Crisi del fotovoltaico

Il Bunga bunga nucleare
e la crisi del fotovoltaico

Il Bunga bunga nucleare
e la crisi del fotovoltaico
 
E così, il Presidente del Consiglio, almeno questa volta , ha detto la verità. L’operazione “moratoria sul nucleare” è esclusivamente una furbata fatta ad arte per evitare i referendum che riguardano appunto la legge che rimetteva in pista l’utilizzo del nucleare in Italia,quello sulla privatizzazione dell’acqua e quello, forse più pericoloso per la destra sul legittimo impedimento.
Tanta chiarezza e sincerità potrebbe essere apprezzata, se non prendesse in giro gli Italiani in maniera così smaccata. Intanto, continua a vivere nell’incertezza e nella crisi di prospettive il settore e la filiera del fotovoltaico e delle energie rinnovabili, che da settimane attende un nuovo e più strutturato decreto dopo lo stop del Ministro Romani.
Ho già avuto occasione di dire che i numeri delle aziende e dei lavoratori di questo settore sono realmente significativi arrivando in Italia, in tutto il setttore (fotovoltaico, eolico, geotermico, biocarburanti ) a sfiorare i 300 mila occupati e oltre 1,8% del PIL prodotto dal Paese.

 

Insieme ai miei colleghi, abbiamo fatto presente che in questo settore si investono cifre  considerevoli per l’innovazione e la ricerca.

Eppure per tutta risposta, il Ministro Romani ci dice che i motivi del taglio netto alle politiche di sostegno a questa filiera e a queste tecnologie sono i “costi che i cittadini pagano in bolletta”, parole sue ed in libertà.

Visto che le associazioni di categoria del settore, calcolano che se entro brevissimo il Governo non cambierà molto, oltre il 30% delle azienda dovrà chiudere i battenti e circa 20mila dipendent andare ad ingrossare le fila dei disoccupati in Italia(,e tra queste Ferrania Solis e decine di aziende savonesi) almeno permetteteci di dire come stanno le cose veramente e quali costi reali si pagano nelle bollette energetiche più care d’Europa.

La collatività, intesa come consumatori ed aziende, pagano in bolletta  390 M€ di incentivi all’anno a cui però vanno sottratti:

• 138 M€, ovvero il 35.4% degli incentivi vengono restituiti allo Stato sotto forma di tasse (IRES, IRAP e ritenuta d’acconto)
• 11 M€ in quote di CO2 risparmiate
• 15 M€ in gettito IVA
• 95 M€ in spesa di gas/carbone/petrolio evitata
• 4 M€ in gettito legato alla manutenzione annuale degli impianti
Da questo si evince che più di 260 su 390 M€, ovvero più di 2/3 ritornano sotto forma di benefici per la collettività.

A questo beneficio dovremmo aggiungere i minori costi sanitari per la cura di tutte quelle malattie legate all’uso dei combustibili fossili, come tumori e leucemie.

E’ bene inoltre sapere che all’interno delle kilometriche e spesso illeggibii bollette, oltre all’IVA alle imposte erariali e comunali, ci sonoi componenti che si chiamano di sistema che incidono per l’8% sui costi e che riguardano tra le altre le spese per lo smantellamento delle vecchie centrali nucleari, le tariffe speciali per le ferrovie dello stato, ed un contributo per le imprese elettriche minori. In questo contesto ci sono anche gli incentivi per le energie rinnovabili.

Crediamo, io e i miei colleghi, che il grido di dolore di un intero settore, venga ascoltato da tutte le forze politiche e sociali, per i motivi economici, ambientali e industriali che in queste settimane e brevemente anche sopra, abbiamo cercato di rendere chiari ai cittadini italiani.Come detto si rischia occupazione, investimenti esteri, innovazione e ricerca, forse solo per ragioni ed interessi incoffessabili.

Roberto De Cia

Alpha Energy – Savona

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