Dalla denatalità all’analfabetismo di ritorno e funzionale. Verso la promozione gender nelle scuole.

La sinistra in Toscana continua a utilizzare risorse pubbliche per propagandare l’ideologia gender e genderfluid,  nelle scuole, nelle biblioteche comunali, nei centri di aggregazione giovanile e arriva a spiegare ai giovani scambismo e menage a trois anziché parlargli di problemi veri. Come accade a Pontassieve, a due passi da Firenze.
Negli ultimi anni ci accompagnano due problemi da non sottovalutare ma, forse, sottovalutati. Si fanno pochi figli e quelli che abbiamo sono abbastanza  ignoranti e indirizzati verso comportamenti poco conformi alla  consuetudine in natura. Sempre con le dovute eccezioni, naturalmente.
 Chi ha talenti particolari ed è interessato istintivamente alla conoscenza per curiosità e intelligenza potrebbe emanciparsi in modo autonomo. Ma sono pochi quelli che posseggono queste qualità.
La maggior parte dei ragazzi ha bisogno di essere guidata,  in famiglia e a scuola. Il tempio del sapere che si sta trasformando in quello del non sapere.
Ci sono vignette sui social che fanno rabbrividire. Sulle quali non si sa se piangere o ridere.
“Il professore chiede  agli  alunni,  probabilmente di  una  classe media, se conoscono Calvino, Eco , o Primo levi.
No, prof, probabilmente vanno in un’altra scuola”.
Consideriamo il fatto che i tre  nomi non sono proprio alla portata di tutti. Concediamo  questo alibi, questa attenuante.
Ma a me è capitato di essere presente a una conversazione, anni fa. Era d’estate e. in piscina,  si disquisiva fra signore,   alcune probabilmente insegnanti,  e ragazzi, adolescenti,  per scacciare la noia che talvolta prende in vacanza, su una notissima frase del  Manzoni.
La conversazione  era iniziata    sugli accenti aperti o chiusi fra Firenze e Pisa. Spunta, inevitabilmente  il  Manzoni  che andava a sciacquare i panni in Arno che passa anche da Pisa…
Uno dei ragazzi, incuriosito se non voglioso di conoscere, esordisce:  “Chi è Manzoni?”

Carducci e Manzoni

Penso che stia scherzando e mi inserisco:

“Maddai.. Alessandro!”
“Si, ma chi è ,che faceva”.
“Uno scrittore, forse il più famoso, .. l’autore dei “Promessi sposi”.
“Ah,  ma non l’abbiamo ancora fatto…”
“Che classe fai? ” “Vado in prima superiore”.
“Oh.., e Carducci.. lo conosci Carducci?
I cipressi che a BOLGHERI alti e schietti van da San Guido..
“Mai sentito”.
Siamo a Marina di Bbbona a pochi kilometri da Bolgheri dove si nota , nella piazza principale, la statua della nonna del poeta. Impossibile che  qualcuno non gliel’abbia presentata.. o che  non si sia chiesto chi fosse quella vecchietta.
Sono sgomenta.. aridatece Gentile..! O qualcuno che sia in grado di fare una riforma eccellente.
Del resto, qualche anno fa a Bologna, ci fu una ecatombe alle prove scritte, in un concorso per insegnanti. Il provveditore dell’Emilia Romagna Stefano Versari lanciava l’allarme: “Chiediamoci come stiamo formando i futuri docenti”. I posti per la primaria non  furono nemmeno coperti.
Un cittadino su tre è incapace di capire o leggere una frase che non sia un periodo semplice.
Il 51% dei quindicenni è incapace di comprendere un testo.

PUBBLICITA’ Ieri sera all’Auditorium di S. Caterina a Finale tradizionale spettacolo pre-natalizio con copie danzanti. Qui sopra uno short dedicato agli 883

Da decenni ormai non si è stati capaci di dare ai ragazzi una scuola fondata sul rispetto e l’educazione. Oltre all’istruzione attraverso lo studio.

Si dovrebbe incominciare dalle cose semplici, per citare  e attenersi al rasoio di Occam.
La reintroduzione della predella,  per esempio, affinché il docente abbia la cattedra rialzata di pochi centimetri che permetterebbe di controllare meglio la classe. Così facendo si trasmette anche un senso di autorevolezza da parte dell’insegnante.
Il termine autorevolezza non ha certamente lo stesso significato di autorità. Men che meno di autoritarismo,  tanto temuto da una parte politica che ci circonda. Che mette in discussione perfino il termine “merito”, come se fosse una parolaccia, reintrodotto dal Ministro dell’istruzione e,  appunto, del merito. Valditara non è perfetto e ogni tanto esce dagli schemi prefissati, talvolta esagerando. Ma, almeno  il suo intento  di rendere giustizia al merito, dopo anni di eccessivo permissivismo del “liberi tutti”, appare adeguato e opportuno.
Alzarsi in piedi,  come saluto  silenzioso, non caotico, quando entra l’insegnante non è sintomo di sottomissione, bensì di rispetto. Che deve essere reciproco. Il docente saluta e “sale in cattedra”. Finché non si siede, gli alunni stanno in piedi. Un sogno? forse. Mai dire mai. Anche  l’emulazione è fondamentale. L’educazione e il rispetto verso l’alunno da parte del docente ha una importanza  basilare. Così come il suo comportamento che dovrebbe essere impeccabile specchio, esempio, per gli alunni che osservano.
Dunque reiniziare dall’educazione reciproca. In modo che le nuove generazioni, ancorché  purtroppo in diminuzione  insidiosa e temibile ,  possano ritrovarsi in un ambiente che li aiuti a istruirsi ma anche a crescere nel rispetto di chi li circonda, della famiglia, della società in cui si possa vivere dignitosamente. Dove il lavoro recuperi  il significato di nobilitazione dell’uomo come recita il vecchio adagio.

Carla Ceretelli

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.