Due articoli a confronto

  Mettiamo a confronto due articoli che trattano lo stesso  argomento (Luciano Pasquale – Carige)

L’articolo di Marco Preve da La Repubblica.
L’articolo-intervista di Graziano Cetara da Il SecoloXIX 

 Mettiamo a confronto due articoli che trattano lo stesso  argomento

(Luciano Pasquale – Carige)

A sinistra l’articolo di Marco Preve da La Repubblica di oggi, a destra l’articolo-intervista di Graziano Cetara da IL SECOLOXIX del 31 maggio


L’ARTICOLO DI MARCO PREVE      

Banca Carisa, il tramonto del collezionista di incarichi

Luciano Pasquale, presidente della controllata di Carige, nel mirino del nuovo management: era stato a lungo contemporaneamente direttore degli industriali savonesi

di MARCO PREVE

Nessuno pensava che un giorno il “trino”  –  soprannome, per altro riduttivo, per via dei suoi numerosi incarichi  –  sarebbe arrivato a fine corsa. Invece anche Luciano Pasquale, l’uomo più potente della provincia di Savona e sicuramente nella top ten della Liguria, potrebbe essere presto cortesemente invitato a mettersi da parte.

I giorni di Pasquale sulla poltrona di presidente di Carisa, una delle controllate del gruppo Carige, potrebbero essere giunti al termine. A Genova, negli uffici della controllante, il nuovo management è impegnato a restituire solidità e dignità alla banca del post Berneschi, dopo i cambiamenti avvenuta nel capoluogo sta guardando a Savona. Soprattutto qualcuno si è accorto della sovrabbondanza di incarichi collezionati da Luciano Pasquale, alcuni dei quali si incrociano, generando qualche problema di opportunità, con le turbolenti vicende Carige.

Pasquale dal 1983 fino a metà del 2012 è stato direttore Industriali. Le quote degli aderenti servono anche a pagare lo stipendio del direttore. Tra i soci dell’associazione, alcuni con posizioni rilevanti, nell’epoca Pasquale compaiono nomi di peso come Raffella Orsero e Franca Roveraro Cappelluto e poi Andrea Nucera. Le prime due compaiono nell’elenco dei clienti “amici” ai quali, secondo Bankitalia

sarebbero stati concessi fidi milionari nonostante un forte indebitamento delle loro aziende e società. Entrambe facevano parte del cda Carisa a guida Pasquale (Orsero era vicepresidente) fino a quando, pochi mesi fa, non si sono dimesse a causa del clamore dell’inchiesta. Andrea Nucera poi, è un imprenditore latitante a Dubai, figura centrale dell’indell’Unione chiesta per bancarotta appena conclusa dalla procura di Savona per un crack da 400 milioni di euro. Oltre a Nucera, tra i 34 indagati ci sono Giovanni Berneschi, alcuni funzionari Carige, l’amministratore delegato di Carisa Achille Tori, Lorenzo Zecchino del collegio sindacale.

E almeno tre dei numerosi capi d’imputazione contestati a funzionari Carisa sono relativi ad un periodo in cui Pasquale era già presidente Carisa (dall’aprile del 2009), ma nello stesso tempo era anche direttore dell’Unione Industriali. Struttura alla quale le aziende di Nucera sono state iscritte  –  versando la quota associativa  –  fino al 2010. Per altro Pasquale è dal 2010 anche il presidente della Camera di Commercio di Savona, e tralasciando un’altra lunga serie di poltrone va ricordato che dal 1996 al 2009 è stato consigliere, vicepresidente e poi presidente (per nove anni) della Fondazione De Mari, cioè la fondazione della Carisa.

Una collezione di incarichi di potere che non ha eguali, ma che a Savona non ha mai provocato la benché minima discussione istituzionale. E nonostante Luciano Pasquale abbia sempre avuto simpatie per il centrodestra e spesso elogiato da Claudio Scajola, è sempre stato il Pd (e prima i Ds e il Pds) a sostenerlo incessantemente a spada tratta. D’altra parte, nella Banca e nella Fondazione il Pd ha sempre avuto ampio spazio con deputati, funzionari, parenti di dirigenti. Soprattutto, Pasquale, nelle sue varie vesti è stato il sostenitore di un’alleanza politico imprenditoriale che ha garantito a Savona, negli ultimi 15 anni, un boom cementificatorio senza eguali in Liguria.

Naturalmente tutto questo era miele per la Carige di Berneschi che secondo Bankitalia ha puntato troppo, e male, sulle operazioni immobiliari.

Oggi però il vento del rinnovo in Carige (tutti gli indagati sono stati sollevati dai loro incarichi mentre a Savona restano ai loro posti) soffia anche sul ponente e c’è chi si è fatto venire qualche dubbio leggendo a fine maggio un’intervista al Secolo XIX. Nell’articolo Pasquale dichiarava di avere “mani salde”, e che se la banca fosse risultata danneggiata si “sarebbe costituita parte offesa”. A Genova hanno però pensato che Pasquale, che era presidente quando alcuni di quei fidi sono stati erogati, che da presidente della banca finanziava associati dell’Unione Industriali che erano i suoi datori di lavoro, beh, insomma, hanno ritenuto che probabilmente Pasquale non fosse il soggetto più indicato per presentarsi in tribunale a chiedere un risarcimento.

da La Republica del 13 luglio 2014

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ARTICOLO DI GRAZIANO CESARA 

«Carisa parte lesa. In caso di condanne chiederemo i danni»

31 maggio 2014 Graziano Cetara

Savona – «Questa è banca Carisa». Non si nasconde Luciano Pasquale, presidente della Cassa di risparmio di Savona, sorpreso al timone da un fortunale così impetuoso da far tremare i polsi a un qualsiasi lupo del mare del credito. Non a lui, che raccoglie i pensieri tra un caffè e uno sbuffo di sigaretta, mentre i giornali ancora parlano dell’arresto di Berneschi, l’ex numero uno della capogruppo Carige, e degli indagati eccellenti nella sua Carisa per il crac Nucera.

E poi quasi sillaba: «Nucera? L’ultima parola spetterà ai giudici ovviamente e noi ci rimetteremo a quella. Però posso dire che Nucera è stato un cliente, uno come tanti altri, e che questa vicenda non scalfirà né la sua solidità né la sua operatività. Anche perché si tratta di una tipologia dimensionale di clienti a cui è destinato solo il dieci per cento dei nostri prestiti. Su oltre un miliardo di euro distribuiti ogni anno alle imprese e alle famiglie produttive, il novanta per cento va ai piccoli, non ai grandi investitori».

Il “suo” amministratore delegato Achille Tori indagato? Sotto accusa il suo funzionario responsabile del settore credito Piero Giadresco? Più o meno toccati dal vento del sospetto revisori dei conti e consiglieri di amministrazione legati in qualche maniera con il latitante del crac più scandaloso della storia savonese?

Pasquale ha mani salde per reggere il timone e al contempo reggersi: «Non ho preteso dimissioni e nemmeno ho dovuto respingerle. Senza misure cautelari, nessun provvedimento può scattare prima di una sentenza di condanna definitiva. Certo se verrà dimostrato che qualcuno ha prodotto bilanci o altri documenti falsi, la banca che presiedo sarebbe parte lesa e agirebbe per tutelarsi».

Presidente, non si dimette più nessuno, ormai.

«Sarebbe come ammettere in qualche modo la propria colpevolezza. Almeno così sarebbe vissuto qui, in Italia. Invece, se in cuor suo una persona sa di aver operato in maniera corretta, allora è giusto che vada avanti fino a quando la legge lo consente».

E nella sua banca fino a quando è possibile farlo?

«Per ricoprire un qualsiasi incarico in Carisa è necessario avere dei requisiti di natura professionale e firmare una dichiarazione relativa alla onorabilità con la quale si certifica di non aver mai subito condanne. In assenza del secondo requisito si decade dalla carica, subito».

Ne parlerete in consiglio di amministrazione?

«Comunicherò l’esito della chiusura delle indagini preliminari nella seduta del 20 giugno».

È possibile che si voti per la sospensione cautelativa delle persone coinvolte?

«È estremamente rischioso operare una forzatura rispetto alla legge. Anche nel caso di Berneschi, sospeso dal cda di Carisa dopo l’arresto nell’inchiesta in corso su Carige, è stato deciso misurando le parole con il bilancino. L’allontanamento prima della carica senza una condanna, in caso di assoluzione ci esporrebbe al rischio di risarcimenti sostanziosi. Ed è un rischio che non possiamo correre».

Possibile che revisori dei conti, consiglieri di amministrazione, non si siano accorti di quanto stava per accadere a Nucera?

«Sono presidente di Carisa dal 2009 e non posso parlare – oltre a ritenerlo scorretto – dell’inchiesta in corso. Però le persone della banca non hanno mai operato in conflitto di interessi. E se qualcuno esterno all’istituto di credito ha prodotto bilanci o altri documenti falsi, allora Carisa sarebbe parte lesa a agirebbe di conseguenza per tutelarsi».

E gli incarichi per Nucera, nel caso di Lorenzo Zecchino, commercialista nel cda di Carisa?

«Il fallimento di Nucera è stato dichiarato ben prima dell’ingresso nel consiglio della banca. Lo abbiamo accertato, ma qualora fosse condannato per fatti relativi alla sua attività professionale precedente, il suo incarico da noi cesserebbe. Però il discorso è un altro».

Quale allora?

«I cosiddetti prestiti facili non esistono e prima di esprimere giudizi affrettati è bene attendere l’esito degli accertamenti della magistratura. Esiste una banca del territorio che interviene per sostenere famiglie e imprese e in qualche caso salvare realtà strategiche per l’economia locale».

Ma la crisi di certi soggetti non era in qualche modo annunciata?

«Guardi la congiuntura economica sta trasformando clienti storici, affidabili da oltre quarant’anni, in soggetti a rischio. Eppure continuiamo a essere una banca punto di riferimento, con sessantamila clienti, 1,5 miliardi di euro di raccolta diretta all’anno e 1,6 miliardi di euro di prestiti accordati a privati, famiglie produttrici e imprese. Oltre a vantare un indice di solidità superiore alla media del sistema bancario italiano (12,72 contro la media dell’11.1). Con i nostri 50 sportelli e 328 dipendenti, godiamo della fiducia della gente perché, a parte il 12,5% dei nostri crediti, destinato alla pubblica amministrazione, e il 25% composto da mutui, il resto, cioè un miliardo di euro, va alle imprese. Di tutto questo denaro, solo il 10% va a prestiti superiori ai 5 milioni. Il resto lo diamo ai piccoli. Le problematiche emerse non incidono sulla stabilità e l’operatività della banca. E lo confermano il conto economico positivo, il leggero aumento della raccolta e la costanza degli impieghi in presenza di accantonamenti prudenziali superiori alla media. Questa è Banca Carisa oggi».

da IL SECOLOXIX del 31 maggio 2014 

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