Cinema: Lucky
Lucky
USA, 2020.
Genere: Thriller onirico, durata 83′
Regia di Natasha Kermani
Con Brea Grant, Hunter C. Smith, Kristina Klebe, Kausar Mohammed, Dhruv Uday Singh, Yasmine Al-Bustami, Leith M. Burke, Larry Cedar…
Attenzione, questo commento contiene spoiler
May, sposata non felicemente, con storie di relazioni extraconiugali alle spalle, è un’autrice di libri di auto aiuto. Una sera viene aggredita in casa da uno sconosciuto che poi, grazie alla energica reazione della donna, fugge. Il marito le confessa di essere a conoscenza che quell’uomo si aggirava da tempo nel giardino della loro casa, senza che lui (stranamente per lo spettatore) avesse deciso di intervenire, al che la moglie, allibita, non può fare a meno di litigare con il consorte.
Il marito successivamente, enigmaticamente, andrà via di casa.
L’aggressione alla donna si ripete continuamente, nonostante essa, una sera, riesca a piantare un coltello nella schiena dell’uomo.
L’intruso ha sembianze spaventose, vestito di scuro con una maschera sul viso, sembra che non voglia uccidere ma solo terrorizzare, tanto da risultare a un certo punto tanto minaccioso quanto innocuo.
La donna a un certo punto non ne può più, la casa vetrata con un piano terra che dà sul giardino appare poco sicura, praticamente indifendibile, essa si vedrà costretta per ottenere aiuto in un caso così strano a confessare alle autorità preposte e alla psicologa legale tracce della sua vita inquieta…
Film appartenente al genere thriller onirico, di buona efficacia letteraria e spettacolarità di immagini sul piano delle tensioni.
La pellicola ha la capacità di comunicare per immagini: pensieri, fantasie, fantasmi sogni incubo, legati al senso di colpa, di una donna del ceto medio il cui matrimonio per ragioni diverse è svanito nel nulla. L’immaginazione della sua psiche resa inquieta da una vita via via sempre più difficile diventa un film dalle drammatiche pieghe horror …
Ottima regia della dotata Natasha Kermani, forse ispirata dalla catastrofe procurata dalla pandemia del covid 19 nel mondo?
Da un punto di vista psicanalitico il film mette bene in luce il lavoro onirico generato dall’inconscio a seguito dal senso di colpa di cui è affetta la donna protagonista, (che ha avuto una relazione extraconiugale).
Solo mettendo in scena il suo tormento immaginifico essa trova di volta in volta una pace provvisoria, una punizione psichica che ristora il suo animo scisso… Biagio Giordano