Cinema: Profondo rosso

Profondo rosso è un film thriller, psichiatrico-patologico del 1975 diretto da Dario Argento.
Considerato uno dei più paurosi film degli anni ‘70, l’opera segna, all’interno del suo percorso cinematografico, il passaggio fondamentale dalla fase thriller legata ancora al classico, incominciata nel 1970 con . L’uccello dalle piume di cristallo a quella psichiatrica-patologica, un genere che con i film di Dario Argento troverà un rilancio significativo.

Trama

Durante una tenebrosa conferenza sul paranormale, la sensitiva tedesca Helga Ulmann viene disturbata nella sua mente, in una modalità telepatica, dalla psiche di un assassino presente tra il pubblico. Bloccatasi, è costretta a sospendere la seduta. Disorientata ma animata da un forte senso di responsabilità, sente il bisogno di indicare al signor Giordani, psichiatra, suo conoscente, la persona che l’ha così violentemente disturbata.

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Quella sera stessa il killer, che aveva inteso come la sensitiva lo avesse riconosciuto e segnalato ad un’altra persona, entra in casa della donna e la uccide brutalmente.
Il pianista jazz Marc Daly, vicino di casa di Helga, si trova nella piazza sotto casa sua con l’amico Carlo, anch’egli pianista. Qui i due sentono le grida della vittima e Marc la vede mentre viene scaraventata contro il vetro della finestra dalla quale stava chiedendo aiuto.
Marc corre verso l’appartamento della donna ma la trova ormai senza vita.
Il commissario di turno interroga Marc, consapevole di dover affrontare un enigma di difficile soluzione dove anche Marc potrebbe diventare un sospettato.
Il film affronta la questione di come un trauma infantile possa operare psichicamente lungo tutto la vita della vittima, assumendo a volte pieghe di estrema violenza, quest’ultime provvisoriamente liberatorie ma destinate a peggiorare pesantemente le condizioni esistenziali del traumatizzato.
Film che fa spettacolo mettendo in scena, con molti efficaci dettagli, i drammatici effetti dei comportamenti dovuti a questioni psichiatriche, ma senza rinunciare mai a rendere chiara e intelligente la struttura del caso clinico preso in considerazione.

Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)

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