Cinema: Un giorno come tanti (Labor Day)

Un giorno come tanti (Labor Day) è un film del 2013 diretto da Jason Reitman.Titolo originale Labor Day, Lingua originale inglese, Paese di produzione Stati Uniti d’America, Anno 2013, Durata 111 min, Genere drammatico, Regia Jason Reitman
Interpreti: Kate Winslet, Josh Brolin, Gattlin Griffith, Dylan Minnette, Tobey Maguire, Clark Gregg

Locandina tratta da Amazon.it

Attenzione commento con spoiler
Stati Uniti, fine anni ’80. Adele è inquieta, soffre di un passato fatto di fallimenti e delusioni, divenuti via via nella memoria ferite profonde che non riesce più a lenire se non a costo di una paralisi nelle normali attività del quotidiano. I ricordi, ormai presi nei vortici dell’ossessività, non riescono più ad intraprendere la strada verso una serena dimenticanza. La donna vive con il figlio tredicenne Henry.

PUBBLICITA’

Un giorno d’estate i due si recano in un centro commerciale sia per fare acquisti che per distrarsi un po’ dai numerosi problemi che li affliggono. Sarà quello un giorno indimenticabile, molto importante, perché cambierà loro la vita.
Nel supermercato Henry viene avvicinato da un uomo atletico, ancora giovane, ferito a una gamba per essersi lanciato dal secondo piano dell’ospedale dove era ricoverato per una operazione d’appendicite, egli chiede un soccorso all’adolescente nonché di poter avvicinarsi a sua madre per parlargli. Henry un po’ confuso e intimidito lo accompagna dalla madre. La madre Adele, dopo una breve conversazione con lo sconosciuto, accetta, seppur con grandi riserve, la sua richiesta di essere ospitato nel proprio appartamento. La promessa però, pattuita con lui, è che al mattino se ne sarebbe dovuto andare via. Arrivati nella casa lo sconosciuto confessa di essere un evaso, già ricercato. La sua intenzione semidelirante é di raggiungere il Canada.
L’uomo però al mattino non si sente pronto per partire, e decide quindi di rimanere, rimangiandosi la promessa. Lo fa tenendo madre e figlio nella condizione di ostaggi.
In breve tempo però l’uomo dimostra di avere risorse relazionali che il carcere non ha intaccato. Conquista la fiducia e la simpatia di madre e figlio mostrando capacità di lavoro nella cura della casa insospettate, inoltre propone con i due rapporti positivi, come se fosse animato da un forte bisogno: forse la ricerca di un affetto perduto.
Si rapporta talmente bene che a un certo punto madre e figlio aderiranno ai suoi voleri.
L’uomo e la donna finiranno per innamorarsi, dopo di che progetteranno di fuggire insieme in Canada portandosi dietro anche il piccolo Henry.
Film sulle condizioni disumane delle carceri, dove la fuga, legittimamente pretesa dai carcerati non fa però che aggravare irrimediabilmente la loro condizione… Il tema di una ricerca di pena diversa, legata al lavoro utile sociale, pare delinearsi qua e là tra le righe del film. Ma sarà l’amore a far esplodere creativamente ogni contraddizione, proponendosi come sentimento dominante capace di cambiare le cose, in questo caso mettendo in gioco, sullo sfondo del racconto, il contrasto tra la vita e la morte, facendo vincere la vita stessa intesa come forza dirompente capace di far accettare pazientemente al detenuto il periodo della pena in carcere…

Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia
dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.