CINEMA:Europa report (Pianeta Europa: resoconto)

RUBRICA SETTIMANALE DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
in sala nella provincia di Savona
Europa report (Pianeta Europa: resoconto)

Europa report
(Pianeta Europa: resoconto)

Europa Report è un film di genere found footage (filmati di avvenimenti già accaduti selezionati e montati ), film del 2013 diretto da Sebastián Cordero. 

   Anteprima nazionale: 15 giugno 2013

Regista: Sebastián Cordero

Durata: 89 minuti

Musica composta da: Bear McCreary

Generi: Fantascienza, Thriller

Interpreti: Anamaria Marinca: Rosa Dasque, Sharlto Copley: James Corrigan, Michael Nyqvist: Andrei Blok, Karolina Wydra: Dott. Katya Petrovna, Daniel Wu: William Xu, Dan Fogler: Dottor Solokov, Isiah Whitlock Jr.: Dott. Pamuk

Recensione: Biagio Giordano

In sala nella Provincia di Savona 

L’ultima missione nello spazio guidata  da  equipaggio umano, fu portata a termine con successo dagli Stati Uniti  nel dicembre del 1972 e vide protagonista  l’Apollo 17, un velivolo di tipo modulare, scomponibile in due parti facente parte di una serie di lanci progettati con una tecnologia molto avanzata per l’epoca, dotata di  funzioni  di base e di controllo pilotaggio   già in gran parte gestibili da grossi e sofisticati computer di bordo e di terra, quest’ultimi addetti al controllo missione.

Il velivolo veniva spinto fuori dall’orbita terrestre da un gigantesco razzo a multistadio con combustibile liquido, ed era composto  da un modulo lunare per l’atterraggio e il relativo velivolo di trasporto che dopo lo sgancio dello stadio per l’allunaggio rimaneva in orbita in attesa del ritorno del modulo lunare ed  iniziava poi il viaggio di ritorno sfuggendo alla forza di gravità della luna.

Da l’Apollo 11 in poi i viaggi sulla Luna furono portati a termine con persone a bordo, mentre i lanci precedenti erano  dei  veri e propri esperimenti, finalizzati alla ricerca, che si avvalevano di mezzi spaziali automatizzati in grado di testare  quanto scientificamente ipotizzato o previsto, e di verificare poi l’attendibilità del progetto nel suo insieme.


 Anche l’Apollo 17 consentì a un’astronauta, Eugene Cernan, uno dei tre componenti del l’equipaggio,  di camminare sulla Luna: precisamente il 14 dicembre del 1972. Fu l’ultimo uomo che pose piede sul nostro pianeta terrestre. Il governo degli Stati Uniti  in seguito perse ogni interesse per nuovi allunaggi, ritenendo troppo costosi i viaggi.

Infatti  si pensava  che una più estesa esplorazione del satellite terrestre, pur mantenendo in piedi notevoli aspettative scientifiche sopratutto per quanto riguarda la genesi e la storia della Luna,  non giustificasse  nuovi grandi investimenti.

Oggi, nel 2013, solo varie istituzioni pubbliche della  Repubblica Cinese continuano ad essere concretamente interessate  ad allunaggi con astronauti, ma sembrano non esserci le adeguate coperture finanziarie.  I loro progetti hanno comunque un preciso scopo: lo sfruttamento minerario  del satellite, cioè  la ricerca dell’isotopo Elio-3 da usare come fonte di energia sulla terra.


 

Per quanto riguarda invece uno sbarco su Marte ci sono oggi da parte degli Stati Uniti solo bozze di progetti a lunga scadenza, senza  un preciso impegno economico del governo: qualcosa cioè che faccia immaginare come possibile nel suo complesso l’operazione nell’immediato futuro.

Nel film Europa Report si respira di nuovo l’aria mitica degli anni ‘60-‘70, un periodo così abbondante  di avventure spaziali, sempre ben sostenute dai media nella comunicazione delle relative notizie, da far pensare a un periodo d’oro della fantascienza: quella  parte di essa di più possibile realizzazione nella storia reale dell’uomo. Fu un periodo in cui il rapporto immaginifico tra popolazione e universo era mediato dal mito della scienza e della tecnologia, oggi venuto meno.

Il racconto filmico inizia con una notizia sensazionale, la scoperta  da parte degli scienziati degli Stati Uniti  di vaste superfici di ghiaccio su uno dei quattro satelliti di Giove, Europa. La cosa  non può non far subito pensare agli scopritori ad una probabile presenza di vita sotto quei  ghiacci.

Il governo degli Stati Uniti decide  di concedere l’autorizzazione ad un progetto privato di  viaggio  su Europa con sei umani a bordo (4 uomini e due donne). La cosa risulta di fatto, in assoluto, una prima ripresa dei viaggi spaziali guidati da uomini, interrotti nel 1972  proprio  con la felice conclusione della missione Apollo 17.

 Il nuovo progetto ricalca  a grandi linee la serie precedente Apollo,  infatti prevede un mezzo principale  di trasporto e uno secondario  di ammaraggio sul satellite, facenti parte di un sistema modulare. E’ previsto che il modulo di atterraggio  si stacchi al momento calcolato  dal velivolo principale lasciando poi quest’ultimo in orbita in attesa del  suo rientro.

Il viaggio di andata e ritorno, tra la Terra e il satellite di Giove Europa, appare nel film di lunga durata: qualche anno. La scelta di utilizzare per la missione  esseri umani si spiega con la capacità, indubbiamente superiore, che ha la mente dell’uomo nell’affrontare imprevisti  durante il viaggio spaziale rispetto a quelle minime  di ogni automazione.

Dopo una lunga preparazione  tecnica-medica-psicologica, una squadra ben addestrata di astronauti viene mandata su Europa, che occorre dire, per orgoglio italiano, è un satellite scoperto da Galileo Galilei nel 1610 con il suo famoso telescopio (composto da  due lenti alle estremità, una convessa l’altra concava, che consentivano di ottenere immagini 8 volte più grandi per poi arrivare in seguito, attraverso il perfezionamento delle lenti fino a ingrandimenti di 30 volte).


 

Lo scopo della missione denominata Europa On (uno) è di verificare attraverso avanzati strumenti, tra cui una penetrante sonda meccanica, le eventuali presenze di acqua e forme biologiche in attività.

Europa Report, è un film importante nella storia del cinema perché  riprende qualcosa dell’immaginario collettivo interrottosi troppo bruscamente negli anni settanta con la fine delle affascinanti imprese spaziali  aventi  a guida dei velivoli cosmici esseri umani. In quegli anni, visti i notevoli successi delle imprese, tutto lasciava prevedere un futuro sempre più audace  di viaggi spaziali, qualcosa che in tempi non proprio lunghi avrebbe potuto consentire, alla luce anche di uno sviluppo tecnologico veramente  impetuoso, di raggiungere alcuni pianeti  vicini del nostro sistema solare.

Ricchissima allora era anche la letteratura popolare di fantascienza, essa sbancava con gli  argomenti legati agli sbarchi sui pianeti, nei quali non si cercava qualcosa di diverso in assoluto da noi, ma forme di vita e di attività fisiche materiali  in qualche modo  comparabili con l’uomo e la natura in cui lui viveva. Numerosi in quel periodo anche i film di qualità impegnati a narrare missioni spaziali, romanzate  sempre in una prospettiva  di possibile  realizzazione nell’immediato futuro dell’uomo.

 Il regista Sebastián Cordero

Se oggi i governi delle nazioni più potenti, privi di fondi adeguati, non possono più spendere grosse cifre sulle imprese spaziali  e quindi danno, giustamente da un punto di vista umano, la precedenza ai fondi spesa che aiutano  a lenire le questioni sociali,  il cinema sembra invece suggerire  una soluzione. I viaggi possono lo stesso riprendere, non ci sono problemi per l’autore del film Sebastian Cordero,  Europa Report propone infatti una storia spaziale dove sono i privati a finanziare il progetto. Con questa mossa Cordero ancora la fantasia alla realtà, mantenendo quindi un rapporto con il reale dei nostri tempi sufficientemente corretto. Il viaggio su Europa poi non è per i nostri tempi tecnologici del tutto impossibile, 590 milioni di kilometri possono essere coperti in quasi due anni di navigazione con un lungo allenamento e tutti i necessari confort tecno-scientifici a bordo.

Ma tra le pieghe del pensiero razionale legato alle immagini particolarmente significative  del film quale questione  più profonda si nasconde?

Il film solo apparentemente è privo di una scrittura simbolica, esso solleva, tra le ordinate righe tecniche di una scrittura dai contenuti tecnologici, la difficile e attuale problematica dell’altrove legato all’inconscio. Un altrove che sembra muoversi come misterioso oggetto causa di desiderio, punto di rottura di identità umane soffocanti,  demolizione di strutture di personalità fissate in ruoli rigidi,  disfacimento di maschere saldate nell’Io: nitide e forti  immerse nel civile dopo essere state paradossalmente da esso stesso freudianamente prodotte.

La ricerca umana di un altrove in grado acquietare pulsioni individuali e sociali disagiate, ormai nevrotiche, dalle pieghe distruttive, assoggettate alla pulsione di morte che appare sempre più istituzionalizzata, assume diverse sembianze motorie tra cui quella di una eterna avventura, anche spaziale sembra suggerire il film. Sete di avventura che nessuna scoperta però, pur interessante ha saputo finora spegnere. Forse si tratta di una sorta di deriva pulsionale, a tratti costruttiva, ma che rimane sullo sfondo costantemente angosciata dal mancato possesso del vero oggetto causa di desiderio: la madre, Dio, il bisogno di eternità, il parricidio?  

   BIAGIO GIORDANO

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