Cinema: Copycat – Omicidi in serie
Copycat – Omicidi in serie (Copycat) è un film thriller del 1995 diretto da Jon Amiel.
San Francisco. Dopo aver tenuto una brillante conferenza sulla psicologia criminale, la docente dott.ssa Helen Hudson, affermata studiosa del comportamento sintomatico dei serial killer, trova nel bagno una spiacevole sorpresa.
Un ragazzo che aveva seguito la sua lezione, Daryll Lee Cullum, mette in pratica un folle piano, ben premeditato: appendere con un cappio la donna su una traversa del wc e uccidere il poliziotto di sorveglianza, per finire poi con l’aggredire fisicamente la docente. Il tutto gli riuscirà alla perfezione.
Helen, traumatizzata, dovrà sostenere una impegnativa cura con diversi psicofarmaci tra i quali quelli per l’agorafobia. La donna è costretta a vivere chiusa nel suo appartamento, perlomeno finché i sintomi non scompariranno.
Ma per quanto riguarda la sua professione la docente non si arrenderà, continuerà infatti su internet le ricerche sui serial-killer nel mondo, tanto che, 13 mesi dopo il traumatico fatto, collaborerà con la polizia per far catturare a San Francisco un nuovo serial killer, quest’ultimo imita per certi aspetti le gesta storiche di criminali dello stesso genere.
Quando il serial killer scoprirà la collaborazione della donna con la polizia, attuata al fine di catturarlo, Helen, seppur chiusa in casa assistita da un collaboratore e protetta all’esterno dalla polizia, andrà incontro a nuovi e drammatici pericoli.
Film da fine millennio, quando il benessere negli Stati Uniti era all’apice, e si amava cercare, nel cinema, chi da tale mondo dorato trasgrediva per non renderlo del tutto perfetto.
Agli spettatori era consentito, (attraverso lo spettacolo degli assassinii frutto di criminali invidiosi del bene normato dalle istituzioni e stabilizzato dal benessere privo di alternative), di trovare forti appagamenti pulsionali, sopra tutto per come, nonostante i numerosi successi delittuosi, alla fine il serial killer trovava la giusta punizione.
Non è una caso che la tipologia comportamentale dei serial killer nel mondo occidentale, dopo la grande crisi economica del 2007-2011 e successivamente dopo l’avvento della pandemia, sia del tutto cambiata, tanto da far credere di essere oggi di fronte a nuove tipologie omicide.
Ciò probabilmente è dovuto al fatto che sono appunto profondamente cambiate le condizioni sociali-culturali-economiche dell’occidente.
Film con ottimi attori e una regia di buon livello, sopratutto nella cura del linguaggio fotografico.
Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)