Una poesia di Fulvio Sguerso: Un punto nello spazio
UNA POESIA DI FULVIO SGUERSO
UN PUNTO NELLO SPAZIO
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UNA POESIA DI FULVIO SGUERSO UN PUNTO NELLO SPAZIO
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Dicono che tutto lo spazio in origine fosse compreso in un punto. Come e perché a un certo punto, da quell’infinitesimo ente invisibile a occhio nudo (ma allora non c’era nessun occhio umano che potesse vedere alcunché) sia deflagrato tutto quello che esiste, non ci è dato sapere. Inutile anche chiedersi come tutto l’universo potesse stare chiuso in quella macchiolina vagante nel nulla, dato che in origine al di fuori di quel punto non c’era niente d’altro. Dicono che la deflagrazione o Big Bang che dir si voglia, sia avvenuta circa quattordici miliardi di anni fa, stando alle radiazioni cosmiche che ancora irraggiano da quel punto. Dunque possiamo dire che il tempo è nato insieme allo spazio e che, prima di allora, non ci fosse né l’uno né l’altro? Ma se così fosse, né il tempo né lo spazio sarebbero infiniti ( e questo lo dice anche Sant’ Agostino) e quindi l’uno non potrebbe stare senza l’altro (come ci ha spiegato Albert Einstein) e tutti e due, come insieme sono nati, insieme periranno. Già, ma alla fine, quando tutto sarà estinto, non ci sarà nessuno che possa chiedersi se è valsa la pena che nascesse quattordici circa miliardi di anni fa, da quel punto vagante nel nulla, lo spaziotempo in cui anche noi, come effimeri insetti, siamo passati dalla luce al buio eterno, sperando invano che ci fosse un punto e a capo.
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