DEMOCRAZIA LIQUIDA

DEMOCRAZIA LIQUIDA:

LA FINE DEI POLITICI CONSUMATI

DEMOCRAZIA LIQUIDA:

LA FINE DEI POLITICI CONSUMATI

di Nat Russo

Le analisi di tutti i politologi concordano sul fatto di dare una connotazione esclusivamente negativa al non-voto che caratterizza un sempre crescente gruppo di elettori. Se lo fanno è perché prendono come unico parametro di riferimento la democrazia rappresentativa e non la democrazia diretta.

La società solida di ieri, quella uscita da una lunga esperienza di massimalismo politico totalitario, si è blindata con un apparato legale di controllo paralizzante, che ha sostituito una oligarchia detta fascista con un’oligarchia detta democratica (la Bassanini prima ed il Porcellum dopo, ne sono la più evidente manifestazione).


Nella società liquida d’oggi, che lo vogliano o no i politici ed i politologi, vige di fatto una democrazia liquida. Il cittadino manifesta il proprio diritto politico scegliendo se esercitarlo in prima persona o se delegarlo a un suo rappresentante di fiducia, decidendo in che forma, come, quando e su cosa e per quanto tempo farsi rappresentare. Ecco che allora molte opzioni di scelta, considerate negativamente o impraticabili, diventano il succo gustoso del nostro discorso.

Il cittadino ha il diritto di astensione, di non esercitare il suo potere politico, non partecipando alle iniziative politiche, non votando e non delegando il proprio voto. Il suo non è un atto politico neutro, ma decisivo (vedi i referendum) se per esempio esiste un quorum. Ma è anche efficace nel limare la forza di un politico legittimato da una valanga di voti di preferenza (conquistati magari con la politica di scambio e la connivenza con le lobby del grande potere finanziario o della grande criminalità organizzata).

Pensate ad una legge elettorale dove si deve raggiungere un quorum di votanti (ad esempio del 70%) e, nel caso che non venga raggiunto, si debba tornare alle urne, inibendo la partecipazione ai candidati bocciati. Si avrebbe, in un attimo, il rinnovo di gran parte della classe politica. La locuzione politico consumato, assumerebbe subito un altro significato.

In una democrazia diretta il cittadino può decidere di esercitare un ruolo attivo, cioè di essere proponente e promotore di proprie iniziative, di esercitare i propri diritti politici direttamente, senza l’intermediazione di altri. Vedi per esempio i movimenti ed i comitati così mal sopportati da chi è al potere.

Il cittadino può delegare ad altri il suo diritto di scelta e di proposta. Attraverso i portavoce eletti, gestisce le sue scelte e le sue proposte senza più intermediari, ma il suo diritto è prioritario rispetto a quello del portavoce e, volendo, può scavalcarlo, partecipando direttamente alla vita politica. Il cittadino può scegliere chiunque come suo delegato, senza doverlo scegliere tra liste chiuse imposte da altri. Il delegato a sua volta può accettare o rifiutare la delega. Il potere di rappresentanza del delegato permane finché c’è la volontà del cittadino delegante, che può ritirare la delega in qualsiasi momento. Il ridimensionamento del peso politico del delegato, è evidente, il suo potere è legato alla pratica virtuosa della sua competenza specifica.


Ciò porta al tramonto del politico di professione, che nulla sa ma tutto decide, ed all’affermazione di opinion leader, promotori di iniziative su cui convergono le deleghe di chi ne approva l’azione, limitando l’ambito di delega su materie a volte assai circoscritte.

Se una volta la democrazia liquida trovava applicazione solo in comunità ristrette (condomini, circoli, ecc.) per la difficoltà pratica di fare dibattito ed eseguire votazioni con milioni di aventi diritto, oggi con lo sviluppo delle tecnologie informatiche e di internet, è possibile tecnicamente gestire un sistema democratico diretto, con milioni di aventi diritto. Un esempio di applicazione è la piattaforma internet open source Airesis, che implementa un sistema di voto delegato che tutela la privacy, usando un nickname, ma certificato, corrispondente ad una identità precisa, che autorizza il diritto di voto ed impedisce che esso sia ripetuto più volte. Chiunque, teoricamente, può fare una proposta e sottoporla al giudizio popolare in un lasso di tempo abbastanza ridotto. La tecnica c’è, può iniziare un processo nuovo di formazione di una nuova classe dirigente

NAT RUSSO

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