Cinema: The Body (Il corpo)
A Gerusalemme e dintorni la scienza archeologica è spesso di casa, si investe per fare scavi nelle antiche tombe e sinagoghe, spingendosi a volte alla ricerca di rovine di tempi antichissimi legati in qualche modo alle Sacre scritture, come il tempio di Salomone che è dato dalla archeologia come assente là dove invece avrebbero dovuto esserci i suoi resti.
La speranza delle varie equipe che si succedono negli scavi, è di giungere a scoperte storicamente importanti, in particolare a quelle che possono assicurare fama e gloria perché in grado di aprire un confronto critico con le Sacre Scritture: sia sul piano dell’architettura sacra che ammanta i racconti Biblici, sia su quello spirituale-teologico legato al simbolismo in essi contenuto. In questo film un’archeologa israeliana scavando in una tomba appartenuta a un uomo non povero, artigiano di mestiere, trova uno scheletro interessante.
L’approfondimento degli studi sulle sue ossa porta a risultati importanti, tra questi spicca il fatto che trattasi di un uomo morto crocifisso nel 33 dopo Cristo (anno della sua morte), inoltre si sono scoperti dei segni di spine sul cranio, e le gambe risultano non spezzate (cosa che trova conferma nei Vangeli). Le due monete ritrovate nella tomba appartengono al periodo romano in cui governava proprio Ponzio Pilato, e per finire, le condizioni delle ossa delle mani sono compatibili con quelle tipiche della professione da falegname. Nell’ambiente archeologico scientifico e nelle istituzioni religiose cristiane del mondo occidentale la notizia si diffonde rapidamente. C’è chi dice che può essere il corpo di Cristo e chi ne afferma l’impossibilità in quanto l’altezza dello scheletro è di 13 centimetri inferiore a quella della sua immagine presente nel lenzuolo della Sindone. Se il ritrovamento dello scheletro di Cristo venisse provato, se ne dedurrebbe che egli non è mai risorto, cosa che sconvolgerebbe il mondo cristiano.
Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)