Da Forza Italia 2009 ai Liberaldemocraticiitaliani del 2019, quando mi hanno “ripescata’” per questa appassionante avventura

Da Forza Italia 2009 ai Liberaldemocraticiitaliani del 2019, quando mi hanno “ripescata’” per questa appassionante avventura. Dopo 10 anni di inattività politica. E qualche candidatura di complemento.

Ho sempre considerato il Presidente Berlusconi un lungimirante.
Oggi, post mortem, purtroppo, lo sento definire un “visionario”.
Da diversi giornalisti e politici di livello.
Allora mi accingo esaminare e valutare le varie definizioni su Treccani e Crusca.
Treccani sostiene che ” lungimiranza” ha sinonimi come accortezza, avvedutezza, oculatezza previdenza, sagacia. Dunque accezione fatalmente positiva.
“Visionarietà” attiene invece a chi è paranoico, che ha visioni e allucinazioni.

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Non paga della ricerca, mi inoltro in un ginepraio allucinante di definizioni e loro significatio, nei contenuti semantici.
Apprendo dunque che il termine “visionario”, che aveva la connotazione di paranoico allucinato, dunque con accezione negativa, fino al ‘900, negli ultimi decenni ha assunto un significato anche positivo. Dipende dai punti di vista, prospettiva e angolazione.
Mal me ne incolse!
Infine mi sono fermata alla definizione seguente. “Disposizione a inoltrarsi in mondi utopistici e fantastici, nonché capacità di cogliere immagini al di là del presente”.
Ma, dato che sono una capatosta, continuo a definire Silvio, “lungimirante”, come sempre, nei quindici anni di attività in Forza Italia, dato che ero scesa nel campetto insieme a lui senza avere mai fatto politica. Nel 1994.
Fino al 2009, quando decise di dar vita al PDL, che non mi convinceva. Certamente non speravo che mi avrebbe ascoltata!
Purtroppo la sua lungimiranza ha avuto fine poco dopo. No, certo non per colpa mia.
Nel 2008, in previsione di questo cambiamento non rinnovai la tessere e mi rifugiai nel gruppo misto della circoscrizione 1 cento storico di Firenze alla mia seconda consiliatura.
Che terminai, appunto l’anno seguente lasciando anche la Presidenza della Commissione trasparenza, unica presidenza destinata all’opposizione. Commissione che ebbe vita breve. Era stato soltanto un esperimento che, con molta probabilità non era gradito alla sinistra, alla maggioranza che aveva sempre governato nella mia bellissima ma bistrattata città.
Come ora del resto. Anche se auspichiamo che l’anno prossimo questo bengodi, questa “pacchia”, finirà. Alle amministrative della primavera 2024. Quando, come assicura qualcuno che conosce bene la politica e la “gente”, per cui il Presidente aveva ideato il partito, continuerà a votare come se non ci fosse un domani. Quello della sua scomparsa.
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Periodico italiano magazine maggio-giugno 2020.
Intervista.

Da Forza Italia 2009 ai Liberaldemocratici italiani 2019, quando mi hanno “ripescata’” per questa appassionante avventura. Dopo 10 anni di inattività politica. E qualche candidatura di complemento.

“I ‘Liberaldemocratici italiani’ sono dalla parte della Storia e della ragione” Il centrodestra a trazione ‘sovranista’ sta cominciando a dare preoccupanti segnali di irrazionalismo che stanno generando l’esigenza di un riequilibrio verso il riformismo ‘crociano’, con Silvio Berlusconi ormai assunto al ruolo di ‘icona’ per le sue geniali intuizioni del passato
Tra le liste che hanno partecipato alle recenti elezioni regionali in Calabria, c’era anche la lista denominata ‘Casa delle Libertà’, collocata nel centrodestra a sostegno della candidata presidente, Jole Santelli. All’interno di questa lista sono confluiti esponenti di varie forze politiche presenti sul territorio, tra le quali i ‘Liberaldemocratici italiani’, recentemente trasformatisi in un movimento politico nazionale dopo regolare assemblea tenutasi a Roma lo scorso 16 maggio 2020. Si tratta di un’iniziativa interessante, che denuncia esattamente ciò che, nell’analisi introduttiva a questo servizio, a firma Martina Tiberti, viene definita ‘politica delle etichette’. Ovvero, come esplicitamente sottolineato anche nel documento fondativo e programmatico dei ‘Liberademocratici italiani’: “Un utilizzo nominalistico dei princìpi democratici e liberali”, che tende a ridurne i meriti e l’importanza storica da almeno un quarto di secolo a questa parte. Il movimento dei ‘Liberaldemcoratici italiani’, inoltre, si presenta come “Partito della Storia e della ragione”, al fine di “sostenere e ribadire quelle istanze diffuse che provengono dall’esercizio delle libertà civili e politiche”.
Abbiamo perciò voluto parlare con la coordinatrice della Toscana di questa formazione, Carla Ceretelli, per comprendere come il centrodestra italiano possa essere aiutato e guidato, nel suo complesso, da una solida piattaforma programmatica liberaldemocratica, capace di fornire una visione coerente di società, senza declinare verso la conservazione o la semplice reazione regressiva di retroguardia.

Carla Ceretelli, lei ritiene sia giunto il momento di ribilitare politicamente Silvio Berlusconi, rispetto al ‘casinismo’ delle destre sovraniste?
“Io sono ‘forzista’ dal 1994 e sono stata a lungo presidente del club di coordinamento cittadino a Firenze, oltreché consigliere cittadino per due consiliature dal 1999. Nel 2009 sono uscita da Forza Italia, ma è chiaro che, per quanto mi riguarda, ‘sfondate’ una porta aperta: sono e mi ritengo, ancora oggi, una ‘berlusconiana’…”.

Il centrodestra italiano, per riuscire a dare di sè un’immagine più affidabile, ha bisogno di una sintesi laico-moderata: è questo il senso del vostro movimento, i ‘Liberaldemocratici italiani’?
“Avete centrato perfettamente la questione, senza tanti giri di parole. Come si può leggere nel documento della nostra direzione nazionale, siamo un Partito dallo scorso 16 maggio 2020 e riteniamo urgente tornare a un modo di fare politica meno improvvisato, più competente”.

Silvio Berlusconi è diventato, oggi, un’icona? Il ‘padre nobile’ del centrodestra?
“Noi, ovviamente, vogliamo avere relazioni con tutti i Partiti del centrodestra, a cominciare dal centro. Siamo piccoli, ma ‘buoni’. E a giudicare dalle attenzioni: ‘appetitosi’. In ogni caso, come ho già detto, personalmente rimango ‘berlusconiana’. Anche perché, sotto il profilo dell’affidabilità democratica, noi liberali siamo dei veri ‘signori’, rispetto a quanto siamo costretti ad ascoltare, o a leggere, negli ultimi tempi. Silvio Berlusconi per me è l’unica ‘icona’, l’unico ‘padre nobile’. E spero ancora che possa salvarci”.

Ma questa vostra piccola formazione è in grado di presentare qualche nuovo talento, dato che la stagione ‘berlusconiana’ sembra ormai giunta al termine?
“Diciamo che, in una fase storica di analfabeti, primari o funzionali, i nostri dirigenti sono di qualità. Che altro dire? Il Partito si presenta da sè, in pensieri, opere e volontà di pragmatismo”.

Insomma, il vostro movimento è un segnale di rinnovamento, per lo meno della ‘gamba’ laico-centrista del centrodestra, oppure si tratta di un semplice posizionamento che serve a ‘bussare’ qualche incarico a Forza Italia?
“La prima che avete detto. Ma non vogliamo essere solamente una ‘gamba’, bensì mente, cuore e pancia. Sono e rimango ‘berlusconiana’: se volevo un ‘posticino azzurro’ rimanevo lì. Mi hanno ‘ripescata’ per questa avventura. Ovviamente, vogliamo presentarci alle prossime elezioni regionali della Toscana. Come, ancora non so: aspettiamo data e candidato. La Toscana è un ‘feudo rosso’ difficile, ma… Mai dire mai”.
Carla Ceretelli

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