CINEMA: Sinister

 

RUBRICA SETTIMANALE DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
In sala nella provincia di Savona
Sinister

RUBRICA SETTIMANALE DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
In sala nella provincia di Savona
Sinister

Titolo Originale: SINISTER

Regia: Scott Derrickson

Interpreti: Ethan Hawke, Juliet Rylance, Fred Dalton Thompson, James Ransone, Michael Hall D’Addario, Clare Foley, Rob Riley, Tavis Smiley, Janet Zappala, Victoria Leigh

Durata: h 1.50

Nazionalità: Usa 2012

Genere: horror

Al cinema nel Marzo 2013

Recensione di Biagio Giordano

In sala nella Provincia di Savona

 Ellison Oswalt  è uno scrittore americano di cronaca nera che partecipa alle indagini della polizia sui crimini reali dei suoi racconti, congetturando con lo scrivere possibili risoluzioni. Ellison  ha una moglie e due bambine, dopo il successo letterario ottenuto con il libro Kentucky Blood  (Sangue a Kentucky) la sua notorietà è in calo, decide perciò di immergersi, letterariamente, in un altro fatto vero di sangue.

Ellison si trasferisce con l’intera famiglia a King County dove è avvenuto uno sconvolgente episodio:  ad un grosso albero del giardino sono state trovate impiccate quattro persone, quasi un’intera famiglia, di cui solo la bambina più piccola potrebbe essere ancora viva risultando non presente.

L‘accoglienza di Ellison in città da parte della polizia locale è molto fredda, i graduati conoscono i suoi libri e sanno che in alcuni casi Ellison ha commesso degli errori nell’interpretare i meccanismi dei crimini, fuorviando addirittura le indagini della polizia e mettendo nei guai seri alcune persone incolpevoli.

La casa occupata e comprata dallo scrittore è proprio quella in cui vivevano i componenti della famiglia distrutta. Effettuato il trasloco, Ellison durante la sistemazione in soffitta  delle sue cose trova una strana scatola di cartone   contenente un proiettore e  4 filmini in super otto, etichettati per titoli e data. Incuriosito  proietta su uno schermo il primo filmato e vede  con sorpresa scene raccapriccianti che si riferiscono ai  fatti di sangue  accaduti poco tempo prima in quell’appartamento.

Nel filmato trovato si notano in primo piano i quattro componenti della famiglia morti, essi sullo schermo sono ancora vivi, con i piedi a contatto del terreno e la testa coperta da un sacco, poi si vede la mano di una persona nascosta dietro l’albero, probabilmente un adolescente, segare un grosso ramo, e quando il ramo si spezza i corpi delle quattro persone si staccano dal terreno  issandosi in alto, movimentati da una  corda legata al ramo segato. Dopo una convulsa e raccapricciante agitazione corporea i quattro muoiono.

Ellison da una parte appare turbato dalle scene viste, ma dall’altra è sul punto di gioire perché si rende conto di trovarsi di fronte a un provabile ed efferato omicidio, e di aver con i filmati in suo possesso più possibilità della polizia di approfondire con successo le indagini, aspetto quest’ultimo che va a favore della diffusione  del suo nuovo libro: scritto in simultanea con le ricerche in corso.
Un giovane poliziotto, suo fan, intervenuto nella casa per alcuni rumori sospetti e certuni strani fenomeni in cantina, è disposto a collaborare con Ellison, ma solo in via segreta, lo fa sia per una ricerca di amicizia passionale con lui così noto, sia al fine di accelerare la risoluzione del caso, cosa  che  favorirebbe la sua carriera.
 

Ellison si chiede tre cose, primo perché quei filmati  si trovino proprio  lì, secondo da chi sono stati girati, terzo perché?

Il paranormale horror nella storia del cinema è stato a lungo utilizzato in una forma che si riteneva rispondesse in qualche modo al gusto estetico legato a un altrove cinematografico non solo misterioso ma anche pauroso, terrorizzante, come in effetti può essere la vita di ciascuno, lungo l’itinerario che essa detta e impone, in un percorso senza regole a cui appellarsi o leggi di particolare saggezza da acquisire.

 
 
 
 
 

 Sono quindi emozioni quelle di questo film non del tutto assurde rispetto al senso di realtà che caratterizza tradizionalmente  lo spettatore.

Una giovane famiglia borghese per bene, con figli belli e motivati da un  quotidiano generoso, padre famoso e madre devota, che all’improvviso precipita nell’abisso del male opponendosi ad esso con la sola forza perdente della razionalità non può che rappresentare soprattutto  l’essere dell’esistenza umana, in generale, e il suo contrario il nulla a cui tutti siamo destinati.

Le figure demoniache del film con poteri malefici che sfuggono alla comprensione razionale del loro esserci non sono altro allora per il cinema che creature fantastiche partorite dall’interrogarsi ossessivo  dell’uomo attraverso  sulla sua storia precaria, sul limite dell’esistenza, sulla felicità e l’amore intesi  come episodi, eventi casuali destinati a finire. Il film è un continuo chiedersi il perché delle sempre più numerose capacità del male, che paradossalmente  si moltiplicano col passare del tempo in chi ha lunga vita, fino a  far giungere ciascuno al capolinea dell’esistenza senza più un barlume di energia vitale.

Un male che però fa sognare  il suo contrario con i film e la letteratura laica o religiosa, cioè fa immaginare una parziale soluzione del dramma umano,  attraverso ad esempio il potere di controllarlo  abbandonando ogni esorcismo psichico a favore di un reale fantascientifico  possibile, di cui  semplicemente  non se ne voleva riconoscere l’importanza e la chance per rassegnazione legata alla abitudinarietà del negativo.

Ecco allora spiegato, almeno in parte, perché  l’horror fantascientifico legato al paranormale ha successo nelle sale, esso sembra voler rilanciare un barlume di speranza sulla guarigione dalla precarietà della vita di ciascuno, suggerendo di interrogarsi sui limiti umani della conoscenza che appare sempre più, con la tecnologia, legata alla sola esperienza, priva di trascendenza, oppressa dalla necessità impellente del sopravvivere.

Se il soprannaturale che appare nella vita reale attraverso moltissime testimonianze ha per lo più la caratteristica del male, fantasmi ostili, demoni, etc. e se le figure positive bibliche invece, anch’esse dotate di poteri, preferiscono non apparire quasi mai nel reale, vien da pensare che l’interesse degli spettatori al  binomio male-sopranaturale, male con poteri di eternità o guarigione, non può che crescere in modo iperbolico, alimentando ottimismo e perseveranza a piaceri eticamente malsani, lungo una via lastricata  di una laicità estrema.

Ciò turba e avvilisce chi ha la forza di rimanere fuori da questo intrigo etico.

Il film si presenta con un ottimo congegno narrativo che non subisce pause di sorta, supportato da una fotografia mai banale, suggestiva e ricca di effetti ottici che sconvolgono il comune modo di percepire l’immagine a favore di una apertura percettiva-visiva della mente verso una maggior accoglienza artistica del nuovo.

BIAGIO GORDANO

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