Cinema: 1921 -Il mistero di Rookford

1921 -Il mistero di Rookford, di Nick Murphy, con Rebecca Hall, Dominic West, I. Staunton, thriller, Granbretagna, 2011, durata 104 minuti.

Locandina Tratta da Amazon che vende il film

Nel 1921, Florence Cathcart, donna bella ed elegante, dal carattere forte, di buona cultura inglese, particolarmente sospettosa tanto da far pensare che sia affetta da inquietudini sintomatiche, vuole smascherare i trucchi dei sostenitori del sovrannaturale, una attività quella dell’illusionismo allora molto in voga tesa per lo più a fare spettacolo.

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La donna, in un contesto epocale di forte crescita tecnologica e ricerca scientifica, vuol fare la sua parte nel favorire l’espandersi del pensiero razionale e del metodo della verificabilità in laboratorio dei fenomeni misteriosi oggetto di scienza.
La sua è una missione di civiltà che trova nell’etica scientifica il suo punto di maggior interesse.
La donna nel periodo della guerra aveva perso il fidanzato e ciò le aveva procurato un trauma, una ferita che le è rimasta tuttora aperta, forse inguaribile; ciò nel film sarà importante per poterlo intendere in tutte le sue profondità. psicologiche.
Nota per la sua serietà e competenza, la donna un giorno viene contattata da un istituto scolastico di rilevo per cercare di svelare quello che ormai sembra essere diventato un ossessionante mistero.
Sembra che nell’Istituto si aggiri un bambino dall’aspetto fantasmagorico.
La donna accetta volentieri, ma, a sorpresa, farà in quella occasione un lavoro di ricerca particolare, teso non tanto a scoprire o meno la vera identità del piccolo (che appare in una foto già con sembianze fantasmagoriche), quanto a cogliere l’occasione per svolgere, insieme al proprio inconscio, un lavoro di attenuazione dell’angoscia che la tormenta (per la scomparsa del fidanzato).
Un lavoro che sarà del tutto fallimentare per lo spettatore, però non inutile per il racconto, perché farà approdare la storia su un lido dell’esistenza immaginifica nuovo dove anche la morte troverà finalmente il suo posto di verità, cioè il suo riconoscimento non più ineludibile, la sua accettazione spiritualmente ambigua legata ad un sereno esaurimento materiale del proprio vissuto.

Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia
dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)

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