CENTENARIO DELLA S.M.S. XXIV APRILE

BUON CENTENARIO
 ALLA S.M.S. XXIV APRILE

BUON CENTENARIO
 ALLA S.M.S. XXIV APRILE
  

– La Società di Mutuo Soccorso “XXIV Aprile” si avvia a celebrare il Centesimo Anno della sua lunga e gloriosa esistenza.

È un avvenimento di notevole rilevanza storica, che viene ad interessare non soltanto il Quartiere di Villapiana (ove la Società è ubicata), ma l’intera collettività Savonese.

Cerchiamo di fare, in proposito, un piccolo passo all’indietro e tentiamo di fotografare (utilizzando, ovviamente, anche la nostra fantasia) la realtà storica, che si aggirava attorno all’Anno 1911.

Siamo all’apice della PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE, la quale ha radicalmente sovvertito le modalità di produzione, di consumo e di vita delle popolazioni dell’intera Europa; in effetti, ci troviamo di fronte all’avvento del CARBONE, come risorsa energetica fondamentale, ed alla MACCHINA A VAPORE, come tecnologia dominante.

Pensiamo, per pochi istanti, a quanto avvenuto negli ultimi decenni del 1800 nella maggior parte delle Nazioni Europee e sentiamo, al riguardo, la voce di ERIC HOBSBAWM (testo: II trionfo della borghesia 1848-1875): ” IL TOTALE DELLA POTENZA, PRODOTTA DALLE MACCHINE A VAPORE REGISTRÒ UN AUMENTO DI QUATTRO VOLTE E MEZZO: DAI 4 MILIONI DI CAVALLI DEL 1850 AI 18,5 MILIONI DI VENTANNI DOPO!’

La locomotiva a vapore (alimentata a carbone) si diffuse in tutti i Continenti ed in molte Nazioni, con eccezionale rapidità.

Questo innovativo mezzo venne a catturare l’attenzione dei cittadini assai più di qualsiasi altra tecnologia precedentemente impiegata: la gente era particolarmente impressionata dalla sua velocità; infatti, le locomotive raggiungevano, già in allora, la velocità dei 100 km, all’ora.

Inoltre, le locomotive a vapore trasformarono profondamente la logistica e la distribuzione delle merci, riducendo drasticamente le distanze tra fornitori ed utilizzatori e fra produttori e consumatori; al riguardo, JEAN CLAUDE DEBEIR nel suo trattato “Storia dell’energia” ha messo in rilievo che:

“GIÀ NEL 1850, UN TRENO DI 14 VAGONI, TRAINATO DA UNA LOCOMOTIVA DA 100 CV POTEVA TRASPORTARE CIRCA 90 TONNELLATE DI MERCE; QUESTO SIGNIFICA SOSTITUIRE 18 DILIGENZE, ALTRETTANTI COCCHIERI E144 CAVALLI. Infine, questo innovativo ed, addirittura, sconvolgente fermento ha messo in movimento e con una straordinaria rapidità l’intero sistema produttivo internazionale; nasce, da questo contesto, un nuovo modo di intendere l’economia industriale ed agricola.

– In Italia, come è noto, l’avvento della Prima Rivoluzione Industriale (e, con essa, l’utilizzo del carbone e degli innovativi mezzi di comunicazione) è giunto con qualche decennio di ritardo rispetto ad altre Nazioni Europee (Inghilterra, Belgio, Francia e Germania, in particolare); la causa principale di questo ritardo va riferito fondamentalmente alle carenze dell’evoluzione politica nazionale; in realtà, tutti sappiamo che, mentre la altre Nazioni Europee correvano velocemente verso l’innovazione energetica e produttiva, l’Italia sino al 1861 non esisteva, perché suddivisa in molti e litigiosi staterelli; soltanto negli ultimi tre decenni del 1800, succeduti all’Unità Nazionale, l’Italia ha incominciato ad intraprendere la strada avveniristica del progresso tecnologico ed economico.

Tuttavia, anche nel nostro Paese, l’evoluzione del sistema produttivo ha assunto, in pochi anni, ritmi eccezionalmente rapidi.

-Pensiamo in proposito ed a titolo di esempio, a quanto è avvenuto, in quegli anni, nella nostra Savona:

• nel 1868: i treni raggiunsero la città

• nel 1872: fu completata la linea ferroviaria per Ventimiglia

• nel 1874: fu aperta quella per il Piemonte

• in data 19 luglio 1882: si realizzò una grandiosa idea e, cioè, quella di collegare Via Paleocapa con il mare

• negli anni 1910-1912: venne alla luce l’eccezionale progetto degli Ingegneri Carissimo e Crotti, concepito per realizzare il trasporto del carbone da Savona sino in Valle Bormida, mediante gli storici “vagonetti”

• nel periodo intercorrente tra il 1895 ed il 1910 si è verificato un imponente boom produttivo; cediamo, al riguardo, la parola a NELLO CERISOLA (testo: “Storia delle industrie Savonesi”):

“CON LA FINE DEL MILLEOTTOCENTO SI È CHIUSO, NELLA NOSTRA ZONA, UN PERIODO NEL QUALE LE BASI DELLA MODERNA, GRANDE INDUSTRIA SONO DIVENTATE ORMAI SOLIDE E STA PER APRIRSENE UN ALTRO, DURANTE IL QUALE I NOSTRI MAGGIORI COMPLESSI SI CONSOLIDERANNO E MOLTI SETTORI ECONOMICI AVRANNO UNO SVILUPPO ASSOLUTAMENTE INSPERATO. IL PRIMO DECENNIO DEL MILLENOVECENTO VA CLASSIFICATO COME UNO DEI PERIODI PIÙ ATTIVI E FORTUNATI PER L A NOSTRA ATTIVITÀ INDUSTRIALE. DA UN’INCHIESTA CONDOTTA NEL 1900 RISULTAVANO IN ATTIVITÀ, NELLA NOSTRA ZONA, 468 INDUSTRIE FRA GRANDI, MEDIE E PICCOLE.”

Scarpa & Magnano “la fabbrica del nostro quartiere”

Occorre precisare, in proposito, che lo sviluppo produttivo non si è limitato all’area territoriale Savonese, ma è venuto progressivamente ad interessare anche il Comune di Vado Ligure e gran parte dell’area territoriale Valbormidese. Cito qualche significativo esempio:

• FONDERIA BOURNIQUEZ E BARTOLI SAVONA
(anno di origine: 1840 – potenziamento negli anni successivi)
 
• OFFICINE MECCANICHE SERVETTAZ-BASEVI DI SAVONA:
(anno di origine: 1880 – potenziamento negli anni successivi)

 

  

• G.A. F.LLI MIGLIARDI E O. VENÈ – COSTRUZIONI METALLICHE, NAVALI E CIVILI SAVONA: 1883

  

• ALTI FORNI ACCIAIERIE E FONDERIE DI TERNI (diventate successivamente ILVA ed ITALSIDER):   1893

  

• TECNOMASIO ITALIANO BROWN-BOVERI VADO L.: 1907

  

• FONDERIA ENRICO BALBONTIN SAVONA: 1911

  

• COKITALIA S.P.A. CAIRO MONTENOTTE:  1913

Parallelamente a quanto avvenuto in molte Nazioni Europee ed in alcune Regioni Italiane esplose, in quegli anni, anche nella nostra Savona, accanto alla “Prima Rivoluzione Industriale” un’inedita Rivoluzione Urbanistica caratterizzata dall’emergere dello “Stile Liberty”.

Nacquero così VILLA ZANELLI (1907-1911), il PALAZZO DEI PAVONI in Via Paleocapa (1912), la Casa dei Viglienzoni, detta “DEI GATTI” in Via Luigi Corsi (1910 circa), il Palazzo Ricci, collocato al di sopra della Galleria Garbasso (1908 circa) ed, infine, il Palazzo Dellepiane (o “delle palle”) situato al termine di Corso Italia, all’angolo di Corso Mazzini.

Da quanto sopra descritto, sembrava emergere una condizione sociale ed esistenziale ottimale ed al limite del paradisiaco per tutti i cittadini; ma …. così non era e così non sarà negli anni successivi.

All’inizio del 1900, venne, addirittura, ad accentuarsi il Disagio Sociale e la Disparità tra Ricchi e Poveri; per di più, tra gli operai, vennero ad aumentare, in maniera esponenziale, gli Infortuni sul lavoro ed incominciarono a comparire le prime Malattie Professionali (tra l’altro, poco conosciute e considerate dalla Scienza Medica di allora).

Di conseguenza, vennero a nascere, quasi istintivamente, le Iniziative sindacali e, soprattutto, l’esigenza, tra i lavoratori, di associarsi ai fini di garantire una tutela reciproca ed assicurare, a tutti, il diritto alla vita ed alla dignità esistenziale. Fiorirono, quindi, in gran parte d’Italia, le SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO TRA GLI OPERAI.

LO STATUTO DELLA SOCIETÀ DI M.S. TRA CONDUTTORI DI MACCHINE E CALDAIE A VAPORE (successivamente denominata XXIV APRILE) è, a tal proposito, magistralmente esemplare.

Palazzo delle palle (particolare)

È molto importante, ancora oggi, andare a leggere gli articoli di questo Statuto: essi rappresentano, per tutti noi, un grande insegnamento di dignità etica e sociale e di serietà amministrativa.

Vedo di citarne testualmente qualche piccolo, ma significativo esempio:

 

ARTICOLO 1: NEL NOVEMBRE 1911, SI COSTITUISCE IN SAVONA UNA SOCIETÀ

COL NOME DI SOCIETÀ DI M.S. FRA CONDUTTORI DI MACCHINE E CALDAIE A VAPORE, LA QUALE HA PER SCOPO:

1 – SUSSIDIARE I SOCI IN CASO DI MALATTIA E D’INFORTUNIO SUL LAVORO.

2 – ELEVAZIONE MORALE E CULTURALE DELLE CATEGORIE.

3 – LA SOCIETÀ RICONOSCE TUTTE LE FESTE NAZIONALI E CIVILI.

  

ARTICOLO 2: LA SOCIETÀ PROVVEDE ALLADEMPIMENTO DELLO SCOPO PER CUI È COSTITUITA:

A – COLLE DETERMINATE CONTRIBUZIONI DEI SOCI:

B – COLLE EVENTUALI OFFERTE SIA IN DENARO COME IN OGGETTI CHE POSSONO VENIR FATTI IN RELAZIONE SEMPRE ALLO SCOPO DELLA SOCIETÀ.

  

ARTICOLO 3: LA SOCIETÀ È COMPOSTA:

A – DI CONDUTTORI DI MACCHINE E CALDAIE A VAPORE. E COLORO CHE PUR ESERCITANDO ALTRE PROFESSIONI ABBIANO DATO AFFIDAMENTO DI BUONA CONDOTTA MORALE. NON AVENTI L’ETÀ SUPERIORE AI 45 ANNI E QUESTI COSTITUISCONO LE CATEGORIE DEI SOCI EFFETTIVI;

B – DI QUALUNQUE PERSONA CHE CON L’OPERA E CON DENARO SI RENDE BENEMERITA DELLA SOCIETÀ COSTITUISCONO LA CATEGORIA DEI SOCI ONORARI.

  

ARTICOLO 4: IL PRESIDENTE, IL SEGRETARIO E IL CASSIERE FORMANO (ultimo comma) LA PRESIDENZA.

TUTTE LE CARICHE SOCIALI SONO GRATUITE.

  

ARTICOLO 9: È ESCLUSO DA SOCIO:

A – CHI COMMETTE REATI 0 TENGA UNA CONDOTTA IMMORALE OD OFFENDA IN QUALUNQUE MODO E PER MOTIVI SOCIALI UN MEMBRO DEL CONSIGLIO 0 QUALUNQUE ALTRO SOCIO.

B – CHI SIMULI 0 MALIZOSAMENTE PROLUNGHI UNA MALATTIA. 0 USI QUALSIASI ALTRO INGANNO PER OTTENERE SUSSIDI:

C – CHI SI RICUSI ALL’OSSERVANZA DELLO STATUTO, DEI REGOLAMENTI E DELLE DELIBERAZIONI SOCIALI;

D – CHI ABBIA VOLONTARIAMENTE RECATO DANNO ALLA SOCIETÀ, NEL QUALE CASO POTRÀ ANCHE ESSERE TENUTO FINANZIARIAMENTE RESPONSABILE DEL DANNO STESSO.

  

ARTICOLO 14: IL SOCIO IN CASO DI MALATTIA 0 DI INFORTUNIO SUL LAVORO HA DIRITTO AD UN SUSSIDIO.

DETTO SUSSIDIO, PERÒ, NON VERRÀ PERCEPITO SE NON SARÀ TRASCORSO UN ANNO DAL GIORNO DELL’AMMISSIONE A SOCIO.

DALLE MALATTIE SUSSIDIATE SONO ESCLUSE QUELLE PROVENIENTI DA ALCOOLISMO. MAL COSTUME E RISSE VOLONTARIE.

  

ARTICOLO 18: SE UN SOCIO DURANTE IL PERIODO DI SUSSIDIO, FOSSE SORPRESO AD ESEGUIRE LAVORI DI QUALUNQUE SORTA OD A Gì UO CARE IN GIUOCHI FATICOSI, CHE POTESSERO RITARDARNE LA GUARIGIONE NON AVRÀ PIÙ DIRITTO AL SUSSIDIO, DAL GIORNO IN CUI LA PRESIDENZA ABBIA ACCERTATO TALE FATTO, E L’ASSEMBLEA DOVRÀ PROVVEDERE PER QUELLA PUNIZIONE CHE SARÀ DEL CASO.

  

ARTICOLO 22: IL SOCIO CHE LASCIA TRASCORRERE IL MESE SENZA EFFETTUARE IL PAGAMENTO DELLA QUOTA SOCIALE È MOROSO.

AI SOCI MOROSI SI APPLICANO LE PENALITÀ SEGUENTI:

A – I SOCI MOROSI DI 2 MESI NON AVRANNO DIRITTO AL SUSSIDIO SE NON SARANNO TRASCORSI 15 GIORNI DALLA DATA IN CUI SARANNO MESSI AL CORRENTE COL PAGAMENTO DELLE QUOTE;

B – I SOCI MOROSI DI MESI 5 NON AVRANNO PIÙ DIRITTO AL VOTO E A PAROLA NELL’ASSEMBLEA E SARANNO AVVERTITI PER LETTERA;

C – I SOCI MOROSI DI MESI 6, INFINE, SARANNO DICHIARATI DECADUTI DA SOCIO. PER IL COMPUTO DELLA MOROSITÀ S’INTENDE CHE IL MESE COMINCIA SEMPRE DAL GIORNO 1°.

  

ARTICOLO 23: NEL CASO DI UN DECESSO DI UN SOCIO CHE FOSSE INSERITO ALLA SOCIETÀ DA UN PERIODO DI TEMPO NON INFERIORE AI 5 ANNI CONSECUTIVI LA FAMIGLIA HA DIRITTO AD UN SUSSIDIO DI L. 100, SUPERIORE AI 5 ANNI L. 170, PER LE SPESE DEL FUNERALE, ED OGNI SOCIO HA L’OBBLIGO DI PAGARE UNA SOPRA TASSA DI L. 1.

  

ARTICOLO 24: AVVENENDO LA MORTE DI UN SOCIO È STRETTO DOVERE DI TUTTI I SOCI DI ACCOMPAGNARE LA SALMA ALL’ULTIMA DIMORA.

L’on.  Aldo Pastore

– L’altezza e la nobiltà dei principi e dei valori etici, sanciti in queste norme statutarie, sono tali da non richiedere ulteriori commenti.

Mi limito semplicemente a riportare una parte di un mio intervento, tenuto alla Camera dei Deputati in data 4 ottobre 1985, durante il quale l’argomento è stato, di riflesso, trattato; in esso, sono impliciti i miei sentimenti e le mie convinzioni e, vista la situazione socio-politica presente nel nostro Paese, mi permetto di considerare tuttora attuali le mie dichiarazioni di allora:

“Consiglio ai nostri Ministri di andare a leggere alcuni Statuti originari delle molte Società di Muto Soccorso, di diversa ispirazione ideologica e culturale, sorte, in ogni parte d’Italia fra il 1860 ed il 1890, in un periodo storico, cioè, antecedente alla nascita del Partito Socialista e delle stesse Organizzazioni Confederali.

Dalla lettura non superficiale di quei documenti, i nostri Ministri potranno comprendere l’origine dello Stato Sociale nel nostro Paese, quali profonde radici esso abbia, quali legami esso abbia intrecciato con la nostra Storia e con la nostra tradizione più profonda.

Vengono affrontati, in questi Statuti, in termini assolutamente chiari di solidarietà sociale, il tema dell’Assistenza Sanitaria in caso di malattia o di infortuno del socio, il tema dell’integrazione salariale del lavoratore in caso di disoccupazione e, comunque, in caso di perdita del posto di lavoro. Vengono sanciti, in maniera certamente non equivoca, i principi dell’elevazione spirituale, civile; sociale ed economica del lavoratore singolo e della classe operaia nel suo complesso.

Certo, troviamo in questi Statuti, talvolta profondamente intrecciati e soggettivamente interpretati, il pensiero politico di Marx e di Gioberti di Bakunin e di Mazzini. E tuttavia, proprio in questi documenti, che sono oggi Patrimonio storico dell’intera nostra collettività, troviamo tutti i fermenti originari che hanno condotto nel nostro Paese alla creazione di un sistema destinato a garantire a tutti i cittadini l’assistenza sanitaria, la tutela previdenziale e pensionistica, la garanzia contro la perdita del posto di lavoro e contro la disoccupazione.

Dirò, per inciso, che nemmeno l’avvento del Fascismo è servito a bloccare e ad infrangere il movimento innovatore progressista.

Dirò di più: il fascismo ha dovuto prendere atto dell’esistenza di tali fermenti, che erano ormai profondamente radicati nella coscienza individuale e collettiva della nostra gente; e fu costretto, in qualche modo, a tollerare tale spinta solidaristica e a darle corso, pur preoccupandosi di controllare dall’alto tale movimento innovatore, attraverso la creazione dei grandi Istituti Previdenziali e Mutualistici come l’LNAM., l’I.N.PS. e l’I.N.A.I.L..

Infine, la stessa Costituzione Italiana, nata dalla Resistenza, attraverso numerosi suoi articoli ha sancito definitivamente tali principi innovatori che sono ormai patrimonio comune dell’intero popolo italiano.

Il nostro Stato Sociale e, in questo contesto, il Servizio Sanitario Nazionale hanno dunque queste origini.

E allora, sono ben tenaci le sue radici.

Esse sono, ripeto, intimamente legate alla nostra Storia ed alla nostra tradizione più genuina e più profonda.”

Aldo Pastore

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.