Cemento che cola…

 Cemento che cola…

Cemento che cola…

Tempo neanche un mese e Di Tullio vara la sua prima mossa (a sorpresa?) da assessore all’urbanistica. Da quanto trapela e da quanto si apprende sugli organi di informazione, arriva infatti un bel regalino alla famiglia Dellepiane.

Concedere di trasformare due piani (su tre) del futuro “Crescent 2”, da struttura ricettiva a residenziale (probabilmente molto di lusso). Il secondo lotto di “Orsa 2000” è previsto nella zona tra il Crescent (quella zozzeria semicircolare vuota, costosissima, inutile ed impattante, che a Salerno è stato bloccato dal Consiglio di Stato) e il Priamar, nelle zone ex-Italsider (fallimento pilotato?). Perché questa scelta? Non sappiamo, possiamo solo supporre, rischiando di farci insultare, riprendere, criticare da destra e (soprattutto) da sinistra. Ripercorriamo rapidamente le ultime tappe: Dellepiane richiede la variante di destinazione d’uso. Alla riunione di maggioranza, alla presenza del vicesindaco, si accetta la richiesta. Zunino (Prc) dice che c’erano due soluzioni (la maxi-colata è già prevista): accettare e far ridurre il volume, oppure accettare lasciando invariati i volumi, in cambio di opere utili alla cittadinanza. Ma quali saranno queste opere utili alla cittadinanza? Un tappetino di verde spelacchiato sopra il tetto dei box sotterranei? Sono queste le aree verdi e i parchi per una meta turistica? E poi l’amministrazione del “lavoro, lavoro, lavoro” (cit. Fassino, PD) accetta di sostituire un hotel per delle case? Una decina di assunzioni ci sarebbero magari state per un albergo! Per non parlare poi di uno scempio che potrebbe compromettere la nostra fortezza a mare, che invece di valorizzarla come si deve, subisce attorno a se dei veri e propri stupri (il tunnel illuminato a giorno ne è un esempio).

E Berruti, che è renziano, come rottamatore non dovrebbe opporsi al cemento? O è solo fumo negli occhi degli elettori? Ma questo non è l’unico progetto in arrivo. I due più devastanti sono in arrivo con le villette del Riborgo e il palazzotto vista mare (con box) alle Fornaci. Ora ce ne sarebbero da dire tantissime, come ad esempio chi cementificherà al Santuario, fino a ieri era contro il cemento alla Margonara.

E chi vuole far colare il “grigio” alle Fornaci è il prete della Chiesa. Preferisco analizzare invece due fattori. Il primo è l’inutilità di tali operazioni. A Savona abbiamo così bisogno di nuove unità abitative? Risulta da parecchie fonti che abbiamo infatti circa il 25% degli immobili sfitti, ossia uno su 4. Se standardizziamo che le famiglie sono composte da tre persone, che a Savona siamo in 60000 abitanti (quindi 20000 famiglie) e che ogni famiglia è in una casa (in affitto o di proprietà), otteniamo circa 5000 abitazioni vuote, ossia spazio per 15000 persone (con famiglie da tre). Mettiamoci che il 50% di quelle vuote siano seconde case di turisti. Ecco quindi che restano 2500 abitazioni sfitte (ovviamente i conti sono a spanna, se qualcuno possiede dati precisi sono pronto a rettificare). Quello che cerco di far capire è che non esiste alcuna emergenza abitativa per avere nuovi immobili. Uno potrebbe obiettare: “tanto spende il privato e il Comune intasca denaro con i permessi di costruire”.
Qui mi allaccio quindi al secondo fattore che volevo analizzare: il consumo di territorio. Oramai è stranoto che cementificare è dannoso per il nostro futuro. Bisogna avere il coraggio di dire basta!

Se i terreni agricoli vengono cementificati, dovremmo sempre più importare beni alimentari, dipendendo da altri Paesi, perdendo sovranità alimentare, perdendo posti di lavoro, decrementando quindi le entrate fiscali dei nostri enti (più disoccupazione, meno entrate fiscali, più tasse, come già succede). Inoltre il cemento compromette la stabilità del territorio, rendendo il terreno meno permeabile, facilitando i disastri provocati da alluvioni.

Questi politici approvano ogni singola colata di cemento, poi vanno a piangere in TV per le vittime delle alluvioni. L’Italia è ad altissimo rischio di dissesto idrogeologico, che in parte è sì naturale, ma questa urbanizzazione scellerata, senza costrutto e programmazione, non ha fatto altro che incrementare questo rischio. Poi sul progetto Fornaci aggiungerei che le case vicine al probabile nuovo palazzo, hanno un serio rischio di vedere compromessa la loro stabilità, oltre a subire un decremento economico del valore degli appartamenti che si vedrebbero oscurare la loro visuale. Ma perché gli imprenditori fanno queste scelte? Economicamente sono infatti una spesa grossa. In realtà sono speculazioni. Compri terreni a 1 e rivendi, dopo i lavori, ogni unità abitativa a 100. Oppure il terreno ce l’hai già. E allora rivendi direttamente a 100. O ancora, si usano gli immobili come garanzia verso i finanziamenti delle banche. Mentre se sei una Spa o comunque un’azienda importante, incrementi il tuo patrimonio netto e metti a bilancio il tuo capitale immobilizzato, “drogando” il valore della società stessa. Il cemento è a stretto contatto con l’alta finanza, ormai è solo speculazione. Spesso anche mafie. Non in questo caso. Ma di certo non fa il bene della società ed in un futuro ormai molto prossimo, ne subiremo le conseguenze. Qualcuno farà qualcosa. Non lo so, ma quello che so di certo, è che a nessuno permetterò di farmi una bara con una colata di grigio cemento, grigio come il futuro savonese.

Manuel Meles

Il cittadino  frustrato

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