Cinema: brevi recensioni

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
due brevi recensioni
La corrispondenza e Quo vado?

La corrispondenza

 Film drammatico di Giuseppe Tornatore, 2015

Ispirato dall’omonimo romanzo scritto da Tornatore.

Un film con delle tecniche letterarie originali, ben disposte nella struttura narrativa, esse si avvalgono, nei vari intrecci, delle nuove tecnologie informatiche, quali iphone, skype, etc.che nel film sostengono un gioco di suggestione estetica nuovo, di grande valore cinematografico.

Con questi strumenti il genio di Tornatore riesce praticamente a mettere su un vero e proprio dialogo immaginifico, ma denso ancora di reali effetti psicologici, tra una donna e l’amante defunto.

Quest’ultimo prima di morire di un male incurabile ha programmato una serie di messaggi scritti e video che la donna riceve precisamente nelle scadenze più significative, previste dai suoi impegni di studio e di lavoro. Altri messaggi riguardano la rievocazione di aspetti salienti della loro relazione: legati a viaggi, notizie biografiche tenute nascoste, etc.

La donna a un certo punto rimane talmente coinvolta dal gioco post morte dell’amante, che risponde all’ “altro” divenuto inconscio e dalle sembianze dell’amante, attraverso messaggi video- parlanti di forte espressività scenica, cosa che dimostra la reale efficacia affettiva, letteraria, immaginifica, del gioco inventato.

L’effetto di insieme è straordinario, per potenza espressiva e novità assoluta dell’idea. Il miglior film di Giuseppe Tornatore.

 

Quo vado?
Un film del 2016 diretto da Gennaro Nunziante,
interpretato da Checco Zalone

Un film del 2016 diretto da Gennaro Nunziante, interpretato da Checco Zalone, uscito nelle sale italiane a partire dal 1º gennaio 2016.

Si tratta del quarto film con protagonista Zalone dopo Cado dalle nubi, Che bella giornata e Sole a catinelle.

Comicità per ceti sociali popolareschi, avvezzi a giudizi viscerali influenzati da luoghi comuni mediatici e attratti dalle più comuni e rassicuranti battute sul nord e sud del mondo: del tutto stereotipate. Un modo di ridere che esorcizza i problemi più seri negando quelle forme di realtà complesse che possono sfociare per alcuni istanti nell’umorismo solo pensando più a fondo.
Preoccupante campione di incassi il film sembra voler offrire agli spettatori una piattaforma di fuga dalla realtà, cosa che non può che alimentare qualunquismi, menefreghismi, o rassegnati comportamenti sociali…

 

Il ponte delle spie, 2015, regia di Steven Spielberg.

Film thriller all’antica che riesce a far commuovere e piangere senza spargere una goccia di sangue.

Ottima sceneggiatura, costruita con tecniche seduttive dell’inconscio di gran rilievo emozionale, un Luna Park che mette in campo le pulsioni più bisognose di scarica esaltando l’intrattenimento. Ma la trama ha anche uno spessore logico credibile sul piano politico e militare e il film fedele ai fatti reali finisce anche per istruire sull’arte della diplomazia e sulla storia della guerra fredda degli anni ’50. Un’opera tra le migliori di Spielberg praticamente perfetta, che sfiora il capolavoro…

 
Pronti a morire (The Quick and the Dead) è un film del 1995
 diretto da Sam Raimi.

 Un duello all’ultimo sangue, una gara mortale aperta ai migliori pistoleri della regione, e che vede favorito il padrone tiranno del paese. Una competizione che mostra subito scorrettezze e stranezze, ma sopratutto via via che procede evidenzia l’intrigo di violenza che la costituisce all’origine e che ne stravolge il senso iniziale.

Quattro star per un film ricco di effetti fotografici di pregio, e una sceneggiatura solo in apparenza banale.

Ma il punto forte del film è la questione etica, la ribellione dei cittadini a un despota assassino e crudele, in una città dove la legge vera è stata soppressa insieme allo sceriffo, in un bagno di sangue…

Western ben giostrato psicologicamente, con un ottimo contrasto tra due strutture sceniche, che fa gioire gli spettatori, il film inizia infatti col mostrare una violenza cieca, incomprensibile, per poi svelarne via via, a sorpresa, la seria logica, più profonda, che l’anima: la necessità cioè di un riscatto etico e civile dell’umano che ne sta alla base…

Sharon Stone eccezionale come pistolera, soprattutto per gli amanti del simbolo femminile feticista: compensatore della mancanza fallica della donna madre..

Biagio Giordano

 

  
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