Cinema: L’ultima missione (rivisto)

L’ultima missione (rivisto)
Fr.-It. 2008
GENERE: Nero
DURATA: 121′
REGIA: Olivier Marchal
ATTORI: Daniel Auteuil, Olivia Bonamy, Catherine Marchal, Philippe Nahon, Francis Renaud

Attenzione questo commento contiene spoiler

Marsiglia. Louis Schneider (uno straordinario Daniel Auteuil), poliziotto dal fiuto  efficace, con un passato professionale di tutto rispetto, vive un momento assai difficile. Una sera, in preda all’alcool, dirotta a fine lavoro un bus per essere portato proprio vicino casa, in seguito, chiamato a rapporto dai suoi superiori  per il reato commesso, non si pente e li disprezza ritenendoli, su questioni di lavoro interno,  privi di etica.
Verrà relegato dai suoi capi nel reparto denunce, privo di pistola.
Ma Louis non ci sta, grazie alla sua bravura riesce ad inserirsi abusivamente nella caccia collettiva a un serial killer moralista e giustizialista che infierisce sulle vittime, donne, stuprandole e facendole morire lentamente sotto tortura.

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Stranamente in Louis, i fantasmi del suo passato, le insoddisfazioni in famiglia,  l’odio verso i colleghi (che lo umiliano ad ogni occasione), l’alcool in eccesso, non paralizzano la sua vita, anzi gli liberano un’energia insperata, presente nel desiderio irrefrenabile di fare giustizia da solo, e con lucidità.
Louis trova la pista giusta in grado di consentirgli di  procedere speditamente verso la cattura del serial killer. L’assassino infatti entra negli appartamenti delle vittime perché accolto festoso dai cani delle proprietarie, e anche perché è stimato da esse per il suo buon lavoro al canile-albergo della zona.
Recatosi con un suo collega al canile-albergo individuerà, attraverso la raccolta di una sigaretta buttata a terra da un dipendente, la corrispondenza in laboratorio del dna della saliva lasciata nella sigaretta con le tracce organiche dell’assassino trovate sui luoghi dei delitti.
L’assassino verrà ucciso da Louis per legittima difesa, ma per lui saranno solo nuovi guai perché sfortunatamente ha ucciso il figlio di un personaggio influente. Espulso dalla polizia con il minimo di pensione dovuto, Louis capisce che per lui la vita è finita.
Dall’altro lato narrativo, parallelo a questo, si dipana a questo punto un altro caso. Sopravvissuta al massacro dei genitori, Justine aspetta che esca di prigione lo psicopatico assassino che ne è responsabile e che proprio Louis fece arrestare. L’uomo omicida finge un pentimento con grande abilità, ingannando psichiatri e l’amministrazione del carcere, in realtà non è cambiato, uccide ancora e lo fa proprio in carcere con un nuovo compagno di cella che lo aveva offeso, lo fa morire simulando con successo un suo suicidio avvenuto per impiccagione. Lo psicopatico uscirà di prigione, intenzionato a continuare i suoi misfatti, indifferente alle possibile conseguenze dei suoi gesti sanguinosi.
I due, Louis e lo psicopatico, si incontreranno nel finale, in un momento in cui Louis ha smesso del tutto di credere nella giustizia e nelle sue procedure per catturare e punire gli assassini. Sarà uno scontro altamente drammatico per lo spettatore la cui identificazione con Louis è magistralmente diretta per tutto il film dal grande regista Olivier Marchal .
Commento al film. Fotografia linguaggio di alta maestria narrativa. Marsiglia: strade buie, bagnate, luccicate suggestivamente da misteriose luci soffuse, viottoli ombrosi sinistri e solitari, numerose piogge pregnanti che cadono sui corpi dei protagonisti, rendendo le loro coscienze facili preda delle pulsioni di morte.
Il film è diretto dall’ex poliziotto Marchal, che non si lascia sfuggire l’occasione per mettere in campo con grande credibilità le parti di sè più sentite ed opportune, vissute o interpretate nella sua esperienza reale nella polizia.
Il cinema thriller francese dimostra ancora di saper raccontare, e lo fa incollando lo spettatore alla poltrona, cosa che sempre più raramente accade nel cinema italiano. Perché? Se la Francia è maestra occorre imparare!!

 Biagio Giordano

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