Cinema: L’avventura

L’Avventura, di Michelangelo Antonioni, con Lea Massari, Monica Vitti, Gabriele Ferzetti, anno 1960, Italia e Francia, durata 142 minuti, genere drammatico

Attenzione questo commento del film ha degli spoiler

I protagonisti dell’Avventura sono apparentemente tre, in realtà sono molti di più se si prende in considerazione, come è giusto che sia, il mistero dell’esistenza, ossia le forze oscure più persistenti che la animano, quelle che diventano a un certo punto altrettanti soggetti fantasma e si presentano all’improvviso nella coscienza dell’umano facendosi beffe del suo Io storico, delle sue promesse etiche e civili a suo tempo stabilite, (spesso necessarie ma sovente troppo deboli e oscure per realizzarsi).
I tre sono: Sandro (Gabriele Ferzetti), architetto, Anna (Lea Massari), benestante attenta a soddisfare i giochi più banali della vita borghese, (la donna è legata a Sandro), e Claudia (Monica Vitti), insicura, romantica, con tanta voglia di amare ed essere amata. Claudia è molto amica di Anna.
Durante una crociera alle isole Eolie con uno yacht privato, Anna immersasi nelle acque per una nuotata, dapprima finge di essere stata urtata da un pescecane e successivamente in una libera passeggiata sull’isola, dopo essere stata posseduta da una angoscia sul non senso delle cose, scompare.
Tutto il gruppo di amici la cerca pazientemente fra gli scogli e in mare, fino a notte tarda, non si pensa ancora al peggio (un suicidio o a una scomparsa pianificata per cambiare identità) in quanto la donna veniva percepita dal gruppo come solare e piena di vita, amata corrisposta da Sandro.
Avvertita la polizia, il gruppo, dopo aver sentito al suo arrivo l’ufficiale, rimane scettico sulle possibilità che possa essere trovata dalle forze dell’ordine.
Sandro e Anna decidono quindi di impegnarsi a cercarla per proprio conto, convinti che non risparmiandosi avrebbero ottenuto dei risultati.
Arrivano in Sicilia e di paese in paese chiedono notizie di Anna, le informazioni di un farmacista che l’ha vista entrare nel suo locale aprono delle speranze. Ma sarà vano.
Ritornano dai loro amici, sempre euforici e desiderosi di divertirsi, ignari del prossimo sofferente, amanti di sé, senza particolari capacità intellettive, economicamente autonomi. Claudia senza Anna si sente sempre più estranea al gruppo.
Poco tempo dopo Sandro e Claudia percepiscono che qualcosa di sentimentale sta nascendo tra loro due. Forse è amore, forse un desiderio oscuro, perverso, in quanto brutalmente, inconsciamente legato alla scomparsa dell’amica di Claudia e amante di Sandro: Anna, di cui nulla si sa e che potrebbe però rifarsi viva.
Finirà questa storia oscura tra i due nuovi amanti, oppure si complicherà? In quest’ultimo caso magari sotto i colpi dei sensi di colpa di cui i due sono afflitti, cosa che li porterebbe non a separarsi ma a fondere le loro anime in una zona buia della mente dove periodicamente piangeranno sulle forze desideranti che li posseggono implacabilmente, torturandoli, condannando la loro mente all’inquietudine e ad un’ansia di vivere pericolosa perché saltellante con la perversione sul bordo degli abissi del plus piacere…?
Capolavoro assoluto di Antonioni per la capacità del film, attraverso il linguaggio altamente comunicativo delle immagini cinematografiche in movimento e lo spessore espressivo complessivo trasmesso dai personaggi, di delineare logiche e complessità del sentire umano di efficace impatto emozionale e intellettivo sullo spettatore…

Biagio Giordano

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