Cinema: Gorgo
Gorgo, 1961 di Eugene Louriè, Usa
Quello che oggi, nel cinema di fantascienza da archivio, ci appare banale (anche perché già visto e rivisto senza l’adeguata astrazione analitica), se contestualizzato nei suoi aspetti più importanti nell’ambito dell’epoca in cui il film è uscito, può risultare ancora interessante.
E’ il caso di questo bellissimo film: Gorgo.
Agli inizi degli anni ’60 il mondo era caratterizzato dalla guerra fredda, essa vedeva fronteggiati due blocchi di nazioni ideologicamente contrapposti, con da una parte il capitalismo, e dall’altra il comunismo …
Il pericolo atomico sembrava scongiurato dalla cosidetta deterrenza (scoraggiamento ad attaccare l’avversario per via della sua forza), ossia entrambi i blocchi possedevano un numero tale di ordigni nucleari da indurre ciascuno di essi a non poter prendere in considerazione un attacco atomico verso l’altro pena la reciproca distruzione.
Il pericolo però di incidenti nucleari, con effetti catastrofici, era alto, soprattutto per la presenza di numerosi sottomarini atomici sovietici nella zona di Cuba, che se attaccati per sbaglio da aerei o caccia-torpedinieri del blocco opposto, utilizzando ad esempio bombe di profondità, avrebbero indotto i comandanti dei sommergibili sovietici ad una risposta rapida, con lancio di missili a testata nucleare verso le città statunitensi, Ciò era rigidamente previsto dal loro protocollo di difesa del sommergibile.
Come in questo film, Gorgo, il pericolo negli anni ’60 veniva dunque, in particolare, dal mare.
Gorgo rappresenta una entità umana collassata su se stessa, uno spettacolo dell’antico in balia dell’uomo civile che non vuole ammettere il fallimento della civiltà nel voler sopprimere l’istintività dell’uomo-animale. In altre forme infatti ritornano le pulsioni antiche, contorcendosi in perversioni che nel mentre accendono il desiderio ricercandone una soddisfazione, quasi contemporaneamente bucano lo schermo dello spettacolo messo su ad esempio con Gorgo nelle metropoli statunitensi, favorendo il suo ritorno nell’oscurità atavica…
Film pedagogico ed etico.
Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)