Cinema: Il bidone

Il bidone è un film del 1955 diretto da Federico Fellini, scritto dal regista insieme a Ennio Flaiano e Tullio Pinelli, con Giulietta Masina, Lorella de Luca, Franco Fabrizi.

Attenzione, commento con spoiler

I tre truffatori Augusto, Picasso e Roberto si sono specializzati nel fare bidoni e complicati raggiri ai danni di alcuni poveri contadini sprovveduti eccessivamente fiduciosi delle istituzioni.
Si presentano vestiti da ministri di Dio, chiedendo con apparenti  motivazioni di fede, laute somme.
Raggirano anche alcuni baraccati,  promettendo loro una normale abitazione  se solo si fossero fatti versamenti anticipati così come richiesto da presunti documenti relativi all’assegnazione di alcuni appartamenti.
Un giorno Augusto incontra sua figlia Patrizia con la quale ha un rapporto complicato, la ragazza vorrebbe realizzare alcuni progetti ma ha bisogno di aiuto,  il padre pensa a come  aiutarla, ma il destino vuole  che venga arrestato proprio in quel momento, con grande imbarazzo e incredulità della figlia.
Augusto resterà in carcere per un certo tempo.
Dopo esserne uscito, dimostrerà come  il carcere abbia fallito nel suo ruolo istituzionale di rieducazione al bene. Augusto infatti riprende a delinquere aggregandosi a una nuova banda, e progettando una ennesima truffa, lo fa usando un sistema già molto collaudato, che prevede di presentarsi al cospetto della vittima  vestito da vescovo, sempre prendendo di mira i contadini: chiedendo soldi per le messe.

PUBBLICITA’

La truffa grazie alla  esperienza di Augusto funziona, egli otterrà la grossa somma che voleva. Subito dopo però accade qualcosa di inatteso e molto importante. Augusto rimane colpito dalla pietosa presenza della figlia paralitica dei due contadini. La gioiosa disponibilità della ragazza (che in qualche modo reagisce con il godimento della follia strisciante al male che l’affligge) colpisce il malvivente, che si sente spinto a restituire la somma, alla fine del suo pensiero pietoso però ciò non avverrà.
Gli balzerà in testa un’altra idea, negativa, ossia se le condizioni di quella ragazza lo avevano quasi convinto a restituire la somma, perché ciò non potrebbe ripetersi in un racconto ingannevole con la sua banda al momento di consegnare loro la somma?
Quando giunge il momento di spartire il bottino con gli altri compagni della banda Augusto non fa che dire di aver restituito la somma ai contadini colto da pietismo per l’inferma ivi presente.
Augusto  però col suo racconto  non convince nessuno, egli è considerato un truffatore di lunga data, dal passato moralmente irrimediabile, e quindi dopo una furiosa lite con i suoi compagni di banda viene colpito in testa da uno di loro.
Nella caduta rimane purtroppo gravemente ferito e, dopo essere stato perquisito a fondo gli vengono trovati addosso i soldi dell’estorsione. Viene abbandonato sul margine di una strada dove muore solo, lontano da ogni affetto.
Capolavoro di Fellini per forma e contenuti, un film che fa capire cos’è il realismo etico, quel modo di raccontare costituito dall’immaginare ciò che accade intorno a noi di negativo senza aggiustare alcunché, neanche il complesso sentire dell’uomo che si pone col crimine fuori dalle istituzioni, quando come nel film  rimane combattuto di fronte alla vista del proprio simile indifeso a cui ha sottratto qualcosa di vitale, tra il bene e il male, soffrendo per questo ma finendo per scegliere  di nuovo il male spinto da una sorta di crudele destino esistenziale che lo fa sentire un animale.

Locandina allegata tratta dalla vendita del film su Dvd.it

 Biagio Giordano

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.