Clinica psicanalitica e verità

Clinica psicanalitica e verità La psicanalisi non ha mai avuto un buon rapporto con la filosofia, ad esempio l’enunciato cartesiano “Penso dunque sono” trova nel pensiero psicanalitico la contrapposizione “Penso dunque è”. Ossia nessuno è padrone in casa propria, in quanto una parte della costituzione strutturale, psichica e culturale, dell’essere umano soggiace a rimozione profonda, in una zona temporale meta psicologica praticamente conoscitivamente inesplorabile senza appositi apparati scientifici di ascolto legati alla pratica psicanalitica freudiana. A fronte oggi di uno scientismo e un arcipelago di psicoterapie brevi che trattano l’inconscio a palmi, ignorando i raffinatissimi meccanismi che l’inconscio mette in atto politicamente nella formazione dei sintomi, precisamente tra forze psichiche diverse rappresentate dall’Io, e il Super Io, (ossia senso della realtà e vigilanza della legge), occorre riprendere il valore della soggettività come istanza di formazione etica e via di superamento della divisione del soggettività umana tra Io e inconscio. Il linguaggio volgare e insulso dei politici e dei loro sostenitor i a mezzo stampa mai è stato così sintomatico dal dopo guerra a oggi, ciò coincide nel campo culturale con la scomparsa nel fine millennio dell’importanza data dai media alla psicanalisi, all’inconscio, considerati oggi alla stregua di pratiche terapeutiche da strizza cervelli che si occupano degli sfigati del momento. L’estensione politica oggi del sovranismo e del populismo, cioè di movimenti carenti di scientificità, odiatori per principi clinici soggettivi, linguisticamente caratterizzati da seduzioni da quattro soldi, privi di stile, incapaci di disegnare un progetto politico che educhi il popolo ad un avvenire che interessi la società intera, denota nei protagonisti sintomi clinici di grave entità, spaccature soggettive da loro stessi ignorate e proprio per questo desinate ad aggravarsi. Purtroppo come ci insegna la psicanalisi la nevrosi attrae, per chi ne è colpito è quindi più facile sedurre le masse, e a convalida di ciò numerosi sono gli esempi storici (Hitler, Mussolini, Stalin, Trump, etc.). Riportare al centro di un dibattito il fascismo, lo stalinismo, il terrorismo, è importante se gli studi relativi tornino a parlare di soggettività dei protagonisti, presi, studiati, nel profondo delle loro personalità, intesi nelle loro numerose specificità enigmatiche, senza fretta di sintetizzare il giudizio, lontano da ogni manuale sulle tipicità caratteriale o da schemi biografici precostituiti quindi poveri di verità profonde e privi di strumenti interpretativi psicanalitici. Carenze metodologiche di studio che mi sembra caratterizzino gravemente alcuni articolisti abituali di Truciolisavonesi.

Biagio Giordano

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.