera?

Personalmente mi rifiuto di credere si sia potuto organizzare un’operazione punitiva solo perché si erano vissute giornate stressanti.

Credere e affermare ciò significa ammettere che le nostre forze dell’ordine siano professionalmente di bassa lega, incapaci di gestire con intelligenza situazioni di tensione, anche emotiva.

Credere e affermare ciò significa ammettere che i diritti civili possono essere calpestati in qualunque momento; in una parola che l’Italia sia, di fatto, uno stato di polizia.

Francamente, da un ministro degli interni, preferirei dichiarazioni meno azzardate e magari qualche assunzione di responsabilità in più.

Ovvio che nella gerarchia militare gli ordini debbano essere eseguiti senza discutere e quindi i vertici di allora “meritano” comunque l’assoluzione. Assoluzione che non discolpa chi, per scelte politiche, quell’ordine ha dato.

Penso a Genova, così vicina eppure così lontana e alle canzoni di De Andrè e le sue parole mi sembrano così attuali da farne inno nazionale…

 http://www.youtube.com/watch?v=LVyM8i5mUAM

 CANZONE DEL MAGGIO

Anche se il nostro maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio
se la paura di guardare
vi ha fatto chinare il mento
se il fuoco ha risparmiato
le vostre millecento
anche se voi vi credete assolti
siete lo stesso coinvolti.

E se vi siete detti
non sta succedendo niente,
le fabbriche riapriranno,
arresteranno qualche studente
convinti che fosse un gioco
a cui avremmo giocato poco
provate pure a credervi assolti
siete lo stesso coinvolti.

Anche se avete chiuso
le vostre porte sul nostro muso
la notte che le “pantere”
ci mordevano il sedere
lasciandoci in buonafede
massacrare sui marciapiede
anche se ora ve ne fregate,
voi quella notte voi c’eravate.

E se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le “verità” della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti.

E se credete ora
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.

 

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