Cinema: I.T. – Una mente pericolosa

I.T. – Una mente pericolosa (I.T.) è un film del 2016 diretto da John Moore.

Locandina tratta da mediasetinfinity.media dove si può vedere il film abbonandosi

Mike Regan è un imprenditore di successo, si occupa della applicazioni delle nuove tecnologie ai voli aerei.
La qualità della sua vita famigliare è molto alta e suscita nelle vecchie conoscenze invidie con male intenzioni nei suoi confronti. Mike ha una bella famiglia costituita da una moglie e una figlia di 17 anni.
Un giorno tra i programmatori della sua azienda incontra Ed Porter, tecnico informatico ventottenne estremamente talentuoso che viene invitato da Mike a casa propria, (dove la tecnologia informatica la fa da padrona), per migliorare le prestazioni del wi-fi.

PUBBLICITA’

Qui Ed Porter, psicopatico, si divertirà a mettere sotto controllo video tutte le stanze dell’abitazione, compresa l’automobile di lusso di Mike Regan (ricca di strumentazione informatica).
Ed non ha scopi nel far ciò, si è identificato completamente con Mike Regan, col suo stile di vita, e intende godersi lo spettacolo che avviene fra le stanze della sua villa.
In un impeto masochistico vuole farsi stordire da come i desideri della famiglia di Mike Regan si impongono nella scena, ossia in tutta la loro nudità e potenza imperiale, lungo un inconscio primario dei singoli componenti della famiglia che può finalmente ricongiungersi con l’Io nella intimità della villa, facendosi beffa di quelle regole civili più restrittive che nella vita pubblica loro son costretti ad osservare.
Un gioco patologico, tanto appagante grazie alla follia in gioco quanto autodistruttivo. Alla fine lo psicopatico Ed Porter dovrà vedersela con la realtà rappresentata dalla sua nullità sociale, la quale, inevitabilmente, finito il soddisfacimento folle con tutte le fantasie annesse, si presenterà impietosa a chiedergli il conto…
Thriller psichiatrico di ottima fattura, dove il piacere procurato dalla follia patologica lotta tenacemente contro la delusione che la realtà può procurare, aspetto che porta a disegnare un film altamente credibile sul piano delle formazioni sintomatiche, di quelle riconosciute dalla psichiatria e dalla psicanalisi..
Film poco apprezzato dalla critica, sopratutto da quella che dà per scontato che la follia sia solo follia e nulla più tanto da ritenere che essa non può diventare protagonista di un film in tutti i suoi poetici e artistici contrasti con la realtà…

Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.