COMMEDIA DANTESCA

COMMEDIA DANTESCA- CANTO QUINTO BIS – APOCRIFO
(Stralcio)
Riceviamo dal solito dantista quello che egli sostiene essere un testo apocrifo da lui reperito nelle sue ricerche. Tale e quale ve lo riportiamo.

COMMEDIA DANTESCA- CANTO QUINTO BIS – APOCRIFO
(Stralcio)
Riceviamo dal solito dantista quello che egli sostiene essere un testo apocrifo da lui reperito nelle sue ricerche. Tale e quale ve lo riportiamo.
 

“Poeta volentieri parlerei

Con quel solingo che sorride al vento

E tiene così lisci li capei.

 

Egli s’appressa a ignude giovincelle

Che, voltolando calde a cento a cento,

Con voluttuosi cerchi fanno stelle

 

Di tutto un suo privato firmamento.”

Ed egli a me: “Vedrai quando le belle

Apriranno al solingo un picciol varco

 

Potrai tu dirgli allor quel che vorrai.”

Così nel discostarsi di quell’arco

Dal dannato sollevansi alti lai :

 

“Chi m’ha privato, chi m’è stato parco

Delle fanciulle con me aduse omai ?”

“Non ti dolere o anima affannata

 

 

Vuolsi così colà dove si puote,

Ma dimmi invece come sei nomata ?”

“Io sarò oltre sei secoli alle rote

 

Del timon dell’Italia unificata,

Sarò quel Silvio ch’alle dolci note

D’Apicella farò goder le ganze

 

Che il Fede e il Mora porteranno in villa

Così come se fosser delle manze.

Poscia scatenerò vasta favilla

 

Per abbruciare al rogo le romanze

Dei giudici dai quali sempre stilla

Dei comunisti la pozion mortale.”

 

“Maestro, dissi allor volto al Poeta,

Come puossi veder l’uom animale

Sebben tuttora d’ incalcata creta?”

 

 

“Non ti stupir ché in eterno non vale

L’andar del tempo e il ritorno alla meta,

L’anima sua è già quivi e li peccata

 

Ch’egli farà, compreso il governare

Lo strazio d’una Italia disgregata,

Comportano la pena che all’altare

 

Del sesso, per sovrana sconsolata

Pietate , affogheravvi come in mare:

Alle discinte innumeri, il gran lotto

 

Che gli vola d’ intorno, gli è inibito

Il pur minimo tocco, un bacio, un motto,

Uno sfiorarle anco d’un solo dito.

 

E’ questa la sua pena che stracotto

Lo lascia bivaccare in questo sito.

Dal dittator di Libia abbindolato

 

 

 

La mano a lui baciò benché stragista,

Perché dell’Harem gli ebbe dimostrato

La certa eccitazion per sola vista

 

D’un bunga bunga, ch’è danza di Stato

Capace di destare anche un nordista.

Quel dittator starà al primo girone

 

Dello settimo cerchio dell’inferno,

Immerso nello sangue a gorgoglione

Trafitto dai centauri ora e in eterno.”

 

 

                           – Per copia conforme-

                                                                                            BELLAMIGO

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