Cinema:The body (Il corpo)

 
RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
The body (Il corpo)

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
 The body (Il corpo)
   Titolo Originale: THE BODY (Il corpo)

Regia: Jonas McCord

Interpreti: John Shrapnel, Derek Jacobi, Olivia Williams, Antonio Banderas

Durata: h 1.49

Nazionalità: Germania, USA, Israele 2000

Genere: drammatico

Al cinema nell’Agosto 2000

Recensione di Biagio Giordano

 Trama del film The body.

 Gerusalemme: in un angolo di una frontiera invisibile, immaginaria, che separa storicamente i quartieri israeliti  da quelli palestinesi, si eseguono degli scavi per ricavare un seminterrato.Gli scavi sono finanziati dal proprietario palestinese di un grosso emporio che vuole allargare lo spazio del suo negozio per sistemare meglio le merci. Durante i lavori viene fatta una scoperta archeologica sensazionale: una tomba antica, di epoca romana, ben conservata, probabilmente appartenente a una famiglia del posto di classe medio elevata.

All’interno del sepolcro, nell’ultimo vano, vengono trovate le ossa di un corpo crocifisso e  diversi oggetti antichi, come: due monete romane raffiguranti Ponzio Pilato, una piccola giara con su incisa una citazione biblica, una lampada ad olio con alcuni residui della sua combustione. 

La notizia si diffonde immediatamente e suscita, attraverso l’immaginario religioso e scientifico messosi nel frattempo automaticamente in moto, un inquietudine che porta a superare i confini emozionali più razionali e abitudinari del vivere ordinario:  la tomba infatti potrebbe essere quella di Cristo.

Data l’importanza che potrebbe assumere via via la scoperta, il governo israelita ha subito degli incarichi tecnici e politici ad alcune persone di estrema fiducia.

Nomina come garante dell’analisi, l’archeologa Sharon Golban (Olivia Williams), giovane e brillante professoressa un tempo facente parte dell’esercito israelita, amante delle sigarette in modo maniacale, e per quanto riguarda il possibile evolversi della vicenda su un piano politico  viene data fiducia al rappresentante locale del governo: un uomo anziano, sensibile alla giustizia, e di provata autorevolezza nonchè personalità.


L’archeologa  poi cerca di intavolare un dialogo scientifico con un anziano sacerdote  del posto, studioso di archeologia, nonché con alcuni tecnici da laboratorio esperti nelle analisi di ossa,  e per finire un prete proveniente dagli Stati Uniti appartenente ai servizi segreti vaticani (Antonio Banderas).

 La  scoperta del sepolcro desta subito forti preoccupazioni in seno alla massima gerarchia cattolica. Un eventuale dimostrazione scientifica che il corpo presente nella tomba è effettivamente quello di Cristo, contraddirebbe infatti i racconti dei Sacri vangeli, soprattutto su un punto fondamentale: la resurrezione del corpo di Cristo. Quest’ultimo, quando  i parenti e i discepoli di Gesù erano ritornati nel sepolcro per finire il lavoro di unzione, risultava infatti già assente.

Per questa scoperta almeno una parte della fede cristiana appare quindi in pericolo, in particolare là dove nel sociale  la fede  dei credenti pare essere sostenuta per lo più da una  lettura  letterale dei quattro vangeli. Senza un’astrazione metaforica e simbolica, e  senza una ricerca storico critica, non resta che leggere i vangeli in una forma che associa direttamente a ogni parola e figura la cosa che rappresenta con gravi rischi di non cogliere il senso più profondo del suo messaggio. Oggi, nell’era della post modernità, viene proposto anche da numerosissime istituzioni ecclesiastiche, cattoliche e non cattoliche una lettura storico critica.

 

A seguito del evolversi politico della notizia sul sepolcro, il  Vaticano  decide, tramite i suoi Cardinali, di mandare subito sul posto il professore gesuita Matt Gutierrez (nipote del Papa) con il compito, non tanto di cercare la verità scientifica circa l’appartenenza di quelle ossa, quanto di indebolire, con persuasioni di stampo retorico e sottili menzogne storiche, eventuali rafforzamenti dell’ipotesi scientifica sulla presenza nella tomba del corpo di Cristo.

Le scoperte di laboratorio, dopo varie vicende che vedono gli Ebrei ortodossi fedeli al Talmud punire, con lancio di pietre ai ricercatori e atti di furti nella tomba, la profanazione di una sepolcro che potrebbe contenere morti sacri di origine ebrea,  vanno via via a rafforzare sempre più l’ipotesi dell’appartenenza delle ossa al  Cristo.

I servizi segreti palestinesi informati dal gestore dell’emporio si mettono allora in moto, rubano le ossa e ricattano il Vaticano su una annosa questione politica: le ossa verranno riconsegnate ai cattolici solo se il Vaticano si impegna a non riconoscere lo Status, dichiarato per legge dal governo di Israele, di Gerusalemme come capitale completa e indivisa  di Israele, ciò in quanto il progetto politico rivoluzionario dei palestinesi prevede proprio di arrivare a una Gerusalemme riconosciuta come capitale dello Stato della Palestina.

 

Il peso di quelle ossa, forse Sacre, diventa a un certo punto molto pesante, per via del crescere nella vicenda del fattore politico, quest’ultimo genera terrorismi di impronta palestinese, cinici rapimenti di minori, ricatti senza rispetto di parola e mortali, smascheramenti di cardinali ipocriti, interventi armati dei servizi segreti israeliani, suicidi di sacerdoti, inseguimenti su strada di grande impatto drammatico, etc.etc.

Commento

Questo film stroncato ingenerosamente da una critica cinematografica assetata sempre più di parametri narrativi di facile chiarezza nonché di considerazioni filosofiche precise, della serie “ateismo=vero” e “fede=assurdità”, è in realtà un’opera costruita con un buon senso logico e risponde a delle possibili domande che i credenti che dubitano a volte si fanno.

I credenti che dubitano spesso non trovano risposte precise ai loro problemi di fede perché si immergono in una lettura  dei vangeli lontana dalla complessità  teologica  e filosofica che certi concetti in essi presenti suscitano. La teologia moderna non è infatti necessariamente antropomorfica ma basata su un concetto di fede sempre più staccato dal problema del modo di esistere inteso come questione centrale del rapporto con Dio.

 

Alla luce anche delle nuove elaborazioni teologiche cattoliche e protestanti, trascritte da insigni studiosi tra cui spiccano  il Papa emerito Joseph Ratzinger (i cui scritti più recenti non influenzano però per il momento gli atti del magistero del Vaticano), Rudolph Bultman, e Paul Tillich,  appare sempre più evidente come la corporeità di Cristo  abbia perso importanza come riferimento fisico-storico, essa è divenuta una sorta di generale astrazione simbolica ricca di incroci metaforici e metonimici che rimandano incessantemente a citazioni del vecchio testamento  e anche  ad altri detti di numerosissimi  teologi del passato di grandi qualità, cattolici, protestanti, ortodossi.

Le fantasie interpretative (di qualità), dei vangeli dilagano e proprio in quanto fantasie non rispondono a logiche di carattere scientifico, esse sono si opere di grande fede ma  rendono chiaro come sempre più l’interpretazione delle Sacre scritture sia divenuta un’espressione soggettiva, un modo di esprimere la propria fede in astratto rinunciando quindi a scoperte di schemi di presunto valore oggettivo: che i testi sacri letti sia letteralmente sia metaforicamente non possono confermare.

Il messaggio del film è sublime. Sembra voler dire che l’unica lettura possibile dei vangeli, che porta a rinunciare per forza di cose ad ogni tipo di dimostrazione, è  quella con la fede. E questo, dal punto di vista spirituale e etico, non è certamente poco.

 

   Biagio Giordano  

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