Comunali del 2011

Disaffezione: il Pdl ha perso il 54 % dei propri elettori, il Pd il 16 %, Idv sale del 176 %, la Lega  del 91%
Cosa accadrà alle comunali di Savona 2011?
Questi i risultati (per 6 volte), dal 2006 al 2010.
Centro sinistra in forte affanno

La disaffezione: il Pdl ha perso il 54 % dei propri elettori, il Pd il 16 %, Idv sale del 176 %,
 la Lega  del 91%

Cosa accadrà alle comunali di Savona 2011?
Questi i risultati (per 6 volte), dal 2006 al 2010. Centro sinistra in forte affanno

Primavera 2011: i savonesi saranno chiamati nuovamente alle urne per eleggere il Sindaco ed il Consiglio Comunale.

Esaminato il “trend” delle ultime tornate l’interrogativo è questo: riuscirà il candidato del PD (qualunque esso sarà) a mantenere un vantaggio che c’è, ma, mano a mano, si assottiglia?

I dati delle elezioni svoltesi nella nostra Città tra il 2006 ed il 2010 forniscono, all’incirca, proprio questa indicazione (in questo periodo si è votato sei volte: nel 2006 per le elezioni politiche e per il Comune; nel 2009 per le elezioni europee e quelle provinciali; nel 2010 per le elezioni regionali).

Il dato più evidente, nello scorrere le cifre, è quello di una Savona colpita dalla disaffezione verso il voto.

Savona città operaia e storicamente di sinistra, protagonista della Resistenza al nazifascismo e delle lotte del dopoguerra, si era sempre segnalata per una forte “tenuta” sul piano della partecipazione degli elettori: adesso non è più così (alla Regionali la percentuale dei votanti si è assestata al di sotto della media nazionale).

Soprattutto sono calati vertiginosamente i voti validi: in un corpo elettorale rimasto pressoché stabile, alle elezioni politiche del 2006 si ebbero 42.352 voti validi; a quelle Regionali dello scorso Aprile 28.951 (minimo storico) una caduta di 13.401: una cifra ragguardevole che dovrebbe far riflettere gli addetti ai lavori.

Dove sono stati perduti questi voti? Dal punto di vista numerico il PD (già Ulivo) è calato di 6.744 unità (il 16% del proprio elettorato) mentre il PDL (considerata nel 2006 la somma tra Forza Italia e AN) ha subito un salasso di 5.750 voti (il 54% dei propri elettori: un tasso di infedeltà davvero elevato).

Un tasso di infedeltà quasi pari ha colpito le forze di sinistra : tra PRC, PDCI e Verdi (cui si è aggiunta SeL) il calo è stato di 2.683 voti (54%) e l’UDC calata di 1179 suffragi (51%).

In crescita (come del resto sta avvenendo sul piano nazionale) soltanto Italia dei Valori e Lega Nord.

Anche questo elemento (del quale forniamo i dati numerici: l’IDV sale, in quattro anni, di 1880 voti pari al 176% del proprio elettorato; la Lega Nord di 1.205 voti, il 91% di nuovi elettori) suggerisce alcune considerazioni di fondo rispetto alle novità che l’elettorato savonese sta esprimendo nel corso di questi anni, attraverso una crescita forte del voto di opinione, influenzato dai media

Così come è accaduto per la partecipazione al voto, la Città sta sbloccandosi definitivamente da antiche appartenenze; le forze di sinistra, storicamente egemoni, mantengono la loro forza nelle tradizionali roccaforti ( pensiamo a zone come Villapiana, Lavagnola, la periferia a Ponente dove PD, PRC e SeL mantengono la maggior parte dei loro voti ereditati dal vecchio, enorme, bacino elettorale del PCI, che in Città superava i 20.000 voti), ma l’impressione che forniscono le cifre è che ormai si sia in una sorta di “esaurimento storico” da questo punto di vista e che -appunto – il voto d’opinione stia sopravanzando l’antico voto di appartenenza, cui buona parte dei savonesi era legato (e non si tratta soltanto di ricambio generazionale, anche rispetto al discorso dell’astensionismo).

Si è quindi molto ridotto lo scarto tra le coalizioni, tra centrosinistra e centrodestra (lasciando fuori dal conteggio i voti dell’UDC nel 2006, UDC poi passata al centrosinistra nel 2010) alle politiche del 2006 si conteggiavano 10.245 voti di scarto a favore del centrosinistra; alle Regionali del 2010 il vantaggio si è ridotto a 5.170 voti.

Eguale andamento hanno avuto i suffragi rivolti a candidati per le cariche monocratiche, ad elezione diretta.

Nel 2006, alle elezioni comunali (che fecero registrare un brusco calo nel totale dei voti validi rivolti alle liste, nel raffronto con le elezioni politiche svoltesi un mese prima, cui abbiamo fatto riferimento in precedenza: da 42.352 voti validi a 34.917) i voti complessivi raccolti dai 4 candidati sindaci furono 37.520 (quindi 2607 in più rispetto a quelli raccolti dalle liste); i 2 candidati del centrosinistra e del centrodestra ne raccolsero 34.478, con un vantaggio per il candidato del centrosinistra di 11.806 voti; mentre gli altri due candidati ne raccolsero 3042, 920 in più delle proprie liste di sostegno, con un particolare exploit di Patrizia Turchi che ne ottenne 720 in più delle liste della propria coalizione).

Nello scontro diretto per le Regionali, con due soli candidati, la somma dei voti raccolti dai Presidenti in pectore è stata di 31.440 ( 2489 voti in più delle liste rappresentative delle rispettive coalizioni: quindi più o meno lo stesso dato dei candidati sindaci nel 2006), ma lo scarto si è ridotto a soli 5.976 voti (Burlando 18.708, Biasotti 12.732).

Abbiamo messo assieme dati diversi al solo scopo di indicare un “trend”, l’analisi del cui andamento possa essere utile alle osservazioni degli addetti ai lavori.

Nella sostanza gli elementi di fondo che si possono indicare sono tre: cresce la disaffezione al voto; si erodono gli antichi “blocchi di consenso”; diminuisce lo scarto tra le coalizioni.

L’interrogativo finale potrebbe essere così riassunto: riuscirà al centrosinistra, nel 2011, un nuovo “sorpasso in discesa” per mantenere il governo della Città?

Savona, 18 Aprile 2010                                                             Franco Astengo

 

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