Cinema: Contagion
Ancora sul film Contagion
Produzione USA, anno 2011
Genere: Dramm. Durata: 105′
Regia: Steven Soderbergh
Attori: Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Marion Cotillard, Kate Winslet, Jude Law, Laurence Fishburne
Attenzione questo commento contiene spoiler
Un virus sconosciuto e letale, proveniente da un pipistrello si propaga velocissimo in tutto il mondo seminando più di sei milioni di morti. Tutto ha origine dalla caduta di un pezzo di banana, (che il pipistrello stava mangiando), in un allevamento di maiali di un grande ristorante di Hon Kong,
Il film si sofferma su alcuni personaggi chiave che hanno responsabilità di contenimento del virus a vari livelli, e sui rapporti di comunicazione dei media con i cittadini. Il tutto toccando gli ambiti della medicina, del potere politico, dei colossi della rete, delle associazioni economiche e associazioni solidali, per arrivare fino al cittadino qualunque, quest’ultimo spesso del tutto in balia ipnotica con il criminale mediatico di turno.
Il virus colpisce l’apparato respiratorio e il cervello provocando la morte in breve tempo. Il parallelo con il Covid 19 è più che legittimo, anche nel film l’unica protezione per molto tempo sarà l’isolamento, la mascherina e il lavaggio delle mani, in quanto il virus si propaga attraverso le goccioline respiratorie e della voce, nonché al contatto delle mani sulle superfici (fomiti) di ogni genere compreso il proprio volto.
Soderbergh sceglie una narrazione da intrattenimento, costruendo un enigma sulla origine del virus, vero e spettacolare che tiene con il fiato sospeso lo spettatore fino alla fine. Film coinvolgente specialmente se viene visto ai giorni nostri che abbiamo l’identico problema ancora in campo. Il film parte dal giorno 2, con il virus che miete già le prime vittime, per poi svelare l’origine del contagio del virus nel giorno 1 solo dopo che è avvenuta la scoperta e l’applicazione del vaccino su vasta scala.
Il film tocca anche il gravoso problema dei pericoli della rete nelle pandemie. Nel racconto filmico infatti un falso rimedio al virus viene propagandato da un criminale informatico molto seguito che spaccia un prodotto come una soluzione ottimale all’infezione. Egli ottiene milioni di vendite, riuscendo poi, una volta scoperto ed arrestato, a uscire dal carcere con i soldi della cauzione pagata dai suoi iscritti al blog, quest’ultimi non vogliono credere alla sua colpevolezza perché ciò spegnerebbe la passione delirante che li anima, quella funzionale a farli ancora sperare…
Grande professionalità nella costruzione della sceneggiatura e nella sua traduzione fotografica con un assemblaggio delle scene sopra le righe per bravura tecnica, nulla è lasciato al caso per soddisfare nello spettatore il bisogno di una catarsi dai propri oscuri sensi di colpa inconsci che la pandemia riattiva…